L’Asl ha fatto un passo indietro. Con una nuova circolare inviata a tutti i medici, datata 25 maggio e sottoscritta dal direttore sanitario Raffaello Stradoni e dal direttore sociale Paola Mosa, l’ente corregge il tiro sui prelievi a domicilio: non saranno più riservati ai soli pazienti invalidi al 100%, con accompagnamento e totalmente infermi, com’era stato deciso nelle scorse settimane, cambiando una prassi che durava da anni. Il servizio a domicilio sarà effettuato anche alle persone per le quali i medici curanti ritengano esserci le “condizioni cliniche ed ambientali” tali da giustificarlo. I medici saranno in questo caso tenuti a compilare una scheda di valutazione.
Per il Pd, che con il consigliere regionale Agostino Alloni aveva sollevato il caso, annunciando di voler interpellare a riguardo l’assessore alla sanità, è motivo di soddisfazione: “È una buona notizia – dichiara l’esponente del Pd – che dimostra che avevamo buone ragioni a dire che la decisione dell’Asl era sbagliata. È stato necessario denunciare il problema per rimettere le cose a posto. La nuova circolare fa una cosa semplice, affida la valutazione sulla necessità del prelievo a domicilio ai medici di famiglia, che sono le figure più adatte a capire se il paziente può o meno andare al laboratorio per gli esami. Se poi, come sosteneva l’Asl, ci fossero i cosiddetti furbetti che abusano di un servizio riservato a chi ha reali difficoltà, mi aspetto che l’azienda faccia i debiti controlli. Ma per una ragione di equità e di giustizia, perché i risparmi si possono sicuramente fare altrove”.