L’ipotesi di acquisizione di Lgh da parte di A2A può risultare una buona operazione per il futuro dei nostri territori.
Per capirlo bisognerebbe distogliere lo sguardo dalla punte delle proprie scarpe e osservare il quadro nazionale, e non solo, rispetto alla gestione di alcuni servizi.
In questi ultimi anni Lgh ha fatto fatica a rafforzare i propri asset all’interno del mercato, senza contare poi le difficoltà legate ad una normativa in continuo mutamento.
In un momento in cui si ragiona di Aree Vaste, sarebbe a dir poco assurdo non pensare di allargare il futuro della gestione dei servizi ad aggregazioni territoriali più ampie. La stessa Lgh nacque con questa prospettiva. Farlo oggi con A2A significa guardare ad un panorama territoriale lombardo, provando a contribuire alla nascita di un’aggregazione forte che possa competere sul mercato più di quanto abbia fatto fino ad oggi.
Il quadro internazionale, piaccia o non piaccia, ci dice che perché le aziende possano crescere e competere a livello nazionale e globale, sono necessari due fattori in particolare: l’attenzione al territorio e le aggregazioni.
Una prospettiva, quella di Lgh, che nel rapporto con A2A può rilanciare un’azione incisiva dei servizi anche in termini di investimenti, di efficienza e di qualità.
Una prospettiva nella quale le Multiutilities stesse dovranno guardare al futuro in modo collaborativo con le comunità locali e per fare ciò, il sistema relazionale delle Utility, è fondamentale.
Una prospettiva nella quale Cremona stessa può trovare soluzioni ad alcune delle sue difficoltà, così come per gli altri comuni e territori coinvolti.
In questa operazione c’è l’idea che si possa tenere insieme, e rafforzare, territori simili fra loro, stando ben attenti a non indebolire le peculiarità dei singoli territori.
Negli anni di Malvezzi a Cremona (30%), di Martinelli a Rovato (30%), di Cattaneo a Pavia (15%), e cioè di quel centrodestra che ha governato questi territori dal 2009 fino ad un anno e mezzo fa, con la stragrande maggioranza in Lgh, non è stato fatto alcun passo in avanti, indebolendo di fatto la stessa Lgh. Debolezza che oggi è stata recuperata dalla volontà politica di allargare i propri orizzonti.
Al consigliere Malvezzi sarebbe sufficiente ricordare il tentativo della sua amministrazione di centro-destra di aggregare Lgh con Verona, solo per “affinità politiche” e senza alcuna seria prospettiva di sviluppo.
Tutto bene, quindi? Assolutamente no. Le difficoltà e le criticità non mancano, come è normale che sia di fronte alla costruzione di un nuovo rapporto.
Ma oggi, seppur con legittime preoccupazioni e non senza qualche difficoltà, dietro l’operazione Lgh-A2A c’è un’idea di sviluppo, di futuro, di territorio.
Scaricare responsabilità del passato sulle spalle delle amministrazioni di oggi che, da un anno e mezzo, stanno ritessendo relazioni da tempo sfilacciate, è un tentativo maldestro di nascondere l’opportunità che porta con sé questa operazione, seppure con le sue criticità, che però vanno affrontate nel merito, con serietà, prudenza, e all’interno di uno scenario più ampio.
Matteo Piloni
Segretario provinciale PD Cremona
Roberto Galletti
Segretario cittadino PD