Cremona. Domenica 23 Primarie per il sindaco. Scegliamo Gianluca Galimberti!

Il 23 febbraio i cremonesi, per la prima volta, possono scegliere il candidato sindaco. Il PD e il progetto civico ‘Fare nuova la città’ sostengono Gianluca Galimberti, 45enne, sposato con tre figli, professore di Fisica al liceo, docente e collaboratore di ricerca all’Università.

Per saperne di più su Gianluca http://gianlucagalimberti.it/chi-sono/

Chi può votare

Hanno diritto di voto le persone che alla data delle primarie abbiano compiuto il sedicesimo anno di età e che, cittadine e cittadini italiani, cittadine e cittadini dell’Unione Europea, studenti universitari, nonché cittadine e cittadini di altri Paesi in possesso di permesso di soggiorno, siano residenti nel Comune di Cremona.

Cosa serve per votare

Bisogna portare la tessera elettorale (per chi ne è in possesso) e un documento di identità. E’ richiesto un versamento di 1 euro di contributo per le spese organizzative. Prima di prendere la scheda elettorale ti sarà richiesto di firmare l’albo degli elettori delle primarie e la normativa sulla privacy.

Come si fa a votare

Basta barrare sulla scheda il nome del candidato sindaco che intendi sostenere.

Quando si vota

Si vota il 23 febbraio. Dalle 8 alle 20.

Dove si vota

Ecco l’elenco dei seggi in base a dove votate:

  • 1, 2, 3, 13 Capra Plasio Saletta possono votare presso Cittanova (corso Garibaldi)
  • 4, 5, 24, 25, 29 Bissolati possono votare presso Ingresso Istituto Einaudi (via Bissolati, 96)
  • 6, 7, 8, 9, 26, 27, 28 Trento Trieste Vacchelli possono votare presso Circolo Acli ‘Bruno Chiari’ (via Palestro, 34)
  • 10, 15, 46, 47 A. Ponzone possono votare presso Sede Arci (ingresso via XX Settembre, 60)
  • 38, 40, 41, 42, 48, 57 Mazzolari possono votare presso Saletta di fianco Unipol Ass. (via Mantova, 29)
  • 12, 51, 52, 53, 54 Realdo Colombo Aporti possono votare presso Centro Anziani (via XI Febbraio, 56)
  • 16, 17, 18, 19, 21, 14, 20, 22, 23 Monteverdi possono votare presso Ingresso Scuola Monteverdi (via Ticino)
  • 11, 36, 37, 39, 43, 72 Stradivari possono votare presso Palazzo Duemiglia (via Brescia, 94)
  • 45, 7 3 Maristella possono votare presso Ex Asilo Maristella (via Corazzini)
  • 30, 31, 35 S. Ambrogio possono votare presso Circolo Signorini (via Castelleone, 7)
  • 62 Bagnara possono votare presso Centro Anziani (Bagnara)
  • 32, 33, 34 Itis possono votare presso Sede Pd (via Nuvolone, 2)
  • 49, 50, 55, 56 A. Frank possono votare presso Federazione Pd (Via Ippocastani, 2)
  • 58, 59, 60, 61, 63 Cascinetto possono votare presso Centro Civico Cascinetto (via Maffi, 2/a)
  • 64, 74 San Felice Centro possono votare presso Civico San Felice (San Felice)
  • 65, 66, 67 Boschetto Migliaro possono votare presso Centro Civico Boschetto (via Bianchi, 2)
  • 70, 71 Cavatigozzi possono votare presso Sala Civica (via Abbadia, 26)

Altre informazioni potete trovarle al link http://gianlucagalimberti.it/primarie-scegli-il-tuo-sindaco-vota-gianluca-galimberti/.

Maurizio Martina è Ministro dell’Agricotura nel governo Renzi

martinaLa Federazione del Partito Democratico di Cremona esprime, soprattutto per il settore agricolo, grande soddisfazione per la nomina dell’amico Maurizio Martina al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Un’occasione per lavorare con forza nei nostri territori sul futuro dell’agricoltura.

Martina, bergamasco di Calcinate, 35 anni, aveva ricoperto il ruolo di sottosegretario allo stesso Ministero dell’Agricoltura nel governo Letta. Il dicastero alle Politiche Agricole gioca un ruolo chiave in vista dell’Esposizione Universale prevista tra un anno a Milano.

Domani mattina, alle 11.30, il giuramento al Quirinale.

Alloni “MELOTTA: Una cava di troppo “

“Le confermo che i miei uffici hanno già avviato un percorso collaborativo al fine di un accompagnamento nel procedimento di Variante Urbanistica al PTCP del geosito Pianalto della Melotta e di tutti gli atti correlati al progetto”. E’ questo il contenuto di una lettera che l’ex Governatore della Lombardia Roberto Formigoni ha scritto a Massimiliano Salini, Presidente della Provincia di Cremona, in data 11 novembre 2012. L’argomento è la decisione che di comune accordo hanno già preso i due (e con loro la Lega e il Centro Destra cremonese e lombardo) in merito al nuovo Piano Cave. Non c’è ancora nulla di ufficiale; siamo in una situazione giuridica e amministrativa che non consente la realizzazione di una nuova Cava di argilla nella riserva Naturale del Pianalto della Melotta, tra Romanengo, Soncino, Casaletto di Sopra e Ticengo: infatti il Piano Cave vigente e il Piano Territoriale provinciale (PTCP) vietano di farlo! E da li è tutto un susseguirsi di decisioni e atti amministrativi assunti con il compiacente assenso di Lega e Forza Italia con l’obiettivo di rimuovere tutti gli ostacoli ambientali, burocratici e legali che d’ora in poi si sovrapporranno sul loro cammino. La lettera di Formigoni è protocollata a Cremona il 19 novembre; il 20 la Giunta provinciale è già pronta a “disporre l’avvio del procedimento di adeguamento del PTCP al PTR (Piano Territoriale della Regione)”.

Il 13 dicembre (il primo regalo di S. Lucia) si dà subito incarico ad un professionista esterno (10mila euro di spesa) per presentare i documenti necessari per modificare la classificazione dei geositi e tra questi quello della Melotta. E’ si, perché altrimenti una cava li non si potrebbe fare. Lo studio, il cui esito è predestinato, avvia un percorso contro il tempo per giungere ad approvare definitivamente la modifica del PTCP ad inizio gennaio del 2014 (con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione) e a dare il via libera definitivo al nuovo Piano Cave verso la fine dello stesso mese. Ora il tutto verrà inviato in Regione affinchè la stessa dia il suo ok. Formigoni però aveva già scritto la fine, Maroni farà la stessa cosa?

Le premesse ci dicono di SI. Come faccio a saperlo? Il 29 novembre del 2013 la Giunta regionale ha dato il suo ok alla variante adottata al PTCP di Cremona. A pag. 14 e 15 dello studio tecnico propedeutico al rilascio del parere è scritto, tra l’altro…. “Si ritiene pertanto che il livello di tutela 1 proposto per alcune porzioni dei due geositi di cui sopra (uno è quello della Melotta) non sia congruente con le finalità dell’art. 22 del Piano Paesistico Regionale”.

Chiaro? Certo, chiarissimo, li l’escavazione non si può fare. Anzi, non si potrebbe. Ecco quindi il colpo di scena. Il parere sopra espresso è del 13 novembre che viene integrato con un nuovo parere arrivato il 27 novembre (due giorni prima della decisione della Giunta!) e fa seguito ad un “contributo integrativo… che tiene conto di quanto espresso dalla Provincia di Cremona in merito alle peculiarità territoriali nelle aree dei geositi di interesse regionale” che arriva dopo un incontro (con chi?) del giorno prima,il 26  novembre. Succede insomma, per farla breve che la Giunta Maroni ha cambiato parere nel giro di pochi giorni, allineandosi al percorso già delineato da Formigoni un anno prima.

Chi scrive non è contrario di principio che si debbano realizzare nuove cave per i fabbisogni necessari allo sviluppo dell’edilizia o delle infrastrutture in genere. Ciò va fatto nel rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali che sono “beni comuni”, cioè “finiti”, nel senso che si consumano e vengono meno. E allora ci dobbiamo porre il tema, oramai prioritario, di uno sviluppo che sia sostenibile.

Il materiale argilloso nel Piano Cave della Provincia di Cremona è sufficiente e non si sente il bisogno di creare nuove cave che, comunque, non dovranno mai essere realizzate in un territorio che è unico nel suo genere in tutta la Lombardia, con la presenza di una riserva naturale, un geosito regionale, un Sic natura 2000 e vincoli territoriali e urbanistici previsti in tutti gli strumenti di pianificazione dei Comuni , della Provincia e della Regione.

Ambiente e rifiuti. PD: dal centrodestra solo propaganda.

Nell’incontro con l’assessore Claudia Terzi  presso lo STER  di Cremona si è detto, a proposito delle percentuali medie di raccolta differenziata che i comuni devono raggiungere,  che  il Comune di Cremona deve correre per allinearsi agli altri comuni della Provincia  che hanno percentuali di raccolta sensibilmente più elevate e che  il sistema tariffario dovrà premiare chi differenzia maggiormente.

Peccato che la maggioranza al governo della città, invece , abbia messo  il rallentatore  rispetto a questo obiettivo  ed  abbia  cambiato   le carte in tavola   posticipando la data  che era stata già deliberata per il giugno 2014, della estensione della differenziata a tutto il territorio comunale.

Questo è quanto emerge dal  nuovo testo delle linee guida sul ciclo integrato dei rifiuti che l’assessore Bordi porterà il giorno 24  febbraio all’approvazione del Consiglio comunale ,  un testo  passato  sotto le forbici della sua maggioranza che ha tagliato le integrazioni del PD   già recepite dall’assessore Bordi   e che ha fatto  sparire  ogni riferimento temporale sulle azioni da intraprendere per costruire un’alternativa all’inceneritore ed arrivare al suo spegnimento in tempi ragionevoli.

Eppure un’alternativa concreta all’incenerimento esiste ed  è il trattamento meccanico biologico del rifiuti, indicato nelle stesse linee guida come  un sistema flessibile che permette di accompagnare la progressiva diminuzione del rifiuto indifferenziato da smaltire .

Dunque perchè far sparire ogni scadenza, ogni riferimento temporale per pianificare questa  alternativa?  

Perchè effettuare una  vera e propria marcia indietro rispetto al testo già condiviso presentato  dall’Assessore al tavolo di lavoro il 10 gennaio? questo  ci  fa fortemente temere che non ci sia la volontà di arrivare allo spegnimento dell’impianto che risulta tra quelli obsoleti della Regione Lombardia e pertanto tra  quelli  da dismettere  

Ma bisogna essere chiari,  diversamente quale sarebbe l’alternativa alla dismissione? un nuovo impianto  che si candida a ricevere rifiuti da tutta Italia; questa sarebbe l’alternativa che non crediamo che  Cremona si possa permettere.

Per il Pd occorrono scelte chiare, non ci basta l’annuncio  della costituzione di  un tavolo  con la Regione,  emerso nell’incontro con l’Assessore Terzi, chiediamo  impegni e riferimenti temporali certi, diversamente le linee guida potrebbero  restare solo  enunciazioni di principio da giocare, senza impegno, in campagna elettorale.

 

Maura Ruggeri 

 

Alessia Manfredini

 





Odg





ORDINE DEL GIORNO  relativo alla delibera 4-D2

 

 

Premesso che

 -Da parte del Sindaco e dell’Assessore Bordi era stata avviata una consultazione delle associazioni ambientaliste ed era stato istituito un tavolo di lavoro di lavoro aperto alle forze politiche per la definizione di linee guida riguardanti il ciclo integrato dei rifiuti da far pervenire all’Amministrazione provinciale come contributo alla definizione del piano provinciale dei rifiuti, dopo l’approvazione  del Consiglio Comunale di Cremona

 

il PD aveva dato la propria disponibilità a partecipare al tavolo ed a contribuire alla elaborazione delle linee guida

 il testo proposto dall’Assessore Bordi era stato modificato ed integrato a   seguito della discussione tenutasi nel tavolo di lavoro nel testo delle linee guida  datato 10 gennaio 2014  erano state recepite le integrazioni proposte dal gruppo del PD

 L’Assessore Bordi aveva anche accolto   la richiesta  di far riferimento    alla inclusione del termocombustore  di Cremona nel piano di  decommissioning di Regione Lombardia: 

 

 considerato che

 

suscita  stupore  che la proposta di deliberazione  da sottoporre all’approvazione del Consiglio Comunale  non tenga  più   conto della discussione e dei contributi che già  erano stati recepiti dall’Assessore Bordi   

 

viene  cancellato il riferimento al 31 giugno 2014 per  l’estensione della raccolta  differenziata porta a porta su tutto il territorio comunale,  contravvenendo ad un impegno già deliberato dal Consiglio Comunale di Cremona  

 

 è sparito  il riferimento temporale (entro 30 marzo 2014) per la definizione da parte di LGH di un progetto di massima per dismissione del termovalorizzatore da realizzarsi entro i prossimi tre anni

 

è sparito altresì il riferimento temporale (entro marzo 2014)  per la definizione di un progetto di massima alternativo all’incenerimento, da realizzarsi entro i prossimi  tre anni  

 

Non  troviamo il riferimento al  piano di  decommissioning di Regione Lombardia, né alcun accenno agli accordi per la definizione di un protocollo per la dismissione dell’impianto a cui l’assessore Bordi aveva fatto cenno  nella Commissione ambiente del 13 febbraio  con l’annuncio della costituzione di un tavolo di lavoro con Provincia e Regione

 

Ritenuto che

 

le linee d’indirizzo appaiono  ora un documento  svuotato di ogni concretezza circa gli impegni da assumersi da parte dell’Amministrazione comunale e che l’assenza di qualsiasi data di massima per lo spegnimento dell’inceneritore,  potrebbe  indurre  a dubitare della effettiva volontà  dell’Amministrazione di  voler procedere in tal senso

 

tutto ciò premesso

 

il Consiglio comunale impegna il Sindaco e la Giunta

 

a reintrodurre nelle  Linee Guida i riferimenti temporali  e gli impegni  già previsti nel testo datato 10 gennaio 2014 ( in allegato al presente ODG)  presentato al tavolo di lavoro  dall’Assessore Bordi  

 

i consiglieri del gruppo del Partito democratico

 

Maura Ruggeri

Alessia Manfredini

 

Galbani Lactalis, Alloni (PD): “L’azienda conferma il piano di ristrutturazione. Il PD chiede e ottiene il coinvolgimento della Regione”

Si è svolta ieri (giovedì’ 19 febbraio) in Commissione Attività produttive l’audizione con i vertici e le RSU del gruppo Galbani Lactalis, all’ordine del giorno la chiusura dello stabilimento di Caravaggio (BG) e, più in generale, il piano di ristrutturazione deciso dalla multinazionale francese che prevede anche il ridimensionamento dello stabilimento di Introbio. L’ad ha confermato la volontà della chiusura dello stabilimento di Caravaggio a seguito della crisi dei consumi e dell’aumento dei costi del lavoro e dell’energia che coinvolge l’interno sistema economico nazionale. L’azienda si è detta obbligata ad intervenire in una riorganizzazione dei 6 stabilimenti lombardi per conseguire una riduzione dei costi aziendali e per rendere più competitiva la propria produzione. Il gruppo consiliare Pd ha raccomandato attenzione nei confronti dei lavoratori e dei produttori agricoli, chiedendo espressamente il mantenimento di un presidio produttivo e agroalimentare importante per il territorio del Basso Bergamasco e dell’alto Cremasco.

“Abbiamo chiesto che venga assicurata la presenza dei consiglieri regionali ai tavoli sul mantenimento e rilancio dell’occupazione nei quali ci impegneremo per poter evitare che si generino costi sociali troppo alti da pagare – ha spiegato il consigliere Pd Agostino Alloni- . L’azienda ha manifestato la volontà di conservare tutti i posti di lavoro, questo ci conforta anche se, per quanto riguarda Caravaggio non si tratta solo di salvare posti di lavoro, ma anche di non depauperare un territorio svuotandolo del prezioso indotto che la presenza di Lactalis ha da sempre generato. Ora è il momento di raccordare i preziosi strumenti di cui ci siamo dotati, come quelli contenuti nella legge 11 sulla competitività, con le situazioni di dismissione o deindustrializzazione che ogni giorno impoveriscono i nostri territori. L’azienda ha comunque garantito il mantenimento di tutti i posti di lavoro, compresi i tempi determinati, dell’attuale produzione, nonché del mantenimento dei livelli di raccolta del latte”.