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Cremona, Statuto Padania Acque. Bocciata la proposta del PD e delle associazioni. Ma Perri non era per l’acqua pubblica?

Lunedì sera, in contemporanea, i consigli comunali di Cremona e Crema, dopo quello provinciale, hanno approvato la proposta di Statuto di Padania Acque. Un altro passo in avanti verso la costituzione dell’unica società provinciale che gestirà il servizio idrico.

Un passaggio importante anche perché lo Statuto, che riguarda la gestionale, sta passando in tutti i 115 Comuni della provincia.

Come PD abbiamo proposto agli amministratori di accompagnare l’approvazione dello Statuto con un documento di indirizzo nel quale si sottolineavano il concetto di acqua come bene pubblico, con l’unico scopo di incidere ulteriormente sulla natura e sulla gestione del servizio.

Una richiesta, che non ha alcuna incidenza tecnica sullo Statuto, che è stata avvalorata anche da una lettera indirizzata a tutti gli amministratori da parte dei presidenti provinciali di Arci e Acli.

La proposta, nello specifico, recita:

  •  oggetto del servizio è l’acqua che è bene comune in quanto indispensabile ed insostituibile per la vita ed il vivere insieme, pertanto:
  • se ne riconosce il diritto umano, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico
  • tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà
  • la gestione risponde alle necessità del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie esigenze.

Per garantire il rispetto dei principi sopra enunciati la società s’impegna a garantire forme di consultazione e partecipazione pubblica da definirsi con specifica regolamentazione da emanarsi entro 6 mesi dalla data di approvazione dello statuto.

Tale proposta è già stata approvata da alcuni consigli comunali della provincia, tra cui appunto Crema attraverso un documento di indirizzo al sindaco, sottoscritto da tutti i consiglieri di maggioranza.

A Cremona, invece, ha stupito l’astensione della Lega Nord, fino a ieri a favore dell’acqua pubblica, e di tutto il centrodestra. Non è infatti passato inosservato il voto contrario del sindaco Perri a questa proposta che, ricordiamo, contiene esclusivamente dei principi di fondo che non hanno alcune incidenza tecnica sullo Statuto, ma che sono rafforzativi del concetto pubblico dell’acqua proprio come bene comune.

Una proposta assolutamente trasversale, di buon senso, per certi versi anche naturale dopo le tante dichiarazioni dei mesi scorsi anche del Sindaco Perri che, invece, nell’atto pratico non ha trovato riscontro favorevole.

Che Perri abbia cambiato idea? Forse preso dalla presenza della Gelmini, ha perso di vista l’obiettivo.

Matteo Piloni
Segr. Prov. PD Cremona

Dibattito sulla fiducia al governo Renzi. L’intervento del Sen. Pizzetti

Ecco il testo integrale dell’intervento del Senatore Luciano Pizzetti in occasione dell’approvazione della mozione di fiducia al governo Renzi. Il Presidente del Consiglio ha poi risposto nelle sue conclusioni alle considerazioni del Senatore del PD cremonese, con il proposito di approfondire i suggerimenti in tema di riforme istituzionali.

LUCIANO PIZZETTI (PD).
Signor Presidente, onorevole Presidente del Consiglio, buon lavoro. Lei ci ha chiesto fiducia e noi le daremo fiducia, con la franchezza e la lealtà da lei sollecitate.
Abbiamo sentito le sue dichiarazioni: sono impegnative, direi molto impegnative. Delineano uno sforzo riformatore straordinariamente consistente in un tempo straordinariamente breve. Il buon esito di tale sforzo poco ha a che fare con il coraggio; molto ha a che fare con la responsabile consapevolezza. Perciò avrà bisogno del sostegno convinto di tutta la sua maggioranza, i cui confini parlamentari sono ben delineati e non suscettibili di movimenti carsici.
Una maggioranza ancora anomala, perché non figlia di un esito elettorale bipolare, ma una maggioranza ben più politica di quella che ha dato vita al Governo Letta e di quella che lo ha sostenuto dal momento in cui Berlusconi ha lasciato quest’Aula a seguito del voto sulla decadenza. Più politica e meno emergenziale. Sono le dichiarazioni che lei ha delineato ad imprimerle questo carattere: riforme economiche, istituzionali, civili ed organizzative. E’ la presenza nel Governo dei segretari delle principali forze politiche che la sostengono a caratterizzarla così. E` il confine temporale di legislatura da lei indicato a darle questo segno.
Lei si e`assunto – dunque – un compito serio, e non è interesse dell’Italia che lei fallisca. Perciò, noi la sosterremo con responsabilità e con lealtà: con responsabilità, perché abbiamo a cuore l’Italia; con lealtà, che non e` quella data dalla disciplina di partito, tanto meno dal timore del voto anticipato (una sorta di propensione «scaldaseggiola»). Quella lealtà che viene dal senso di comunità del Partito Democratico, «ditta» o meno che sia, e dalla volontà di sospingere riforme. Una lealtà – le assicuro – ben maggiore di quella a volte riservata al suo predecessore. Non ci saranno quotidiani comunicati di distinguo dalle scelte del Governo. Lei rappresenta in persona il nostro Governo, non un Governo amico.

Le chiediamo di mettere un’attenzione straordinaria alle questioni dell’impresa e del lavoro e di avere come stella polare la giustizia e l’equità. Per dare vigore al sistema democratico un ruolo primario spetta alle riforme costituzionali e ordinamentali (senza di esse il Paese non decollerà, anche se il PIL tornerà a crescere): un sistema istituzionale e produttivo di buone norme, capace di accompagnare l’evoluzione sociale e civile del Paese, capace di riconnettere i cittadini allo Stato.
La riduzione dei costi della politica è un tassello: il pilastro è l’efficientamento del sistema. Lei ha insistito sul tassello e ha delineato il pilastro. Un pilastro che, affinché sia portante, ha bisogno di un’ulteriore immissione di idee.
Signor Presidente, sulla legge elettorale, ad esempio, il testo in discussione alla Camera della deputati va rafforzato e migliorato nel suo spirito maggioritario, selettivo della rappresentanza politica e degli eletti, garante della parità di genere. Forze politiche estranee alla maggioranza sono preziose nel definire una buona legge, ma non possono imporre alla maggioranza la propria visione. Le maggioranze politiche non possono essere variabili; se così fosse verrebbe meno la maggioranza stessa.
Sulle riforme costituzionali vogliamo discutere a partire dalla fine del bicameralismo italico, affidando alla sola Camera il compito di dare fiducia al Governo e la preminente funzione legislativa.
Ciò detto, in modo convinto e non da ora, il tema è: il Senato è costo superfluo e residuale? O deve essere un cardine di garanzia democratica della nuova Repubblica? Noi pensiamo che debba essere così: non un’istituzione ad elezione diretta, bensì di rappresentanza in una moderna Repubblica federale. Rivisti e riadattati, possono davvero essere punti di riferimento i modelli senatoriali tedesco o francese (forse più il secondo del primo), con funzioni co-legislative su norme costituzionali, diritti civili e rapporti con Regioni ed enti locali; con funzione di controllo e verifica sulle nomine di alti dirigenti dell’amministrazione statale, anche come supporto alla giusta iniziativa contro il moloch della burocrazia; con funzioni di inchiesta parlamentare; con ruoli sulle nomine delle Authority.
Noi ci siamo; noi vogliamo essere protagonisti di questo processo di riforma; vogliamo essere protagonisti di un passo avanti, non di uno indietro. Noi siamo pronti – lo dico a lei e alla neo Ministra per le riforme costituzionali – ad agire affinché la prima lettura del disegno di legge di riforma costituzionale possa concludersi entro l’avvio della Presidenza italiana del semestre europeo, per darle ulteriore forza in quell’appuntamento. In questo contesto il Titolo V va certamente rivisitato, non con la categoria del pentimento bensì con quella del miglioramento. La Repubblica funziona se tutti i livelli sono responsabilizzati, ovviamente con il principio di salvaguardia degli interessi nazionali in capo allo Stato. La soluzione sta in ciò, non nel riaccentramento statalista. La stagione federalista non va azzerata ma completata, e la funzione del nuovo Senato va pensata in questa chiave. Per questo sarebbe un grave errore – glielo dico franca-mente, presidente Renzi – separare la riforma del Senato dalla riforma del Titolo V. Ci ripensi nella sua idea di far partire in rami diversi del Parlamento queste riforme, perché tutto si tiene, soprattutto dentro un’idea di Repubblica federale.
Insomma, per concludere, noi non ci sentiamo tacchini né sul tetto né sul piatto. Siamo consapevoli delle emergenze e dei bisogni di cambiamento: e` in gioco l’Italia. Perciò, nel rispetto dei ruoli di Governo e Parlamento, lei troverà in noi non dei resistenti, ma dei sollecitatori. Con questo spirito, voteremo la fiducia a lei e al suo Governo.

Maurizio Martina è Ministro dell’Agricotura nel governo Renzi

martinaLa Federazione del Partito Democratico di Cremona esprime, soprattutto per il settore agricolo, grande soddisfazione per la nomina dell’amico Maurizio Martina al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Un’occasione per lavorare con forza nei nostri territori sul futuro dell’agricoltura.

Martina, bergamasco di Calcinate, 35 anni, aveva ricoperto il ruolo di sottosegretario allo stesso Ministero dell’Agricoltura nel governo Letta. Il dicastero alle Politiche Agricole gioca un ruolo chiave in vista dell’Esposizione Universale prevista tra un anno a Milano.

Domani mattina, alle 11.30, il giuramento al Quirinale.

Ambiente e rifiuti. PD: dal centrodestra solo propaganda.

Nell’incontro con l’assessore Claudia Terzi  presso lo STER  di Cremona si è detto, a proposito delle percentuali medie di raccolta differenziata che i comuni devono raggiungere,  che  il Comune di Cremona deve correre per allinearsi agli altri comuni della Provincia  che hanno percentuali di raccolta sensibilmente più elevate e che  il sistema tariffario dovrà premiare chi differenzia maggiormente.

Peccato che la maggioranza al governo della città, invece , abbia messo  il rallentatore  rispetto a questo obiettivo  ed  abbia  cambiato   le carte in tavola   posticipando la data  che era stata già deliberata per il giugno 2014, della estensione della differenziata a tutto il territorio comunale.

Questo è quanto emerge dal  nuovo testo delle linee guida sul ciclo integrato dei rifiuti che l’assessore Bordi porterà il giorno 24  febbraio all’approvazione del Consiglio comunale ,  un testo  passato  sotto le forbici della sua maggioranza che ha tagliato le integrazioni del PD   già recepite dall’assessore Bordi   e che ha fatto  sparire  ogni riferimento temporale sulle azioni da intraprendere per costruire un’alternativa all’inceneritore ed arrivare al suo spegnimento in tempi ragionevoli.

Eppure un’alternativa concreta all’incenerimento esiste ed  è il trattamento meccanico biologico del rifiuti, indicato nelle stesse linee guida come  un sistema flessibile che permette di accompagnare la progressiva diminuzione del rifiuto indifferenziato da smaltire .

Dunque perchè far sparire ogni scadenza, ogni riferimento temporale per pianificare questa  alternativa?  

Perchè effettuare una  vera e propria marcia indietro rispetto al testo già condiviso presentato  dall’Assessore al tavolo di lavoro il 10 gennaio? questo  ci  fa fortemente temere che non ci sia la volontà di arrivare allo spegnimento dell’impianto che risulta tra quelli obsoleti della Regione Lombardia e pertanto tra  quelli  da dismettere  

Ma bisogna essere chiari,  diversamente quale sarebbe l’alternativa alla dismissione? un nuovo impianto  che si candida a ricevere rifiuti da tutta Italia; questa sarebbe l’alternativa che non crediamo che  Cremona si possa permettere.

Per il Pd occorrono scelte chiare, non ci basta l’annuncio  della costituzione di  un tavolo  con la Regione,  emerso nell’incontro con l’Assessore Terzi, chiediamo  impegni e riferimenti temporali certi, diversamente le linee guida potrebbero  restare solo  enunciazioni di principio da giocare, senza impegno, in campagna elettorale.

 

Maura Ruggeri 

 

Alessia Manfredini

 





Odg





ORDINE DEL GIORNO  relativo alla delibera 4-D2

 

 

Premesso che

 -Da parte del Sindaco e dell’Assessore Bordi era stata avviata una consultazione delle associazioni ambientaliste ed era stato istituito un tavolo di lavoro di lavoro aperto alle forze politiche per la definizione di linee guida riguardanti il ciclo integrato dei rifiuti da far pervenire all’Amministrazione provinciale come contributo alla definizione del piano provinciale dei rifiuti, dopo l’approvazione  del Consiglio Comunale di Cremona

 

il PD aveva dato la propria disponibilità a partecipare al tavolo ed a contribuire alla elaborazione delle linee guida

 il testo proposto dall’Assessore Bordi era stato modificato ed integrato a   seguito della discussione tenutasi nel tavolo di lavoro nel testo delle linee guida  datato 10 gennaio 2014  erano state recepite le integrazioni proposte dal gruppo del PD

 L’Assessore Bordi aveva anche accolto   la richiesta  di far riferimento    alla inclusione del termocombustore  di Cremona nel piano di  decommissioning di Regione Lombardia: 

 

 considerato che

 

suscita  stupore  che la proposta di deliberazione  da sottoporre all’approvazione del Consiglio Comunale  non tenga  più   conto della discussione e dei contributi che già  erano stati recepiti dall’Assessore Bordi   

 

viene  cancellato il riferimento al 31 giugno 2014 per  l’estensione della raccolta  differenziata porta a porta su tutto il territorio comunale,  contravvenendo ad un impegno già deliberato dal Consiglio Comunale di Cremona  

 

 è sparito  il riferimento temporale (entro 30 marzo 2014) per la definizione da parte di LGH di un progetto di massima per dismissione del termovalorizzatore da realizzarsi entro i prossimi tre anni

 

è sparito altresì il riferimento temporale (entro marzo 2014)  per la definizione di un progetto di massima alternativo all’incenerimento, da realizzarsi entro i prossimi  tre anni  

 

Non  troviamo il riferimento al  piano di  decommissioning di Regione Lombardia, né alcun accenno agli accordi per la definizione di un protocollo per la dismissione dell’impianto a cui l’assessore Bordi aveva fatto cenno  nella Commissione ambiente del 13 febbraio  con l’annuncio della costituzione di un tavolo di lavoro con Provincia e Regione

 

Ritenuto che

 

le linee d’indirizzo appaiono  ora un documento  svuotato di ogni concretezza circa gli impegni da assumersi da parte dell’Amministrazione comunale e che l’assenza di qualsiasi data di massima per lo spegnimento dell’inceneritore,  potrebbe  indurre  a dubitare della effettiva volontà  dell’Amministrazione di  voler procedere in tal senso

 

tutto ciò premesso

 

il Consiglio comunale impegna il Sindaco e la Giunta

 

a reintrodurre nelle  Linee Guida i riferimenti temporali  e gli impegni  già previsti nel testo datato 10 gennaio 2014 ( in allegato al presente ODG)  presentato al tavolo di lavoro  dall’Assessore Bordi  

 

i consiglieri del gruppo del Partito democratico

 

Maura Ruggeri

Alessia Manfredini

 

Galbani Lactalis, Alloni (PD): “L’azienda conferma il piano di ristrutturazione. Il PD chiede e ottiene il coinvolgimento della Regione”

Si è svolta ieri (giovedì’ 19 febbraio) in Commissione Attività produttive l’audizione con i vertici e le RSU del gruppo Galbani Lactalis, all’ordine del giorno la chiusura dello stabilimento di Caravaggio (BG) e, più in generale, il piano di ristrutturazione deciso dalla multinazionale francese che prevede anche il ridimensionamento dello stabilimento di Introbio. L’ad ha confermato la volontà della chiusura dello stabilimento di Caravaggio a seguito della crisi dei consumi e dell’aumento dei costi del lavoro e dell’energia che coinvolge l’interno sistema economico nazionale. L’azienda si è detta obbligata ad intervenire in una riorganizzazione dei 6 stabilimenti lombardi per conseguire una riduzione dei costi aziendali e per rendere più competitiva la propria produzione. Il gruppo consiliare Pd ha raccomandato attenzione nei confronti dei lavoratori e dei produttori agricoli, chiedendo espressamente il mantenimento di un presidio produttivo e agroalimentare importante per il territorio del Basso Bergamasco e dell’alto Cremasco.

“Abbiamo chiesto che venga assicurata la presenza dei consiglieri regionali ai tavoli sul mantenimento e rilancio dell’occupazione nei quali ci impegneremo per poter evitare che si generino costi sociali troppo alti da pagare – ha spiegato il consigliere Pd Agostino Alloni- . L’azienda ha manifestato la volontà di conservare tutti i posti di lavoro, questo ci conforta anche se, per quanto riguarda Caravaggio non si tratta solo di salvare posti di lavoro, ma anche di non depauperare un territorio svuotandolo del prezioso indotto che la presenza di Lactalis ha da sempre generato. Ora è il momento di raccordare i preziosi strumenti di cui ci siamo dotati, come quelli contenuti nella legge 11 sulla competitività, con le situazioni di dismissione o deindustrializzazione che ogni giorno impoveriscono i nostri territori. L’azienda ha comunque garantito il mantenimento di tutti i posti di lavoro, compresi i tempi determinati, dell’attuale produzione, nonché del mantenimento dei livelli di raccolta del latte”.