«Cambiamo passo». Il vice segretario dem, Lorenzo Guerini, spiega la scelta di commissariare il Pd a Roma.
Guerini, nel Pd romano è tutto da rifare?
«No. È stato deciso di comune accordo con il segretario capitolino Lionello Cosentino, che ha fatto un passo indietro e che ringrazio. Il commissariamento è un segnale molto chiaro all’opinione pubblica e ai nostri militanti della volontà di voltare pagina. È stato scelto il presidente del partito Matteo Orfini come commissario perché ha l’autorevolezza per svolgere un compito così delicato».
II Pd c’è dentro fino al collo nel malaffare e nella corruzione svelati dall’inchiesta “Mafia Capitale”?
«No. L’inchiesta ha come epicentro prima di tutto l’amministrazione Alemanno, ma il quadro che emerge è comunque inquietante e svela un sistema con caratteristiche di trasversalità allarmanti e che purtroppo sembra riguardare alcuni del Pd romano».
Corruzione senza colore politico?
«No. Ci sono tante situazioni che saranno approfondite: chi ha sbagliato pagherà. Per avere un giudizio definitivo va atteso l’esito delle indagini che chiariranno ciò che intanto appare. Ma voglio essere chiaro, il Pd è al fianco dei magistrati».
Cosa ha portato a questo malaffare?
«Al di là delle responsabilità personali, fatti di questo tipo ci dicono che dobbiamo avere molta, molta attenzione sui comportamenti ma anche nella selezione dei nostri rappresentanti. I1 Pd non è però quello che emerge dalle notizie di questi giorni. C’è un Pd fatto di tante persone che s’impegnano, che lavorano disinteressatamente. È necessario distinguere il buono dal cattivo, non fare di tutta l’erba un fascio».
È auto assolutorio?
«Nessuna autoassoluzione. C’è un ragionamento complessivo che deve essere fatto: un partito deve avere al proprio interno dei sensori che si mettono in moto quando ci sono situazioni che non sembrano corrette. Deve fare riflettere il fatto che la corsa alle preferenze può anche portare a patologie».
Il rimpasto della giunta Marino lo ha fatto la Procura?
«Assolutamente no, il sindaco sta lavorando sulla riorganizzazione della giunta e farà le scelte che riterrà».