Le “pensioni d’oro” dei grilli

Un aumento della tassazione sulle pensioni, a partire da quelle superiori ad una volta il trattamento minimo Inps. A partire, cioè, da quelle sopra i 500 euro mensili.

E’ esattamente questo il contenuto della mozione presentata dai grillini alla Camera contro le “pensioni d’oro”(!?).
Di conseguenza, è presto spiegato il motivo per cui ho votato contro una proposta così assurda, iniqua e fortemente penalizzante proprio per le pensioni più basse. Convintamente contro.

A parte i grillini, infatti, credo non vi sia nessun altro in questo Paese che possa considerare “d’oro” una pensione da 500 euro.
Poco importa quindi se il mio nome è finito, insieme a quello di altri 336 deputati, nella solita virtuale lista di proscrizione fatta girare in rete dai grillini, la cui attività politica si sta ormai riducendo a queste ignobili patacche.

La verità è un’altra. Nella Legge di Stabilità sono state inserite norme, ora già in vigore, che si muovono proprio nella direzione di affrontare i problemi di equità sociale connessi con l’esistenza di importi pensionistici di ammontare particolarmente elevato. E’ il caso del contributo di solidarietà sulle pensioni veramente alte, alle quali si applica un prelievo aggiuntivo del 6% sopra i 90.000 euro lordi annui, del 12% sopra i 130.000, del 18% sopra i 195.000 euro, più un ulteriore contributo del 3% sopra i 300.000 euro.

Di fatto, quindi, l’aliquota marginale Irpef applicata a queste fasce di importi pensionistici passa dal 43% al 49% a 90.000 euro, sale poi al 55%, quindi al 61% per la fascia sopra i 195.000 euro e arriva al 64% oltre i 300.000 euro. Come si vede, un intervento pesante e concreto sulle pensioni d’oro.

Introdotto inoltre il tetto al cumulo tra pensione e reddito nella pubblica amministrazione, considerando tra questi anche i vitalizi.
Si tratta di norme volute e votate dal PD, perché per noi chi ha di più, o ha avuto di più, deve essere chiamato in questa fase a contribuire più di altri. E le risorse derivanti da queste misure vanno infatti a finanziare interventi in materia di “esodati”. Tutto il resto è chiacchiera, anche perché su queste norme il Movimento 5Stelle ha votato contro.

In Commissione Lavoro, nel frattempo, stiamo discutendo in queste ore le proposte di legge volte a colpire le distorsioni e i privilegi derivanti dall’applicazione dei sistemi di computo sui trattamenti pensionistici elevati e, in molti casi, ingiustificati, compreso il tema dei vitalizi, al fine di dare una soluzione strutturale nel segno della solidarietà all’interno del sistema.

Sì, quindi, e senza alcuna remora, ad ulteriori interventi contro norme di favore e contro iniquità non più sopportabili, con importi pensionistici esageratamente elevati e spropositati rispetto al lavoro svolto.

No, invece, alla leggerezza e alla demagogia con cui si rischia, ancora una volta, di affrontare il tema delle pensioni nel nostro Paese.

Cinzia Fontana, deputata PD

Cena per Galimberti, candidato primarie

Lunedì 3 febbraio alle ore 20 presso il ristorante “Beccofino” di Cremona (via F. Soldi 3) è stata organizzata una cena per le primarie del centrosinistra.

Sarà presente Gianluca GALIMBERTI, candidato alle primarie.

Il costo della cena è di 25 euro e  il ricavato sarà destinato al finanziamento delle primarie di domenica 23 febbraio.

Per prenotazioni PD Cremona 0372.49591.

La vostra presenza è particolarmente gradita.

Pd e cultura. Un chiarimento necessario

Ancora una volta, per l’ennesima volta, c’è chi preferisce discutere del nulla piuttosto che di merito. E mi spiace che questo avvenga nel giorno della scomparsa di uno dei più grandi protagonisti della cultura italiana come Claudio Abbado, legato a Cremona. Al di là del titolo, l’intervista che ho rilasciato oggi al quotidiano La Provincia, chiarisce alcune questioni di fondo.

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Assemblea provinciale del 20 gennaio: La relazione del Segretario provinciale Piloni

SITUAZIONE NAZIONALE

Credo sia innegabile che, dopo le primarie, il PD abbia rimesso al centro dell’agenda politica il tema della legge elettorale. E se la riforma, come credo, è una necessità, non possiamo che ritenere positiva questa azione e il ruolo di regia che il PD sta giocando.
Ma il tema non può da noi essere banalizzato con l’opportunità o meno dell’incontro di sabato.
Se la legge elettorale è una priorità, va condivisa con tutti.
E per uno che ha fatto della comunicazione il suo punto di forza, anche la scelta del luogo ha un suo significato.
Il punto, semmai, è un altro. Quale legge elettorale?
La scelta della legge elettorale non può prescindere dal ruolo che il PD vuole giocare. Un ruolo, rimasto ambiguo, che nessuna primaria ha ancora oggi affrontato. Nè quelle del 2009 né quelle dell’8 dicembre.
Non riusciamo a focalizzare l’attenzione sul ruolo del PD. E non è colpa di Renzi. La colpa è nostra che non siamo riusciti a soffermarci sull’identità di questo partito, nella sua essenza più vera.
E non è semplice rispondere a questa domanda, se non risolviamo il problema alla radice.
Se ad ogni elezione il segretario è candidato automaticamente, per quella vocazione maggioritaria, oppure se il segretario può anche non esserlo. Due cose ben distinte e ben diverse, che ad ogni giro di ruota cambiamo in base alle necessità.

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