L’attività di Luciano Pizzetti in Parlamento durante queste ultime settimane si è principalmente concentrata su tre grandi questioni all’esame dell’Aula e della Commissione Affari Costituzionali del Senato: la presentazione di emendamenti chiave, poi approvati, al disegno di legge per l’abolizione del finanziamento pubblico diretto ai partiti, le disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e la disciplina della contribuzione volontaria della contribuzione indiretta in loro favore; la presentazione delle motivazioni del voto favorevole alla Costituzione del Senato come parte civile nel cosiddetto processo De Gregorio, che vede imputato Silvio Berlusconi; la gestione, in qualità di relatore, del passaggio al Senato del ddl Delrio “Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni”.
In allegato il documento di dettaglio sulle attività dell’On. Pizzetti.
I migliori auguri per l’impresa impossibile del governo Renzi, ossia la riforma costituzionale, che la vede in prima fila.
I migliori saluti
Avv. Nicola Centofanti.
PS. Poiché sono curioso mi chiedo: Come si fa a coniugare le riforme costituzionali con la legge elettorale che hanno procedure di approvazione e tempi diversi ?
Bisogna per forza nominare un senato che duri in carica fino all’approvazione della riforma costituzionale. Deve essere sancito l’impegno dei senatori eletti di votare per la riforma che abroga il senato nel più breve tempo possibile?
I tempi tra le riforme citate sono diversi ma la riscrittura della legge elettorale di cui si sta discutendo va impostata già nella logica del monocameralismo: una sola Camera darà la fiducia all’Esecutivo e il Senato resterà pilastro della Repubblica ma di seconda istanza, come in tanti altri paesi del mondo (quello più simile a noi potrebbe essere il caso della Francia). Del resto, quanto detto è confermato anche dalla circostanza che la riforma del Senato potrebbe essere approvata, almeno in prima lettura secondo la procedura dell’art.138 della Costituzione, entro il primo semestre del 2014, prima che l’Italia assuma la Presidenza dell’Unione europea dall’inizio di luglio. Non sarà dunque necessario nominare nessun nuovo Senato, essendo quello attualmente in carica a votare le riforme di cui stiamo discutendo.
Luciano Pizzetti