Una violenza stupida e sorda, che dovrebbe appartenere a un passato lontano e ormai superato, ha colpito la nostra città, ferito la nostra convivenza democratica, ridotto in fin di vita una persona che da domenica sera giace in ospedale in coma farmacologico.
Come democratici cremonesi facciamo fatica a definire “politica” una violenza che sa solo distruggere e trasformare l’avversario in nemico da abbattere ricorrendo alla forza. Purtroppo è così. Purtroppo vecchie ideologie, condannate dalla storia e dall’intelligenza umana, ritornano in forme nuove e pericolosamente eversive. Purtroppo il vuoto di giovani esistenze viene riempito da mitologie neonaziste che, sfruttando le libertà democratiche che altri hanno conquistato, mettono a loro disposizione le “maschere” tragiche del culto della forza, dell’intolleranza, del razzismo. Casa Pound a Cremona ne è l’esempio evidente e smentisce chi ne aveva salutato l’inaugurazione legittimandone l’apparente facciata culturale.
Noi non dimentichiamo, e invitiamo i nostri concittadini cremonesi a non dimenticare, che la nostra Costituzione non è neutrale, ha valori e principi forti e positivi. Fondamentale tra questi è l’antifascismo, come spesso ammoniva quel grande Presidente che è stato Sandro Pertini.
Per questo, mentre chiediamo unità nella condanna di così gravi fatti di violenza politica, avvertiamo l’urgenza di sollecitare tutte le forze politiche, sociali, economiche, culturali, tutte le forze del mondo del lavoro, dell’associazionismo e del volontariato ad unirsi nel comune impegno di rafforzare le condizioni di vivibilità e sicurezza democratica della nostra città, a costruire insieme alle Istituzioni locali stabili e periodici momenti di confronto che consentano il recupero di un clima di serenità e di rispetto delle persone, dei loro diritti, della loro vita quotidiana.
Per questo ci auguriamo che i Centri sociali, che manifesteranno sabato nella nostra città, non cerchino vendetta, piuttosto siano davvero coerenti con i valori antifascisti cui dicono di ispirarsi.
Il grave ferimento di Emilio Visigalli non deve alimentare nuove tensioni e divisioni ma piuttosto dovrebbe spingerci a ricostruire solidarietà umane e a riconnettere i tessuti lacerati di una comunità che rischia di non riconoscersi più, magari cercando una risposta negli insegnamenti radicali e profondi di don Gallo.
Con questi sentimenti ci rivolgiamo agli amici e familiari di Emilio, e ci auguriamo possa ritornare al più presto ai suoi affetti e ai suoi ideali.
Nel contempo la Cremona antifascista che, con tanto tributo di sangue e sofferenza ha guadagnato la medaglia d’argento alla Resistenza, oggi, a settant’anni dalla fine della guerra di Liberazione, è chiamata a reagire sviluppando democrazia, civiltà e diritti, non concedendo nulla al gioco di chi ci vuole imprigionare in regressioni e paure.
Altrettanto rigorose devono dimostrarsi le forze dell’ordine preposte alla sicurezza della nostra comunità e le istituzioni che rappresentano il Governo nel nostro territorio: a loro il compito di prevenire e monitorare rischi, organizzazione e comportamenti di chi si pone fuori e contro la Costituzione con attività violente ed eversive, dal chiaro sapore squadristico.
A tal riguardo precisiamo che naturalmente riponiamo totale fiducia nella magistratura, siamo infatti certi che farà luce sulle dinamiche dell’aggressione e che individuerà in modo chiaro i colpevoli, così da non generare ulteriore rabbia e frustrazione dovuta all’eventuale impunità o indeterminatezza degli aggressori.
La nostra città è una città aperta e accogliente, ma non vogliamo essere né laboratorio di esperienze neofasciste né vetrina di estermismi importati da fuori.
La qualità della nostra vita democratica deve crescere, non indebolirsi. Per questo ogni deriva fascista, autoritaria, violenta non ha diritto di cittadinanza,
Nel solco indicato dalla nostra Costituzione repubblicana possiamo ritrovare, anche oggi, il senso profondo del nostro cammino, le radici della nostra comune identità fondata sui valori della democrazia, della libertà, del rispetto della persona, della non violenza.
Le città in Italia e in Europa sono in forte mutamento, le Agenzie educative sono in difficoltà, emergono nuove fragilità, frammentazioni, marginalità. Le difficoltà di lavoro e di integrazione aumentano. Compito della politica è dare risposte alle insoddisfazioni e ai conflitti aiutandoli ad esprimersi su un terreno democratico. Non quello di ignorarli.
Per questo chiediamo l’immediata ricostruzione del Comitato per la difesa e lo sviluppo della democrazia nata dalla Resistenza, che ha operato fino a qualche anno fa e che comprendeva una amplissimo arco di forze rappresentative della nostra comunità locale, naturalmente rinnovandolo e aggiornandolo rispetto ai rischi e alle sfide attuali.
Roberto Galletti, Partito Democratico
Paolo Carletti, Partito Socialista Italiano
Alfredo Martini, Fare Nuova La Città