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Abbiamo un sogno per Cremona e con Cremona, un sogno grande e aperto al futuro: Cremona, città internazionale che guarda all’Europa e al mondo, a partire dal suo territorio, capace di attrarre persone e generare lavoro.
Dobbiamo riscoprire quanto i cittadini cremonesi siano risorse per la città: sostenere e mettere insieme giovani, anziani, artigiani, professionisti, imprese, cooperative, sindacati, associazioni, quartieri e territori, scuole e università, per liberare le energie della città; ascoltare, costruire partecipazione, assumere le responsabilità a cui un’amministrazione è chiamata, ma radicandole in un confronto forte con le persone, i quartieri, il territorio.
Vogliamo combattere il declino che la nostra città vive. Perdiamo giovani, chiudono negozi e attività. Un aumento delle tensioni sociali segna il vissuto dei nostri quartieri. Ma abbiamo moltissime potenzialità: abbandoniamo la rassegnazione e accogliamo in città un’energia nuova, viva e competente, una passione per il bene comune con idee e progetti da realizzare.
Non abbiamo bisogno di vuote promesse, ma di proposte coraggiose e concrete.
Lavoriamo per una città che si riconosce come comunità, mettendo al centro le persone, le famiglie; una città che sa valorizzare la rete di relazioni presente nei quartieri, nelle associazioni, nelle cooperative, e sa unire le forze, coordinarle, sostenerle con l’aiuto di un Comune più vicino, innovativo nelle proposte sociali.
Una città in cui è più facile abitare, perché c’è una forte attenzione alla casa.
Una città che costruisce luoghi per tutti, cura e protegge le persone più fragili e ne valorizza tutte le capacità e le risorse.
Una città che riporta le periferie al suo centro e sa che è possibile immaginare il futuro insieme, unendo e non dividendo.
Una città che investe in formazione, innovazione tecnologica e ricerca per generare lavoro. Non si tratta di appropriarsi di competenze non previste, ma di assumere un ruolo attivo nelle scelte che riguardano lo sviluppo del territorio. È necessario individuare e sostenere i settori strategici, costruire un sistema coeso di ricerca, alta formazione, cultura, produzione artigianale-artistica e impresa, a partire dai nostri punti di forza: la liuteria, la musica, l’agroalimentare, la zootecnia, l’Information Technology.
Operiamo per una città più collegata alle altre, a partire da Milano, per rompere l’isolamento in cui siamo. Una città che torna a essere leader nel territorio, perché alcune questioni cruciali per il nostro sviluppo possono essere affrontate solo insieme ad altre città.
Una città che sa attirare turisti e rende vivo il centro, attraverso progetti, ascolto e comunicazione costante fra gli attori coinvolti.
Desideriamo una città ricca di cultura. Cultura è la vita di una città, come pensa se stessa, il suo futuro, il suo territorio, la sua storia; cultura è la qualità e la bellezza delle relazioni vissute. Parlare di cultura in città significa avere in mente un’idea di città, un progetto di futuro che riguarda molteplici ambiti non disgiunti gli uni dagli altri, ma strettamente connessi e interrelati. Pensiamo una città che, integrando insieme pubblico e privato, fa della cultura la sua ragione di vita e il suo volano di sviluppo anche turistico e commerciale.
E cultura nuova significa anche nuove scelte ambientali e una nuova idea di sviluppo, uno sviluppo capace di integrare politiche diverse: ambientali, sociali, urbanistiche ed economiche.
Pensiamo a una città che si prende cura del suo ambiente, patrimonio ed eredità per il futuro: investire su un ambiente sano è una scelta di efficienza e responsabilità per la vita oggi e la vita futura.
Una città di diritti e doveri, che affronta concretamente le questioni che riguardano la vita di molte persone.
Una città che elimina burocrazia, digitalizzando la pubblica amministrazione. Dobbiamo potenziare l’uso delle tecnologie per l’amministrazione comunale e per la comunità. Le innovazioni di servizio e di processo realizzabili possono contribuire a migliorare i servizi per la comunità, trasformare le relazioni con le imprese, aumentare la trasparenza e ridurre la corruzione, migliorare il rapporto costi/benefici nell’attuazione delle politiche pubbliche.
L’efficienza della macchina comunale, la capacità di programmare gli interventi, la capacità di controllare e combattere gli sprechi, anche attraverso l’utilizzo di strumenti informatici non ancora sfruttati, consente di ottimizzare le risorse disponibili e di risparmiare.
Risparmiare significa anche sapere che fare tagli indiscriminati comporta pagare, in seguito, conti salati: occorre scegliere priorità di spesa con attenzione al futuro.
Mancano i soldi, ma non mancano idee: dobbiamo cercare le risorse là dove sono presenti, attingendo a fondi europei, ministeriali, regionali e di privati.
Le aree tematiche di sviluppo su cui l’Europa investirà fino al 2020 contengono indicazioni e idee che intendiamo fare nostre nel presente programma. La strategia Europa 2020 mira a una crescita che sia: intelligente, grazie a investimenti efficaci in istruzione, ricerca e innovazione; sostenibile, grazie alla decisa scelta a favore di un’economia a basse emissioni di CO2 e della competitività dell’industria; solidale, ossia focalizzata sulla ricostruzione di legami sociali, sulla creazione di posti di lavoro e sulla riduzione della povertà. Serve un’idea di città e di sviluppo per realizzare progetti innovativi.
Abbiamo un sogno per la nostra città. Sentiamo la responsabilità di un grande progetto da condividere, un progetto che parla di futuro, di sviluppo, di lavoro, di relazioni nuove, di ricerca, di innovazione, di legami di prossimità, di bene comune.
Ecco il nostro comune obiettivo: fare scelte chiare, imparare a lavorare insieme nella città e per la città, per affrontare i problemi di oggi guardando al futuro. Questa è per noi una Cremona “intelligente”, una Cremona “Smart City”, che lavora oggi, pensandosi nel futuro, immaginando un progetto con cittadine e cittadini.