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Bilancio regionale, il consigliere Piloni (PD) ha presentato proposte di modifica a favore del territorio

Lunedì 16 dicembre il consiglio regionale inizierà a discutere il bilancio 2020 di Regione Lombardia. Il consigliere regionale del Partito Democratico Matteo Piloni ha presentato una serie di proposte, tra emendamenti e ordini del giorno, per finanziare interventi e misure specifiche in favore della Provincia di Cremona.

Per quanto riguarda il settore dell’agricoltura, importante per tutto il nostro territorio, Piloni rileva che: “E’ incredibile che nella prima regione agricola del nostro paese i fondi destinati agli investimenti in agricoltura siano addirittura ridotti di 800mila euro, nonostante dal governo arrivino 741 milioni di euro in più”. Per questo motivo il PD ha presentato proposte per destinare 300mila euro per la lotta alle nutrie, visto che quest’anno non sono state stanziate nemmeno le poche risorse che erano state messe a bilancio negli anni precedenti. Chiesti inoltre 5 milioni a sostegno delle imprese agricole, per l’acquisto di mezzi e attrezzature agricole.

Un ulteriore emendamento di 10 milioni di euro è stato presentato per sostenere i comuni colpiti dal maltempo dello scorso agosto, anche per quelli del Cremasco, che ha causato ingenti danni. Le amministrazioni locali si sono da subito attivate per affrontare l’emergenza e gestire quanto prima il ripristino dei danni più importanti, ma da sole non possono farcela. Ad oggi Regione Lombardia non ha stanziato risorse economiche per far fronte, almeno in parte, a questi danni e noi crediamo che possa farlo, indipendentemente dalle scelte dello Stato che, attraverso la risposta della protezione civile che ne ha la competenza, ha ritenuto di non riconoscere lo stato di calamità. Un’altra proposta di modifica prevede di destinare 300 mila euro al Teatro Amilcare Ponchielli a Cremona , uno dei luoghi più importanti e simbolici per la comunità cremonese riconosciuto anche a livello internazionale. 

Adeguati stanziamenti nei bandi e nel Piano di Sviluppo Rurale con specifiche premialità destinate ai contratti di fiume in merito a progetti di valorizzazione delle aree limitrofe ai fiumi e ai laghi. E’ questo il dispositivo di un ulteriore ordine del giorno presentato al bilancio regionale. Il consigliere regionale PD precisa: “Il contratto di fiume è uno strumento di programmazione che, contribuendo allo sviluppo locale, ha tra i suoi obiettivi la tutela e la corretta gestione delle risorse idriche, la valorizzazione dei territori fluviali, la riduzione del rischio idraulico e dell’inquinamento delle acque e la riqualificazione dei sistemi ambientali. Il Comune di Cremona è prossimo alla sottoscrizione del suo contratto di fiume con 34 comuni del cremonese e del lodigiano e ha già stipulato un accordo territoriale con la Regione, il Comune di Piacenza e la Regione Emilia. Si tratta di contratto che ha l’obiettivo di valorizzare il Po e che contiene una visione che punta alla prevenzione e alla manutenzione del bacino attraverso grandi opere pubbliche. Un progetto che coinvolge l’ambiente, la cultura, lo sport, la mobilità dolce, il turismo, l’impresa e l’ulteriore sviluppo della navigabilità”.

Infine il sostegno alla mobilità sostenibile per favorire la promozione di bandi per la realizzazione di interventi legati alla ciclabilità urbana e turistica, incentivando l’utilizzo, per la loro realizzazione, di materiale riciclato. Matteo Piloni, da sempre in prima linea su questo argomento ha presentato un ordine del giorno, che verrà discusso in consiglio regionale per chiedere alla Regione di attivarsi a sostegno della realtà locali. “I singoli Comuni stanno già facendo un grande lavoro in proposito, in quanto promuovono la ciclabilità sui propri territori partecipando attivamente a bandi europei, nazionali e regionali. Inoltre, approvano i piani urbani della mobilità sostenibile, i cosiddetti Pums, con indicazioni specifiche sullo sviluppo della mobilità ciclistica e alcuni comuni hanno già sperimentato, nella fase esecutiva di alcune ciclabili, dei materiali riciclati. Ora tocca alla Regione Lombardia – conclude il consigliere dem – che da tempo si é dotata del piano regionale della Mobilità ciclistica, continuare a finanziare i progetti per lo sviluppo e la messa in sicurezza di itinerari e percorsi, premiando appunto l’uso dei materiali riciclati”. A questo proposito è stato depositato anche un emendamento specifico per finanziare, con 300 mila euro, una pista ciclopedonale che colleghi i Comuni di Misano di Gera d’Adda, in Provincia di Bergamo, e Vailate, in Provincia di Cremona. Un’opera molto importante e strategica per quel territorio perchè unirebbe la bassa bergamasca al circuito (già esistente) di ciclabili del Cremasco, collegando direttamente anche Caravaggio, verso il Santuario e la stazione ferroviaria, Calvenzano e Treviglio. 

Elezioni provinciali, Soldo: “PD forza seria e responsabile. Con Signoroni a difesa delle istituzioni e della politica locale”

Le nuove elezioni per il Presidente della Provincia di Cremona si terranno nella giornata di sabato 23 novembre 2019. Entro i termini previsti per la presentazione, è pervenuta la candidatura unica del sindaco di Dovera Paolo Mirko Signoroni, sostenuto dalla lista “Per una Provincia Unita” e dalle firme di 270 amministratori locali, civici e democratici. A seguito del deposito della candidatura, il segretario provinciale del Partito Democratico Vittore Soldo ha deciso di ricostruire, in maniera specifica e dettagliata, tutte le vicende degli ultimi mesi . Ecco il testo integrale dell’intervento:

Nei giorni scorsi abbiamo letto che Lega e Forza Italia, hanno deciso di non presentare nessuna candidatura per il Presidente della Provincia di Cremona. Poi abbiamo raccolto lo sfogo di un sindaco “civico” rispetto alla politica locale e in ultima battuta, non pienamente soddisfatti delle manifestazioni di malcontento ricevute, arrivano Rifondazione e i Verdi: non avrei mai pensato di innescare tanto malcontento in così poco tempo! Ma andiamo per ordine perché la questione è molto più interessante di quanto non sembri. Ormai è diventato sport nazionale quello di dire che le province non contano più nulla e che la riforma Delrio è una sciagura. La maggior parte di quelli che fanno queste affermazioni lo fanno senza nemmeno avere cognizione di causa: considerazioni che una volta erano lasciate a contraenti che avevano esperienza e cognizione, ormai vengono ridotte a disquisizioni da bar. E purtroppo dal livello di discussione a cui si sono volute far scivolare si fa fatica risollevarle: è in atto una banalizzazione delle questioni, anche da parte di chi fa politica attiva, che è allarmante. Tornando alla vicenda in oggetto, inizierei a rispondere alle contestazioni del centrodestra provinciale: dichiarano di non voler partecipare all’elezione del Presidente della Provincia perché il comportamento tenuto, soprattutto dal Partito Democratico, rappresenta uno sfregio nei confronti delle istituzioni e della politica. Si aggiunge inoltre che sempre il Partito Democratico ha la responsabilità di aver “ammalorato” il clima politico in Provincia di Cremona. Adesso io capisco la posizione del centrodestra però è giusto fare una piccola cronistoria della vicenda per far capire chi e perché ha deciso di inquinare il clima ed il sereno confronto tra forze politiche.

Nel mese di luglio (2019) il sottoscritto, insieme al vice presidente della Provincia di Cremona Rosolino Azzali, ha incontrato Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia per parlare di alcune nomine che avremmo dovuto chiudere nel breve periodo. In quell’occasione io e Azzali, non altri, abbiamo dichiarato la disponibilità ad arrivare ad un candidato unitario tra tutte le forze politiche per la presidenza della Provincia di Cremona, dimostrando assoluta apertura al centrodestra locale. Da quel momento non abbiamo avuto nessun riscontro fino a tre giorni prima del deposito delle candidature, quando mi è stato comunicato che il candidato alla Provincia per il centrodestra era Rosolino Bertoni. A dire il vero, prima che mi fosse comunicato a voce, il suo nome lo avevo letto sulla stampa locale: questo per far presente la correttezza dei rapporti messa in campo dalla nostra controparte. Ma non mi sono mai fermato alla forma e ho sempre guardato alla sostanza. Da quel momento in poi abbiamo assistito ad una serie di eventi che ci hanno fatto capire di dover sempre gestire con molta cautela le posizioni del centrodestra cremonese, prima di tutto perché i partiti che lo compongono sono all’apparenza uniti ma poi manifestano, nelle azioni, linee politiche diverse e in alcune situazioni divergenti. Ne è un esempio la proposta che ho ricevuto da parte di Forza Italia di non depositare nessuna candidatura per le elezioni del 25 agosto scorso. Proposta rispetto alla quale invece la Lega non ha aderito. Già qui si può immaginare la difficoltà di capire quale dovesse essere l’interlocutore a cui fare affidamento! Dopo il comunicato stampa di Lega e Forza Italia, a sostegno della candidatura di Bertoni e prima del deposito delle candidature, ho e abbiamo ricevuto molteplici proposte da una parte di quello stesso centrodestra (che aveva appena candidato Bertoni) di ritornare ad una candidatura unitaria. Poi abbiamo affrontato la campagna elettorale nella canicola agostana in cui ci siamo sentiti dire di tutto dal centrodestra di essere dei “poltronari” ed aver messo insieme un’alleanza “contro natura”. Noi abbiamo sempre risposto riportando i fatti avvenuti e senza nemmeno essere mai essere smentiti a riprova dell’assoluta veridicità di quanto affermato.

Si arriva quindi al 25 agosto scorso in cui si manifesta un dato politico che nella storia di questa vicenda non può e non potrà essere mai superato. Mirko Signoroni viene eletto Presidente della Provincia con un’elezione che avviene nel rispetto del principio su cui poggia la democrazia liberale: il principio di rappresentanza. Principio che non può essere paragonato alla stregua del principio su cui si basano le competizioni sportive. Il 25 agosto si è raccolta la volontà politica degli elettori di secondo livello in Provincia di Cremona, che si sono espressi con una maggioranza chiara e incontestabile rispetto alle due proposte in campo. Questo dato deve essere considerato il faro che ci guida in questa vicenda che non può essere superato nemmeno con una sentenza di un giudice, sia amministrativo o ordinario: il dato politico resta e resterà. Faccio presente che il primo obiettivo dell’accordo che ha portato all’elezione di Mirko Signoroni, lato nostro, partiva dalla necessità di “mettere in sicurezza” la maggioranza in consiglio provinciale ed è giusto ribadirlo perché, in tutto questo susseguirsi di vicende, bisogna considerare che ci debba stare anche un po’ di “Politica”.

Mirko Signoroni viene quindi dichiarato prima candidabile, anche perché dall’ufficio elettorale della Provincia non sono arrivate contestazioni alla sua candidatura depositata il 5 agosto e poi, il 25 agosto, viene proclamato Presidente della Provincia sempre dallo stesso ufficio elettorale: per quale motivo si scopre che era ineleggibile solo il 18 settembre? Inoltre, il 12 Settembre, si riunisce il primo consiglio provinciale con Signoroni presidente: sapremo solo poi che gli uffici decidono di non inserire nell’ordine del giorno di quel consiglio il punto che riguarda la convalida degli eletti, questione importante per la vicenda in oggetto. Di questa decisione, gli uffici della Provincia non danno informazione né al presidente e nemmeno ai consiglieri provinciali. Arriviamo quindi al 18 settembre, quasi un mese dopo la proclamazione di Signoroni, giorno in cui la segretaria generale della Provincia scrive ai consiglieri provinciali dicendo che, per quanto verificato dagli atti, Signoroni “sarebbe” ineleggibile: quasi un mese dopo la proclamazione del Presidente! Un mese per verificare incandidabilità e ineleggibilità di una carica monocratica? Dopo questa segnalazione si assiste ad una serie di informazioni che escono dall’ente per voce dei suoi funzionari con modalità che, per un osservatore che non conosce i dettagli della vicenda, risultano quanto meno oscure e contrastanti. In prima battuta, ai consiglieri e a Signoroni, si comunica che le redini della Provincia dovrebbero essere prese in mano dal consigliere più anziano (quello che ha ricevuto più preferenze alle ultime elezioni del consiglio provinciale) che dovrebbe essere Alberto Sisti, sindaco di Castelvisconti e consigliere provinciale in carica. Poi si scopre che il consigliere “anziano” e più votato è Stefania Bonaldi, sindaco di Crema che oltretutto fa parte della coalizione che manifesta il gruppo di consiglieri più numeroso, com’è logico che sia. Poco dopo si scopre anche che la Provincia, per iniziativa dei suoi funzionari, senza informare chi ha in carico la direzione politica della Provincia, chiede un parere “pro veritate”, a titolo gratuito, ad un avvocato che, si scopre poi, essere organico alla Lega e che guarda caso dice che, causa ineleggibilità conclamata di Signoroni, deve essere nominato Presidente Rosolino Bertoni, candidato uscito sconfitto dalle urne del 25 agosto. Sulla scorta di questo parere si scopre ancora che è stato riconvocato l’ufficio elettorale della Provincia che ha proclamato Signoroni Presidente, in questo caso perché venga proclamato Bertoni; non si sa bene per quale astruso motivo ed in ragione di quale pronunciamento autorevole e definitivo. I membri dell’ufficio elettorale però fanno presente che il loro mandato è scaduto e che quindi non si può procedere all’istanza. Nel mentre assistiamo ad un balletto di dichiarazioni del centrodestra cremonese che sono quanto meno curiose, soprattutto se messe insieme ai messaggi ricevuti dal sottoscritto e da altri esponenti del Partito Democratico: da una parte si dice che non si vuole bloccare il funzionamento dell’ente e che grazie ad un accordo politico si potrebbe superare tutta la questione e poi si va sui giornali affermando che il PD sta mettendo in atto un “golpe” in Provincia e che il naturale Presidente della Provincia sia Rosolino Bertoni. Segnalo inoltre che alcuni “giornali locali”, assecondando la linea del centrodestra provinciale, hanno pubblicato la fotografia di una poltrona in prima pagina, ad indicare la pervicacia di Signoroni e del PD a mantenere il potere con le unghie e con i denti. Nel frattempo Mirko Signoroni, dopo aver sentito i suoi legali, da persona seria e rigorosa qual è, decide di sgomberare il campo da insinuazioni fastidiose e strumentali, dimettendosi da Presidente della Provincia di Cremona. Con tutto il rispetto che ho di Rosolino Bertoni e dei giudici che andranno a decidere in merito alla questione, io rimango fermo al 25 di Agosto: il dato politico sulla vittoria di Signoroni dovrebbe essere il fatto da tenere in considerazione rispetto a tutta la vicenda. La volontà degli elettori, qualunque sarà la decisione del giudice ordinario, non potrà non essere tenuta in considerazione.

Adesso si arriva a dichiarare che il clima dovrebbe essere ricreato: sono assolutamente d’accordo con questa affermazione, ma per fare questo ci dovrebbe essere reciprocità di intenti, lealtà e soprattutto serietà. La questione smetterebbe di tornare sui giornali se solo il Partito Democratico riaprisse la stagione della candidatura unitaria, chiedendo a Signoroni un passo indietro. Io però credo che la politica debba tornare ad essere rigorosa e leale: la parola, io ed il PD, la diamo una volta sola e in ragione di questo mi domando perché si dichiara quotidianamente che non si vogliono bloccare le istituzioni e in via confidenziale ci si dichiara favorevoli ad un accordo politico che metterebbe tutto a posto, compreso il ritiro del/dei ricorso/i, e poi si procede con una campagna di stampa e azioni legali per screditare la controparte? Se mi era stato detto dal centrodestra che non si voleva andare ad una candidatura unitaria, perché, adesso, si cambia idea? Oltretutto perché dovremmo non rispettare un impegno politico con amministratori seri e rigorosi per andare a braccetto con la repentina volubilità di Lega e Forza Italia cremonesi? Perché il centrodestra ha insistito tanto sull’ineleggibilità di Signoroni e poi, una volta che si è dimesso, hanno addirittura dichiarato che anche le dimissioni erano illegittime e che doveva fare dichiarazione formale di “rinuncia” e non di dimissioni? Perché come Partito Democratico dovremmo metterci nelle mani di chi non è stato leale nel confronto politico? Dopo aver ricevuto riscontro negativo ad una candidatura unitaria proposta da noi, a luglio, l’accordo fatto per la candidatura di Signoroni, per quanto riguarda il Partito Democratico, deve essere mantenuto e rispettato: altrimenti stiamo interpretando male il nostro ruolo e daremmo un pessimo esempio di politica.

A questo punto la domanda che mi pongo e pongo ai nostri sostenitori è la seguente: perché dovremo far scadere la candidatura unitaria che richiederebbe lealtà e impegno a “ripiego”, solo per assecondare le vicissitudini di Lega e Forza italia? Perché dovremmo farci carico “noi” di problemi e di un clima creato da altri? Inoltre, sulla questione dell’ineleggibilità di Signoroni si è detto e ripetuto che “forma è sostanza” (e sono d’accordo in linea generale) ma faccio presente che nel caso specifico, dal punto di vista della sostanza, si dovrebbe tenere ben presente che Signoroni non ha commesso nessun delitto e che la sottoscrizione della sua candidatura senza essersi prima dimesso dalla vice presidenza dell’A.ATo è stata una leggerezza che non aveva implicazioni di sostanza. Questo dovrebbero tenere presente tutti quelli che hanno avuto anche solo un minimo di frequentazione della politica amministrativa: la norma che regola l’ineleggibilità è da far risalire al testo unico enti locali del 2000 mentre nella legge Del Rio, anno 2014, non c’è nessun riferimento alla situazione che si è venuta a creare. Faccio inoltre presente che Signoroni non è nemmeno colpevole di aver omesso il ruolo di vice presidente dell’A.Ato provinciale, visto che se qualsiasi cittadino andasse sul sito internet ufficiale della Provincia, troverebbe il curriculum vitae di Signoroni con la dichiarazione sincera delle questioni che lo riguardano. Si è montato un caso e un polverone sul nulla che non ha fatto bene a nessuno e in alcuni momenti si è avuta la chiara impressione che fosse stato messo in atto un tentativo organizzato e coordinato di sabotare la situazione in Provincia. Si sono visti sindaci apparentemente civici, stracciarsi le vesti per difendere il senso e il ruolo della politica e si è poi scoperto che erano gli stessi ad aver partecipato attivamente al tentativo di mettere in difficoltà Signoroni e chi l’ha sostenuto. Si è capito inoltre che la struttura dell’ente ha bisogno di essere rimotivata e riorganizzata: in questa vicenda non si possono dare tutte le colpe solo alla politica. Se mi si dice che il clima è stato “ammalorato”, io rispondo che ognuno si deve assumere una quota parte di responsabilità nella vicenda, considerando che io (così come altri che hanno seguito la questione da vicino) sappiamo chi ha fatto cosa, quando e perché ed in questo momento non ci interessa superare le divergenze e ricreare un clima di sereno confronto se per fare questo dobbiamo tornare sui nostri passi, sconfessare Signoroni e rimettere in campo la possibilità di accordo unitario. Perché è a questo che puntavano Lega e Forza Italia: hanno tentato di rientrare in partita, superando la sconfitta del 25 agosto scorso e provando a forzare la mano per creare le condizioni perché si riaprisse la possibilità di un accordo unitario tra tutte le forze politiche.

In grande sintesi non si capisce perché, dopo tutto il polverone, il disordine e la cagnara sollevati da Lega e Forza Italia, tocchi al Partito Democratico “ripulire” e rimettere in ordine le cose quando invece siamo stati fermi, leali e coerenti alle nostre posizioni, da subito e da sempre. Di riportare un clima sereno di confronto politico tra le parti ce ne faremo carico in primis noi, come Partito Democratico, perché siamo una forza politica seria e responsabile che mantiene la parola presa e che si sta facendo carico di difendere le istituzioni e la politica locale. Siamo talmente sereni e rigorosi che, a questo punto, interessa più a noi che ad altri sapere come si esprimerà il giudice chiamato in causa sulla vicenda Signoroni, sia esso del tribunale ordinario o del TAR. Adesso si dice che il PD è rimasto da solo e si è isolato per difendere le elezioni del Presidente della Provincia e la candidatura di Signoroni, facendola passare per una manifesta incapacità di unire il territorio. A tutti gli effetti non è così perché, al contrario, proprio questa vicenda ci fa scoprire che ci sono tantissimi sindaci e amministratori, non solo di centrosinistra, che hanno a cuore le istituzioni e che sono seri e rigorosi, dimostrando che per il bene del proprio territorio sono ben disposti a superare steccati partitici come, del resto, ha fatto fin da subito il Partito Democratico. Quindi, se mi si dice che il PD si è isolato rispetto alle altre forze politiche, rispondo dicendo che le altre forze politiche si sono isolate dal territorio e che se questa è la consistenza delle forze politiche alternative al Partito Democratico, di cui dispone il nostro territorio provinciale, allora, citando un grande regista, il PD preferisce “ballare da solo”.

Vittore Soldo – Segretario provinciale del Partito Democratico

Raccolta firme per dire basta a Trenord: mobilitazione nelle principali stazioni del territorio

Il Partito Democratico lombardo, di concerto con il gruppo regionale, raccoglierà le firme tra i pendolari per chiedere alla Regione di archiviare Trenord e di progettare una diversa prospettiva per il servizio ferroviario regionale. “L’esperimento di Trenord è durato dieci anni – spiega il segretario provinciale del Pd Vittore Soldo – e a consuntivo si deve ammettere che le cose non sono andate come avevano promesso ai pendolari. Il servizio è ancora largamente insoddisfacente e la Regione, da ormai sei anni guidata dalla Lega, ha tutta la responsabilità di non avere un vero progetto per dare ai viaggiatori condizioni di viaggio soddisfacenti. Noi saremo nelle stazioni della provincia di Cremona, che ha le linee peggiori di tutta la Regione, a raccogliere la voce dei cittadini e porteremo il loro disagio e la loro protesta sul tavolo della politica”.

Fa sapere il consigliere regionale Matteo Piloni:  “Nel 2020 scadrà il contratto di servizio con Trenord, che cosa ha intenzione di fare la Regione? Una parte significativa di ritardi e cancellazioni è causata da problemi sulla rete e noi avevamo chiesto di convocare anche RFI, proprio giovedì scorso in commissione, ma non è stato fatto. C’è, soprattutto, un problema di flotta, e nonostante gli annunci la Regione non è riuscita ad avere quasi nulla di nuovo da Trenitalia. Mentre il mondo va avanti, la Regione Lombardia non riesce a mettersi al passo con le migliori realtà europee e costringe i pendolari a condizioni di viaggio assolutamente insoddisfacenti. Le nostre linee sono tra quelle che subiscono maggiori problemi, ed è venuto il momento di invertire la rotta, chiedendo a Regione di pensare anche a gare su piccoli lotti, come il nostro, per mettere in concorrenza Trenord con altri soggetti. Tutto questo ci porta a promuovere una mobilitazione con i pendolari per dire con chiarezza che la Regione non sta governando a dovere il trasporto ferroviario regionale”.

A Cremona lunedì 28 ottobre sarà allestito un banchetto davanti alla stazione ferroviaria della città, a partire dalle ore 6,45. Tra fine ottobre e nei mesi di novembre e dicembre verranno coinvolte nell’iniziativa anche altre stazioni della Provincia di Cremona: Capralba (30 ottobre), Crema (6 novembre), Piadena (13 novembre), Castelleone (20 novembre), Olmeneta (27 novembre) e Casalmaggiore (4 dicembre).

Prosegue la raccolta di firme online: https://www.change.org

Disastro Trenord: mercoledì 16 ottobre presidi nelle stazioni della Provincia di Cremona

Nei mesi di giugno e luglio 2019 il servizio ferroviario regionale ha registrato ancora un netto peggioramento. A confermarlo sono gli stessi dati di Trenord di ottobre: tre delle quattro linee che interessano la Provincia di Cremona non hanno rispettato la soglia di puntualità. A questo si sono aggiunti, nei mesi estivi, gravi problemi per gli utenti per frequenti malfunzionamenti degli impianti di aria condizionata dei treni.

Purtroppo anche nei mesi di settembre e ottobre si stanno registrando pesantissimi disagi per i pendolari a causa dei troppi guasti ai treni. Per questo motivo il Partito Democratico della Lombardia ha indetto una giornata di mobilitazione regionale: in Provincia di Cremona saranno organizzati, durante la mattinata di mercoledì 16 ottobre, presidi nelle stazioni di Cremona, Soresina, Castelleone, Crema e Capralba sulla linea ferroviaria Cremona-Treviglio. Saranno presenti anche dirigenti e amministratori locali, che si confronteranno con i pendolari sulle proposte per migliorare il servizio di Trenord.

Alla stazione di Crema (a partire dalle ore 6,45) sarà presente il consigliere regionale Matteo Piloni, che ha così spiegato il senso di questa iniziativa: “Giovedì 17 ottobre l’assessore regionale ai trasporti e l’amministratore di Trenord (entrambi in quota Lega) saranno presenti in commissione trasporti per aggiornare il consiglio regionale sulla situazione del servizio ferroviario lombardo. In quell’occasione vogliamo portare i racconti e le parole dei tanti pendolari che tutti i giorni prendono il treno. Avanzeremo anche proposte concrete: servono treni nuovi e risorse per abbattere i passaggi a livello e soprattutto una gara europea per avere un servizio che funzioni, con treni puntuali e sicuri. Il tempo degli annunci è finito, ora servono fatti e provvedimenti concreti”.

Per amore dell’Italia: dal 3 al 6 ottobre mobilitazione nazionale del Partito Democratico

Il Partito Democratico ha indetto una grande mobilitazione nazionale per il prossimo week end (dal 3 al 6 ottobre 2019), invitando tutte le federazioni e i circoli ad organizzare iniziative per incontrare, ascoltare e confrontarsi con iscritti, militanti e simpatizzanti e rilanciare la campagna di tesseramento. In questo momento è necessario mandare un segnale chiaro al Paese e a chi guarda al PD come mezzo e strumento importante di tenuta democratica e solidarietà umana verso i fenomeni e le grandi emergenze che si sono manifestate e che condizioneranno pesantemente le nuove generazioni. Il segnale che sarà importante mandare è che il Partito Democratico si è rimesso in moto: non senza sofferenze e lacerazioni si è fatto carico di rimettere l’Italia sui binari di una crescita sostenibile, a misura d’uomo.

Il segretario provinciale PD Vittore Soldo ha inviato una lettera ai segretari di circolo della Federazione di Cremona, dove ha comunicato le motivazioni e gli obiettivi di questa grande mobilitazione: “Ci stiamo rimettendo in ascolto dei tanti mondi che si sono sentiti trascurati anche da noi: sarà un processo lungo e delicato ma bisogna ricominciare a rimettersi in fase con il Paese, soprattutto con chi vive una condizione di fragilità e isolamento, siano le famiglie più povere o quegli imprenditori che faticano a resistere agli effetti a medio-lungo termine della crisi economica e agli effetti negativi della globalizzazione. Mettiamoci nello spirito di raccogliere stimoli, critiche e suggerimenti: incontriamo le persone e parliamo con loro”.

Questa iniziativa – prosegue Soldo – sarà anche il momento per portare avanti e promuovere il tesseramento al Partito Democratico: consolidare e allargare la nostra comunità deve essere un obiettivo di tutti i corpi sociale che credono negli ideali alla base della propria organizzazione. Ci incontreremo sulla strada o nei circoli, magari anche durante i giorni di questa mobilitazione: dimostriamo che la politica si fa ancora e soprattutto tra la gente e non dietro una tastiera o pagando consulenti di immagine. Siamo un grande popolo: rimettiamoci in cammino!”

Ecco tutte le iniziative organizzate in Provincia di Cremona: Mobilitazione PD 3/6 Ottobre 2019 – Circoli Cremona