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DOCUMENTO PIANO DI ZONA 2015-2017

A seguire il documento relativo al Piano di Zona 2015-2017, discusso ed elaborato nel gruppo politiche sociali e in Segreteria Cittadina e poi discusso ed approvato durante la Direzione cittadina del 5 marzo scorso.
Il documento verrà poi condiviso in Assemblea Provinciale.
Le istanze portate nel documento sono già state espresse all’assessore al welfare Mauro Platè e stiamo valutando il modo in cui renderle pubbliche.

I PIANI DI ZONA 2015-2017: SVILUPPO SOCIALE, EQUITA’ E COESIONE

La Direzione Cittadina del Partito Democratico di Cremona, sulla base dell’approfondita discussione e delle proposte formulate dalla “Commissione Politiche Sociali”, rende nota la propria posizione sulle tematiche sociali, generali e specifiche, da porre alla base dell’elaborazione del “Piano di Zona 2015-2017”.

L’appuntamento della stesura dei nuovi Piani di Zona assume un significato particolare nel contesto socio-economico attuale, contesto che mette a dura prova la stessa “tenuta sociale” delle nostre collettività. Sempre più evidente infatti è la forbice tra un contesto sociale segnato dalle difficoltà economiche e lavorative, che esprime quindi una domanda crescente, esigente e diversificata, e la possibile offerta, che vede risorse nazionali drasticamente ridotte e risorse comunali altrettanto scarse,  in relazione  alle manovre sulle finanze locali degli ultimi. Questa situazione impone alla politica un salto di qualità e una più forte capacità di scelta.

Certo negli anni scorsi i Comuni della provincia di Cremona, a conferma delle tradizioni di un territorio, hanno mostrato di saper “tenere” sul piano della difesa della spesa sociale: i 115 € pro capite medi sono tra i più alti della Lombardia, terzi dopo Milano e Monza, ma molti problemi restano ed esigono risposte “nuove”.

La finalità principale dei nuovi piani di zona deve essere la tutela dei diritto all’uguaglianza tra le persone che vivono sul territorio, indipendentemente da quale sia il Comune nel quale risiedono.

Le profonde differenze, di quantità e qualità dei servizi di cui possono usufruire, unitamente alla disparità di costi, distorcono e sviliscono il principio di “pari opportunità” e non possono più essere portate avanti.

Certo, il cambiamento deve essere apportato e supportato in maniera graduale, operando concretamente in ciascuno dei nostri Distretti prima, tra i diversi Distretti subito dopo e così via, con consapevolezza delle difficoltà che si potranno evidenziare, ma con estrema determinazione. In questo contesto il ruolo del Comune di Cremona diventa fondamentale, per tornare ad esercitare una funzione di traino e di leadership strategica per il territorio.

In quest’ottica, i democratici cremonesi offrono al dibattito e all’approfondimento politico la proposta di cinque obiettivi:

1.Riequilibrio tra le risorse programmate e gestite a livello comunale e quelle  programmate e gestite a livello distrettuale.

Attualmente, a livello provinciale, solo il 25% delle risorse viene programmato e gestito a livello distrettuale; ciò comporta, inevitabilmente, il rischio di grandi differenze tra un Comune (e/o una aggregazione di Comuni) e l’altro.

Il nuovo piano, a nostro avviso, deve prevedere obiettivi numerici precisi al riequilibrio (a titolo esclusivamente esemplificativo, portando la spesa “associata” al 35% il primo anno, al 45% il secondo, il 55% alla fine del terzo), individuando modalità e meccanismi operativi.

2.Il nuovo ISEE, primo, fondamentale banco di prova.

Nato come strumento di equità, di coesione e di cittadinanza a livello nazionale (Livello Essenziale delle prestazioni sociali), non è pensabile che possa diventare prigioniero della frammentazione comunale (attualmente sono presenti 115 ISEE).

Questa, cercando di conciliare prudenza, gradualità, necessità di sperimentazione, la nostra proposta per una regolamentazione (quantomeno) distrettuale:

  • affermazione del principio di “universalità” degli accessi, col solo limite, se e quando necessario, del rispetto del patto di stabilità;
  • adozione del “metodo della progressione lineare”, ritenuto in linea di principio il metodo in grado di garantire la maggiore equità, per la gran parte dei servizi soggetti ad ISEE, a partire ovviamente da quelli particolarmente onerosi per il singolo destinatario (ad esempio: sostegno economico, asili nido, accoglienza residenziale minori, assistenza domiciliare anziani e disabili, centri socio-educativi, centri diurni disabili, servizi formazione all’autonomia, comunità alloggio disabili, integrazione R.S.A., centri diurni integrati);
  • adozione del “metodo a scaglioni” praticamente solo per servizi dal costo relativamente limitato, “forbice” di co-partecipazione da parte del Comune sostanzialmente ristretta, alto numero di utenti che renderebbe amministrativamente complicato l’applicazione del metodo lineare (ad esempio: mense scolastiche, trasporto scolastico, pasti a domicilio);
  • definizione di quota minima per tutti i servizi che inducono un “risparmio” nella vita domestica familiare, ad esempio perché il servizio comprende il pasto (asili nido, mensa scolastica, trasporto scolastico, centri diurni estivi, pasti a domicilio, C.S.E., C.D.D., S.F.A., C.D.I.);
  • definizione a livello distrettuale, servizio per servizio, di ipotesi medie di soglie, formule di progressioni lineari o di scaglioni, quote minime di partecipazione;
  • definizione del “range” di scostamento (in più o in meno) dalle ipotesi medie formulate, all’interno del quale i Comuni, secondo il Distretto, dovrebbero, nella loro autonomia, decidere di mantenersi (ad esempio: 15% il primo anno, 10 % il secondo, 5% il terzo).

3.Avvio di nuovi approfondimenti in tema di “dimensione”

Quello della programmazione locale in dimensione sovradistrettuale è un tema decisivo per migliorare qualità, efficacia, efficienza.

La Regione, giustamente, lo indica come prioritario nelle Linee Guida, tanto da prevederlo come criterio di premialità in caso di progetti sovra-distrettuali. Non è certamente un tema semplice, ma è necessario iniziare ad affrontarlo, individuando possibili sperimentazioni.

4.Miglioramento delle conoscenze e ri-composizione

Lavorare in un’ottica di moderno welfare territoriale significa programmare il miglioramento della conoscenza del contesto economico e sociale, leggere i bisogni – e non solo la domanda – dei singoli e delle famiglie, ri-componendo i settori di intervento, sociale e sanitario innanzitutto, ma anche riguardanti lavoro, casa, scuola…un welfare che agisca rafforzando le risorse individuali delle persone e le loro competenze sociali, integrando risorse e opportunità.

L’obiettivo  della ricomposizione delle conoscenze,  dei servizi e delle risorse  si raggiunge mediante la partecipazione attiva e continuativa di vari attori del sistema di welfare, pubblico e privato, in un ottica di welfare comunitario a forte regia pubblica. Fondamentale la valorizzazione di un nuovo ruolo del terzo settore, non più solo considerato come un soggetto erogatore ma come un partner affidabile con cui programmare e gestire le politiche in un’ottica di co-progettazione e corresponsabilità dei rischi e dei benefici della collettività. Un welfare, in altre parole, non solo “riparativo” ma “generativo”, centrato sulle capacità, finalizzato ad essere motore di investimento e trasformazione sociale.

Nell’ottica delle programmazione politica sul welfare locale, pensiamo che il Partito Democratico, fin dalle fasi della progettazione sul welfare, debba stimolare e tenere in considerazione gli apporti che possano venire dalle associazioni del terzo settore, per  attuare percorsi di vero coinvolgimento, rispettosi e valorizzanti di quanti offrono servizi alle persone lavorando in organizzazioni del privato sociale.

5.La governance

Un quadro nuovo e ri-compositivo significa un sistema di relazioni più evoluto e maturo tra Regione, ASL e Comuni.

Spunti significativi, a volte interessanti, sono stati offerti dalla Regione, con l’indicazione di strumenti quali il rapporto paritario, il fondo indistinto, lo sviluppo e il consolidamento della Cabina di Regia.

Ma anche il territorio deve fare un salto di qualità, cominciando dal praticare, con spirito e criteri nuovi, gli strumenti di governance.

A partire da quelli esistenti; a partire dal Consiglio di rappresentanza dei Sindaci del quale va probabilmente ripensata la composizione con l’obiettivo di farne uno strumento stabile e continuativo di lavoro in corso d’anno, con persone che conoscano e seguano assiduamente queste tematiche, in grado di affiancare ai confronti tecnici una vera visione politica. È necessario in questo senso far sì che la modalità di collaborazione tra ASL ed Enti Locali consentano alle competenza che sono maturate nei diversi ambiti di incontrarsi e potenziarsi a vicenda, così che i comuni mantengano anche nel confronto con la ASL il ruolo di attori politici, dal quale non si può prescindere.

PILONI E GALLETTI: COMUNICATO CONGIUNTO SU USCITA CONSIGLIERI FIAMMA E CHIAPPANI

C’è un punto fondamentale, di sostanza e di forma, che forse sfugge ai due consiglieri comunali eletti nella lista del PD che hanno deciso di uscire dal gruppo consiliare.

Il miglior modo per sostenere Matteo Renzi, il nostro segretario nazionale, e il progetto del PD, che va oltre il segretario pro-tempore, sta proprio nel sostenere il Pd nel suo interno, in ogni sua forma ed espressione, negli organismi di partito e in consiglio comunale che, vale la pena ricordarlo, è l’espressione del PD nelle Istituzioni. All’interno del PD non mancano spazi. Anzi.
Sostenere Renzi, da iscritti del PD, e uscire dal gruppo consiliare è un controsenso davvero difficile da comprendere.
Nessun anatema, nessuna minaccia di espulsione.
Chi sceglie di costruire altri spazi fuori dal PD, semplicemente, è in contraddizione con il PD stesso, per cui decide di chiamarsi fuori.
E’ una scelta, legittima seppur incomprensibile per noi quanto per gli elettori. E ci dispiace di tale scelta.
E’ vero, il codice etico vale per tutti, nella forma, all’atto della sottoscrizione, così come nella sostanza, negli atteggiamenti e nei comportamenti.
Non è costruendo una nuova “corrente” che si costruisce il dibattito interno, soprattutto quando si decide di chiamarsi fuori.
Matteo Piloni – segretario provinciale PD
Roberto Galletti – segretario cittadino PD

USCITA DAL GRUPPO CONSILIARE PD CONSIGLIERI FIAMMA E CHIAPPANI: COMUNICATO STAMPA SEGRETERIA CITTADINA PD

Cremona, 23 Febbraio 2015

La Segreteria Cittadina del Partito Democratico, appresa dalla stampa la decisione dei Consiglieri Chiappani e Fiamma di uscire dal Gruppo Consiliare PD, esprime forti perplessità rispetto alle modalità utilizzate ed alle motivazioni politiche addotte dai due Consiglieri.

Tali scelte non appaiono infatti rispettose del percorso condiviso in questi mesi, a partire dagli impegni assunti al momento della candidatura con la sottoscrizione di un Codice Etico al cui interno viene espresso il valore secondo cui non si può essere contemporaneamente nel Partito e fuori da esso, soprattutto nel momento in cui si è investiti della responsabilità di rappresentare le Istituzioni.

Oltre agli impegni assunti e sottoscritti rispetto al Partito da parte dei due Consiglieri, è necessario sottolineare come nel Partito non siano mai mancati gli spazi d’apertura necessari per esprimere qualsivoglia posizione, né mai mancheranno.

Date le dichiarazioni rilasciate da Fiamma e Chiappani è pertanto evidente ed inevitabile la scelta da parte degli stessi di allontanarsi dal Partito Democratico.

Inoltre risulta assolutamente impropria la volontà manifestata di utilizzare il nome del Segretario Nazionale del Partito Democratico, utilizzo per il quale verranno segnalati nelle sedi opportune e conseguentemente diffidati da chi ne ha facoltà.

Siamo ovviamente dispiaciuti di tale scelta, soprattutto perché non se ne comprendono le ragioni.

La partecipazione ad un partito come il Partito Democratico è una cosa seria.

Così come è serio e deve essere serio e responsabile il rapporto con gli elettori senza assumere di fatto posizioni incompatibili.

Non è ammissibile sostenere un Partito ed il suo Segretario che “primus inter pares” lo rappresenta stando fuori dal Partito stesso.

Evidentemente i due Consiglieri sono stati mal consigliati, non solo sull’impossibilità di costituire un gruppo autonomo, ma anche in merito alle modalità per confluire in un gruppo già esistente come quello del Misto.

Infine, al di là delle formalità, ciò che rimane è la sostanza politica ovvero la scelta di due Consiglieri Comunali, eletti nella lista del PD, di uscire dal Partito.

Il Partito Democratico cittadino ne prende atto.

D’altronde la chiarezza è sempre un fatto positivo.

Il Segretario Cittadino PD e la Segreteria Cittadina PD

Legge anti-moschee. Da PD, M5S e Patto civico 3 pregiudiziali di incostituzionalità

I tre gruppi di opposizione in Regione – Pd, M5S e Patto Civico – insieme per quella che é prima di tutto una battaglia di civiltà. Nel Giorno della Memoria, martedì 27 gennaio, la maggioranza di Maroni vuole approvare la legge sui luoghi di culto che viola un diritto sancito dalla Costituzione, quello della libertà di culto.
Le opposizioni, insieme, presenteranno tre pregiudiziali di incostituzionalità e una questione sospensiva.

Da tutto il PD piena solidarietà ai cremonesi, ai commercianti e al sindaco Galimberti. Ora è il momento di prendere e sostenere azioni importanti

Quanto accaduto sabato a Cremona è frutto di delinquenti, che nulla hanno a che vedere con l’antifascismo e la democrazia.
Purtroppo la manifestazione è risultata il pretesto per creare volutamente disagi, danni, disordine e violenze.

Solidarietà e vicinanza dunque a Cremona, a tutti i cremonesi e ai commercianti, per quanto hanno subìto, e alle forze dell’ordine per lo sforzo messo in campo, evitando che la situazione degenerasse ulteriormente.

Piena vicinanza e sostegno al sindaco Gianluca Galimberti e all’amministrazione tutta che in queste ore stanno subendo critiche ingiuste e sbagliate e che nonostante queste stanno mettendo in campo azioni importanti.

A questo proposito fa bene l’amministrazione a mettere in discussione le convenzioni con i centri sociali, i quali hanno tradito il rapporto con la città.

Una risposta forte a quanto accaduto e che nessuna amministrazione aveva dato, anche nel recente passato.

Una risposta seria, al contrario di tanti commentatori del giorno dopo che, nonostante il ruolo politico e amministrativo che ricoprono, si cimentano nel gioco di chi vuole a tutti i costi identificare nel sindaco il capro espiatorio, per una sola questione elettoralistica, dimostrando la totale assenza non solo di informazioni, ma soprattutto del senso delle Istituzioni e dell’Unità, qualità necessaria soprattutto in queste difficili situazioni.

Matteo Piloni, segr. Provinciale PD Cremona