Il consiglio regionale ha approvato la riforma della sanità lombarda di Moratti e Fontana. Il testo è stato licenziato con il voto favorevole della maggioranza di centrodestra e il voto contrario delle opposizioni, dopo tre settimane di maratona da parte del Partito Democratico e delle forze di centrosinistra per spiegare la propria visione alternativa di sanità per la Lombardia.
“Tutto il Partito Democratico della Lombardia è grato al gruppo regionale – ha dichiarato il segretario regionale PD Vinicio Peluffo – che ha condotto per tre settimane una serrata battaglia in Consiglio regionale per difendere e promuovere un’idea diversa di sanità, capace di superare le interminabili liste di attesa, di dare risposte ai cittadini in ogni territorio e di riequilibrare il rapporto tra la Regione e la sanità privata. Tutte le forze di centrosinistra e il Movimento 5 stelle hanno lavorato unite, con un obiettivo comune, e questo è un fatto significativo. Il voto del centrodestra in aula era scontato, ma non è finita qui. Ora, con ancora più forza, il PD sarà tra i cittadini a spiegare che cambiare si può e che non ci si deve rassegnare a una Regione guidata dal centrodestra che è ormai avviluppata nelle sue stantie logiche di potere, così distanti dai problemi e dalle richieste dei lombardi.”
La scelta del relatore di maggioranza di non prendere nemmeno in considerazione gli ordini del giorno dell’opposizione di carattere territoriale ha provocato grandi proteste da parti di tutti i gruppi di minoranza. Il consigliere regionale PD Matteo Piloni, che aveva presentato una serie di proposte per migliorare la sanità cremonese, cremasca e casalasca ha così commentato la decisione: “È molto grave che la giunta regionale abbia deciso di bocciare ‘per principio’ ogni ordine del giorno basato su richieste specifiche per un territorio senza nemmeno prenderli in considerazione. Non li hanno nemmeno letti. Il fatto che tutto il centrodestra non voglia che se ne parli è l’ennesimo strappo non tanto con il Partito Democratico e le altre opposizioni, ma con tutti cittadini cremonesi, cremaschi e casalaschi che della riforma sanitaria vogliono vedere i risultati nella loro vita reale, non solo nei proclami del centrodestra. Hanno impedito al Consiglio Regionale di determinare e indirizzare la politica della Giunta, calpestando la dignità dell’aula. È il modo più sbagliato di chiudere la discussione sul futuro della sanità lombarda”.
“Spiace – rileva sempre il consigliere PD – che il consigliere del territorio Degli Angeli non abbia partecipato al voto delle proposte per i nostri territori . Ringrazio invece il collega Lena per aver votato, a differenza della sua maggioranza, a favore ad alcune di queste proposte, tra cui quelle riguardanti l’ATS unica di Cremona e il potenziamento di alcuni servizi dell’ospedale di Cremona; i posti letto per l’Istituto di riabilitazione Kennedy e il potenziamento del servizio di neuropsichiatria a Crema; la chiusura della sperimentazione per il nuovo Robbiani di Soresina e il potenziamento del presidio sanitario Oglio Po a Casalmaggiore. È inutile andare sui giornali a sostenere battaglie e annunciare interventi, se poi non si votano le proposte per dare risposte ai territori e ai cittadini” conclude Piloni.
Sempre sulla questione della sanità territoriale è intervenuto Vittore Soldo, segretario provinciale del Partito Democratico di Cremona: “Si tratta di una legge che non risolve i problemi dei cittadini lombardi anzi, se possibile, aumenta la confusione di una macchina sanitaria troppo ingarbugliata e farraginosa. Un semplice aggiustamento resosi necessario per non inciampare nella censura del Governo, come richiesto da Agenas, e per poter ricevere le risorse stanziate con il PNRR. Le uniche vere novità, ovvero le Case e gli Ospedali della Comunità, sono infatti mutuate da scelte fatte a livello nazionale ed europeo e non certo regionali. Le liste d’attesa, i ticket e la loro rimodulazione, la prevenzione, le malattie rare, le malattie mentali, i medici di famiglia, le nuove professioni sanitarie, la rete territoriale, il ruolo dei sindaci, il sociosanitario, la disabilità, la gestione degli anziani sono tutti temi cruciali ma solo sfiorati, se non del tutto ignorati da questa nuova legge. Così come un modo diverso di pensare il rapporto pubblico privato, con un recupero della regia pubblica e la valorizzazione del terzo settore e del no profit. Ancora una volta la maggioranza si è nascosta dietro facili slogan, dalla libera scelta all’eccellenza lombarda, senza avere un minimo di capacità autocritica, senza una riflessione su quanto in particolare con il Covid le lombarde e i lombardi hanno, purtroppo, drammaticamente sperimentato”.