Nella giornata di ieri, martedì 23 giugno, il sottosegretario Nava di regione Lombardia ha annunciato la salvezza di alcuni uffici postali, tra cui quelli di Gallignano e Vicomoscona.
Unico che rischia fortemente la chiusura rimane quello di Ombriano, a Crema.
Appresa la notizia, non si è fatta attendere la dura reazione del sindaco Stefania Bonaldi, da subito in prima linea per la difesa della posta di Ombriano.
“È offensiva l’enfasi del sottosegretario regionale Daniele Nava, che vuole venderci come un trionfo la bruciante sconfitta cui è andato incontro la sua negoziazione con Poste Italiane, risoltasi con la chiusura di ben 46 uffici sui 61 a rischio di chiusura. Solo 15 uffici postali sono stati salvati dal disastro. Un rovescio che commemora degnamente i 200 anni della battaglia di Waterloo, vista però dalla parte di Napoleone.
Una Regione con oltre 10 milioni di abitanti si mostra incapace di stare con la schiena diritta davanti a Poste Italiane, che si comporta come una qualsiasi azienda di provincia e razionalizza un servizio, già di scarsa qualità, con tagli lineari e dissennati. Il sottosegretario Nava aggiunge questo insuccesso agli effetti della pesante razionalizzazione degli altri uffici postali lombardi, interventi che servono a Poste italiane per quotarsi in borsa. Una volta di più la finanza vince sulla politica e schiaccia i cittadini.
Avendo partecipato ad almeno tre riunioni del tavolo regionale Anci – Regione, con il predetto sottosegretario che avocava a sé il ruolo di negoziatore con Poste italiane, denuncio la fragorosa indifferenza, sua e dei suoi uffici, di fronte alla delicata quesitone dell’ufficio postale di Ombriano, che offre servizio a un quartiere di 6.300 abitanti.
Il criterio demografico, decisivo per amministratori coi piedi per terra, è stato soppiantato da argomentazioni fantasiose e incredibili, dando priorità a quelle frazioni dove erano assenti sportelli bancari o linee di trasporto pubblico locale. Inutile ribadire che quando il TPL è a chiamata, come lo è il sevizio del Miobus ad Ombriano, risulta impraticabile per utilizzi come l’accesso al servizio postale.
Ancora, un criterio ulteriore è stata l’analisi dei volumi di attività dei singoli uffici postali. E qui Regione Lombardia si è distinta per debolezza e vacuità, accettando supinamente che Poste italiane si trincerasse dietro la riservatezza dei dati aziendali, per non rendere noto al tavolo il risultato operativo dei singoli uffici.
Abbiamo solo saputo che gli uffici postali venivano divisi in tre classi: A (fino a 20 operazioni/die) B (da 20 a 40 operazioni / die) C (oltre le 40 operazioni /die). Ovviamente Ombriano, con i suoi oltre 6mila abitanti, era classificata nella fascia C. Probabilmente sarebbe stata in classe H o G, se fossero state usate tali categorie, ma il destino della dell’ufficio postale di Ombriano era stato scritto a quattro mani, da un’azienda superficiale e distratta, da una Regione interessata a salvare Comuni politicamente più “vicini”.
La nostra battaglia, sinora combattuta in ogni occasione con serietà e argomenti, portati alla attenzione di Poste Nazionali e Regionali, Regione Lombardia, Anci Lombardia, non ha sortito effetto. Le scelte operate, che rispondono ad alchimie distanti dagli interessi dei cittadini, nel nostro caso lasciano scoperto Ombriano, tre volte più popoloso delle due frazioni della provincia salvate messe insieme.
Regione Lombardia è il primo responsabile di questa ferita, perché tradisce il dovere di tutela dei suoi territori e dei cittadini che li abitano, accontentandosi degli slogan vuoti tipici della politica peggiore.
Se queste scelte si confermeranno a livello nazionale invito gli ombrianesi ed i cremaschi a una mobilitazione in massa, sotto il Pirellone, con loro invito tutti i consiglieri comunali disponibili a dare una mano nell’organizzazione. Io sarò in prima linea per protestare contro l’indifferenza con cui sono state tenute le nostre ragioni, quelle di 6mila abitanti della frazione più popolosa di Crema.”
Non di un buon risultato ma di un risultato parziale, si tratta, secondo il consigliere Pd Agostino Alloni, che commenta così la revisione del piano di Poste spa, dopo le pressioni del Consiglio regionale per limitare chiusure e razionalizzazioni.
“Il territorio cremasco è un territorio popoloso ed è stato fortemente penalizzato, nonostante la sospensione e il tavolo di trattative aperto. Con la chiusura dell’ufficio postale del quartiere di Ombriano a Crema, sul quale insistono circa 6000 utenti, non si può certo parlare, come ha fatto il sottosegretario Nava, di buoni risultati portati a casa. Siamo riusciti a contenere i danni, perché 2 sedi sono state salvate, ma ora occorre fare il possibile per scongiurare la chiusura di quella cremasca. Non ci possiamo accontentare delle scelte volute e imposte da Poste sulla testa degli utenti e senza tener conto delle specificità di un territorio come quello del quartiere più popoloso della città”.