Cremona. L’amministrazione:”No al termovalorizzatore di Cremona nella rete nazionale per la circolazione dei rifiuti istituita dallo “Sblocca Italia”

Lo chiede l’Amministrazione comunale in una lettera inviata al Ministro dell’Ambiente e all’Assessore regionale Terzi

Comunicato stampa del 2 febbraio 2015

Il termovalorizzatore di Cremona non sia nella rete nazionale per la circolazione dei rifiuti istituita dal decreto legge denominato Sblocca Italia. Lo chiedono, in una lettera inviata al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e all’assessore regionale Claudia Maria Terzi, il sindaco del Comune di Cremona Gianluca Galimberti e l’assessore al Territorio e alla Salute Alessia Manfredini. I motivi? “Limiti tecnici dell’impianto e appartenenza del territorio comunale alle aree critiche in termini di inquinamento atmosferico”, scrivono sindaco e assessore. La richiesta dà attuazione alla mozione approvata lo scorso novembre in Consiglio comunale che esplicitava un indirizzo politico chiaro: chiedere al Governo l’esclusione del termovalorizzatore di Cremona dall’applicazione dell’articolo 35 del Decreto Legislativo 133 del 12 settembre 2014. La lettera è stata mandata, per conoscenza, al sottosegretario alle Riforme Costituzionali e ai Rapporti con il Parlamento Luciano Pizzetti, ai parlamentari eletti nel territorio, Cinzia Fontana, Silvia Comaroli, Franco Bordo e Danilo Toninelli e ai consiglieri regionali Carlo Malvezzi, Federico Lena e Agostino Alloni.

Nella lettera vengono illustrati in maniera sintetica tutti i passaggi compiuti sino ad ora. Dal 13 marzo 2014, con delibera regionale n.1511 è stato sottoscritto un protocollo d’intesa relativo al decommissioning del termovalorizzatore di Cremona. Il protocollo è stato stipulato tra Regione Lombardia, Provincia di Cremona, Comune di Cremona, ASL e Arpa per avviare attività finalizzate alla valutazione tecnica del ruolo dell’impianto di incenerimento rifiuti di Cremona nella complessiva filiera di gestione dei rifiuti urbani a scala comunale, provinciale e regionale e alla valutazione di alternative all’esercizio dello stesso. Un progetto pilota per tutta la Regione.

Viene poi ricordato che dal 31 dicembre 2014 la linea 1 dell’impianto è ferma per ottemperare alle prescrizioni previste dai decreti AIA (Autorizzazione integrata ambientale) n. 12055 del 18 ottobre 2007, n. 1997 del 12 marzo 2012 e n. 4702 del 3 giugno 2013 e quindi ad oggi è in funzione unicamente la seconda linea. Il termovalorizzatore risulta pertanto autosufficiente per lo smaltimento previsto. Allo stato attuale non è possibile valutare se l’impianto sia in grado di soddisfare quanto richiesto dal comma 3 dell’art. 35 del D.Lgs. n. 133 del 12 settembre 2014.

Sindaco ed assessore sottolineano inoltre che l’impianto funziona già al massimo delle potenzialità previste, ovvero circa 70.000 tonnellate a fronte di 120.000 tonnellate teoriche. Ciò in virtù dell’aumento del potere calorifico dei rifiuti conferiti dovuto, al maggior contenuto in plastica, e al progressivo aumento della raccolta differenziata a livello provinciale, con particolare riferimento a secco/umido. Di conseguenza, il termocombustore di Cremona – anche quando le due linee sono funzionanti contemporaneamente – può ricevere un quantitativo di rifiuti di poco superiore del 50% a quello nominale. Nella lettera si specifica inoltre che l’impianto, attivo dal 1997, risulta tra quelli meno performanti dal punto di vista energetico e dell’efficienza in Lombardia.

Il Ministro e l’Assessore vengono inoltre informati che LGH Holding, proprietaria dell’impianto che gestisce attraverso AEM Gestioni srl, il 23 gennaio 2015, durante la terza riunione del gruppo di lavoro sul decommissioning, ha annunciato l’avvio di un tavolo interno per studiare le prospettive dell’impianto a breve, medio e lungo termine, in base alla normativa vigente, valutando sostenibilità economica, sostenibilità del ciclo dei rifiuti, indicatori ambientali, quadro contrattuale, quadro sociale (occupazionale) e teleriscaldamento. E’ previsto che tale studio sia completato entro il mese di ottobre 2015. Ad oggi non sono noti i costi per l’adeguamento dell’impianto nel medio e lungo periodo ai sempre più elevati standard di qualità richiesti dall’Unione Europea.

Infine, nella lettera, il sindaco e l’assessore chiariscono che Cremona è già inserita, in base al Piano regionale della qualità dell’aria in Lombardia, che ha aggiornato la zonizzazione del territorio regionale, nelle cosiddette zone A, cioè tra le zone critiche e quindi più sensibili ai fini dell’applicazione dei criteri e dei limiti di emissione per gli impianti di produzione di energia, alle misure che pongono limiti al traffico veicolare e alle emissioni degli impianti termici civili.

“Confidiamo che gli elementi sopra esposti – concludono nella loro lettera il sindaco Galimberti e l’assessore Alessia Manfredini – possano consentire di fare una valutazione oggettiva della situazione e chiediamo a Governo e Regione, alla luce dei limiti tecnici dell’impianto e sulla base dell’appartenenza del territorio comunale alle aree critiche in termini di inquinamento atmosferico, l’esclusione del termovalorizzatore di Cremona dall’articolo 35 dello Sblocca Italia”.

Soncino. Soldo, PD:”Gabriele Gallina torna “in cantina”: passa il tempo ed il centro destra soncinese non trova il candidato “adatto”. Altro effetto delle primarie soncinesi.”

Quello che apparentemente potrebbe sembrare un silenzio tattico da parte del centro destra di Soncino è invece un mal celato imbarazzo per non aver ancora trovato un candidato sindaco da contrapporre a Gabriele Moro.
Il centro destra di soncino non ha un candidato sindaco…o meglio…non l’ha più dal momento in cui Gabriele Moro ha vinto le primarie di soncino con un’affluenza così alta partecipata e dando una legittimazione così forte al candidato che le ha vinte.
IL CANDIDATO SINDACO NATURALE DEL CENTRO DESTRA SONCINESE, Gabriele Gallina, torna in garage e la coalizione si chiude in un silenzio tattico perché adesso, dopo che si è capito che Gallina contrapposto a Moro non ha grandi numeri da spendere e poca popolarità e legittimazione rispetto al vincitore delle primarie.
Risulta chiaro che colui che ha vinto le primarie soncinesi ha spiazzato molti, soprattutto il gruppo di testa di Lega e Forza Italia che nei primi giorni di gennaio avevano annunciato che avrebbero svelato il nome del proprio candidato il giorno dopo l’esito delle primarie. Questo che potrebbe sembrare un gesto di rispetto politico, di non invasione del campo, di non ingerenza, in realtà era la precauzione adottata in caso di sorprese: in molti si aspettavano che le primarie avessero un esito scontato ed invece poi si sono ritrovati a rimanere spiazzati e senza risposte…per poi doverle venire a cercare dal sottoscritto le risposte e anche con fare stizzito. Sottolineo che politicamente, la mossa che avrebbe dovuto fare il centro destra, la più logica, era quella di annunciare il proprio candidato il giorno dopo l’investitura e la grande legittimazione di Moro: avrebbero ridimensionato la visibilità e l’attenzione del candidato che ha vinto le primarie e gli avrebbero “rubato” un po’ la scena. Le primarie di Soncino però non erano scontate, erano vere primarie con veri elettori ed erano una competizione contendibile, aperta, scalabile, dove ha preso più preferenze chi più di tutti ha allargato lo spettro di rappresentanza e ha saputo interpretare la voglie di diversi contesti e famiglie politiche locali raccogliendo consenso. La sorpresa del centro destra soncinese e anche di qualche sprovveduto locale che si approccia alla politica con molta superficialità, dipende proprio dal non avere nessuna pratica e conoscenza del contesto politico locale, delle famiglie politiche di provenienza e delle istanze che sono cresciute anche a Soncino ma soprattutto dimostra di non aver avuto capacità di analisi dei fatti: non si spiegherebbe perché a seguito dell’esito delle primarie, in molti che si erano già preparati comunicati stampa, candidato sindaco e commenti da bar, adesso, dopo che l’esito non ha rispettato le aspettative scaricano il loro mal celato nervosismo politico sul sottoscritto. Quindi cari colleghi del centro destra soncinese fate tutte le riunioni che volete e cercate quanto più possibile di allargare la base ma fino a quando non partirete dal presupposto che adesso i soncinesi vogliono un volto nuovo, pulito, che non nasce da una lunga militanza o dalla segreteria di un partito ma che gode della fiducia che arriva dal proprio vissuto quotidiano e dalla stima che deriva dal proprio modo naturale di essere non avrete mai un candidato da contrapporre a Moro…fate “melina” quanto dovete. Quelli che masticano di politica come me sanno invece che siete in grande difficoltà e non riuscite ad uscirne.
Vittore Soldo
Segreteria Regionale Partito Democratico Lombardo

Dal 1° marzo via al tesseramento PD 2015

Domenica 1° marzo partirà la campagna tesseramento al PD, promossa dal PD lombardo, in occasione della prima consultazione di iscritti ed elettori sulle autonomie locali.

“L’anno scorso il tesseramento è partito in ritardo, ed anche per questo abbiamo sollecitato il PD lombardo nel farsi promotore di un’iniziativa che anticipasse i tempi del tesseramento.
In occasione della consultazione del Pd lombardo sui temi delle autonomie locali, che si terrà domenica 1 marzo, aperta ad iscritti ed elettori, prenderà il via la campagna tesseramento 2015.
Durante la giornata di domenica 1 marzo, nei seggi allestiti dai circoli PD della nostra provincia, oltre a votare rispetto a quale idea di enti locali mettere in campo, sarà possibile fare la tessera del 2015.
Un’ottima occasione non solo per raccogliere le idee e le proposte dei nostri iscritti, ma anche l’occasione per far partire il tesseramento per tempo.”

Nel frattempo si è chiuso il tesseramento del 2014. La federazione di Cremona ha chiuso con 1710 iscritti, contro i 1961 del 2013, pari all’88%.
“Visto il ritardo con cui è stato organizzato il tesseramento, e visti i dati delle altre federazioni, il risultato raggiunto a Cremona è senz’altro positivo, e da questo dobbiamo ripartire.”

Legge anti-moschee. Per un oratorio si dovrà effettuare la valutazione ambientale strategica. Una legge figlia dell’islamofobia.

La Regione Lombardia ha approvato con i solito voti della maggioranza la legge che introduce restrizioni per la costruzione di nuovi luoghi di culto. Le modifiche dell’ultima ora presentate da parte dello stesso centrodestra,in risposta alle critiche di incostituzionalità sollevate dalle opposizioni, hanno rimosso il divieto assoluto di edificare luoghi di culto per quelle religioni, come l’Islam, che non hanno stipulato intese con lo Stato, ma hanno comunque introdotto a loro danno prescrizioni più penalizzanti. Restrizioni sono state però introdotte per tutte le confessioni religiose.
Le pregiudiziali di costituzionalità presentate dall’opposizione sono state respinte.

Le nostre pregiudiziali hanno avuto il merito di costringere la maggioranza a una marcia indietro dell’ultimo minuto e di bloccare così le ulteriori e peggiori nefandezze contenute nel testo che era arrivato oggi in Aula.

Detto questo, prevedendo regimi differenti per le confessioni che hanno sottoscritto l’intesa con lo Stato e per quelle che non l’hanno fatto, la legge opera comunque una discriminazione e rimane quindi incostituzionale. La giurisprudenza in tal senso è chiarissima: le religioni non sono più egualmente libere e ciò viola ben tre articoli della nostra Carta. Questo provvedimento è frutto dell’islamofobia della Lega e dei suoi alleati del centrodestra che, nel tentativo irresponsabile di impedire la realizzazione di moschee, rischiano di ostacolare chiunque intenda esercitare pubblicamente il proprio culto, compresi i cattolici, limitando nei fatti la libertà di tutti.

Questa legge non risolve un solo problema e non limiterà il proliferare di tante Viale Jenner. I musulmani continueranno a pregare per strada, negli scantinati o in centri culturali spesso fatiscenti e difficili da controllare, come hanno fatto fino ad ora. Verranno colpite, invece, tutte le altre confessioni religiose, compresa quella cattolica, che dovranno sottostare agli aggravi burocratici introdotti con questa legge. Sarà molto più difficile costruire nuovi luoghi di culto o semplicemente cambiare destinazione d’uso di edifici già esistenti. È mai possibile che per avere un nuovo oratorio si dovrà effettuare la valutazione ambientale strategica? Questa legge è un clamoroso errore, utile solo a fomentare lo scontro tra cittadini, prima che tra religioni, esattamente ciò che fa comodo alla Lega.