Il centrodestra, a trazione Fratelli d’Italia, ha vinto le elezioni politiche del 25 settembre 2022 ottenendo la maggioranza sia al Senato che alla Camera dei Deputati. In un quadro politico nazionale sostanzialmente negativo il Partito Democratico ha ottenuto l’elezione dell’economista cremonese Carlo Cottarelli come senatore per la Regione Lombardia nella quota proporzionale.
Niente da fare invece per le candidature nei collegi uninominali a livello locale, andati tutti al centrodestra: al Senato lo stesso Cottarelli ha portato la coalizione di centrosinistra al 27,37%, con un picco del 35,42% nel capoluogo, mentre alla Camera Giorgio Pagliari ha ottenuto il 24,88%. Entrambi i candidati hanno migliorato il risultato rispetto alle elezioni politiche del 2018, ma non è stato sufficiente a strappare i due collegi al centrodestra. Il Partito Democratico in Provincia di Cremona ha ottenuto in totale il 19,16% dei consensi, in linea con il dato nazionale: a Cremona città il 24,59%, a Crema il 25,04% e a Casalmaggiore il 17,36%.
Il segretario provinciale PD Vittore Soldo ha così commentato il risultato elettorale: “Vorrei innanzitutto ringraziare di cuore i nostri candidati Carlo Cottarelli, Stefania Bonaldi, Giorgio Pagliari e Velleda Rivaroli per il grande impegno profuso in questa campagna elettorale, che li ha visti incontrare instancabilmente, ogni giorno, elettori e cittadini in tutta la nostra Provincia e oltre. Un ringraziamento sentito anche ai tanti iscritti e militanti per le moltissime iniziative, banchetti e incontri organizzati sul territorio. Al netto della sconfitta del centrosinistra e del Partito Democratico che non è solo chiara ma è netta e indiscutibile ed è importante che ce ne sia piena consapevolezza, penso che una democrazia sia sana quando tutti riconoscono gli esiti delle votazioni, tanto più quando si verifica l’alternanza che deve essere percepito come valore fondante di ogni democrazia matura: al centrodestra l’onore e l’onere di governare. A noi l’impegno per la difesa dei diritti e del principio di equità”.
L’esito di queste elezioni certifica, – prosegue Soldo – da una parte che aver dato a questo voto la valenza di un referendum sul Governo Draghi è stato perdente, dall’altro che l’intuizione del “campo largo” era corretta ma la sua costruzione era molto complicata e richiedeva un tempo che si è scoperto non esserci: la reazione a catena innescata dalla crisi del Governo Draghi non ha permesso di avere gli spazi e i tempi opportuni per riuscire a consolidare un’alleanza che avrebbe sfidato le destre alla scadenza naturale della legislatura. Non essere riusciti a mettere in campo questa suggestione proposta da Enrico Letta è frutto ovviamente anche di errori commessi da più parti ed è giusto che ognuno si assuma la responsabilità della quota parte che gli compete. Il Partito Democratico in primis. Per noi quindi è importante trovare adesso, il tempo, per prendere piena consapevolezza degli errori fatti: risolvere questa sconfitta e raccontarsi che per superare questo difficile momento basterà cambiare il segretario nazionale come si cambia un vestito oppure perdersi in una discussione che riguardi la scelta di un’alleanza con i 5stelle o con il Terzo Polo, significherebbe continuare a perdere per i prossimi anni. Abbiamo la necessità di aprire un confronto non solo interno ma coinvolgendo la società, facendo in modo che questa discussione ci porti a scegliere quali istanze e a quale base sociale vogliamo dare rappresentanza. Serve riannodare i fili con i corpi sociali, serve ritornare tra la gente come abbiamo fatto in campagna elettorale e serve farlo con l’idea di continuare a farlo sempre”.
Un’ultima considerazione – conclude il segretario provinciale PD – sull’esito del voto e sul sistema elettorale: la destra non è maggioranza assoluta in questo paese ed il risultato elettorale ci dà l’immagine di un elettorato disorientato che affida le proprie speranze al Leader del momento. Si nota che con un sistema proporzionale la storia sarebbe stata molto diversa e non per noi ma per il Paese: non si può mettere in discussione la vocazione maggioritaria del PD dalla provincia di Cremona e soprattutto non lo si può fare per la convenienza del momento ma è importante ragionare anche di questo, di come riunire le culture riformiste di sinistra di questo nostro Paese. Il risultato delle elezioni del 25 settembre, che ci era stato anticipato dai sondaggi dei giorni scorsi, ci dà l’immagine di un paese che ha una situazione politica che rischia di essere ben lontana dall’essere considerata stabile: la coalizione vincente, che ha un consenso così spostato su una destra sovranista, mette l’Italia in una situazione che con le complessità che si vedono all’orizzonte potrebbe attraversare un periodo di grande instabilità. Serve una coalizione di sinistra che sia intransigente sulle disuguaglianze e che sia puntuale sui temi che affronteremo a partire dall’inizio della legislatura. Dagli extracosti delle bollette di famiglie, imprese ed enti locali sino ai fondi del PNRR da investire in progetti che facciano progredire e generino valore per i nostri territori. Nei prossimi giorni riuniremo i nostri organismi territoriali per fare un’attenta analisi del voto, aperta al contributo di iscritti e simpatizzanti, a livello locale e nazionale”.