Archivi tag: ambiente

Spreco alimentare, Piloni (PD): “Meno spreco, meno tasse. Un altro metodo per affrontare anche l’emergenza ambientale”

“Anche combattere lo spreco alimentare è un modo per diminuire i costi di smaltimento dei rifiuti organici e aiutare l’ambiente” dice il consigliere regionale del Partito Democratico Matteo Piloni, primo firmatario dell’ordine del giorno approvato nei giorni scorsi dal consiglio regionale durante la discussione dell’assestamento al bilancio, con cui si impegna la Giunta a prevedere incentivi per quei Comuni che ridurranno la Tari agli esercizi commerciali che offrono a titolo gratuito le eccedenze alimentari derivanti dalla propria attività, direttamente o indirettamente, alle onlus e alle famiglie indigenti.

“In poche parole – spiega il consigliere regionale PD – l’obiettivo della nostra proposta è duplice, in quanto si affronta un tema etico e un tema ambientale che in questo momento rappresenta una vera e propria emergenza, se pensiamo che in Lombardia il dato sulla produzione pro-capite di rifiuti urbani, espresso per il 2017 in 466,9 chilogrammi per abitante, non accenna a diminuire. Trattandosi del 50% dei rifiuti solidi urbani, i rifiuti organici rappresentano un ruolo chiave per il riciclo e per l’economia circolare quindi è evidente che sottrarre le eccedenze di cibo al ciclo dei rifiuti significa ridurne l’impatto dello smaltimento”.

A proposito di emergenza ambientale, il 29 luglio 2019 il nostro pianeta ha esaurito le risorse che dovrebbero invece bastare alla Terra per l’intero anno. Si tratta dell’Overshoot Day: il giorno dell’anno in cui la nostra domanda di acqua, cibo, fibre, legno e assorbimento di anidride carbonica supera l’ammontare di risorse biologiche che gli ecosistemi della terra sono in grado di rinnovare in un anno, la cosiddetta biocapacità globale. Una data che purtroppo arriva sempre prima.

Obiettivo carbone zero, Piloni (PD): “Uno studio per l’autosufficienza energetica”

Ora più che mai, soprattutto dopo la giornata di mobilitazione per l’ambiente del 15 marzo e alla luce delle preoccupazioni di molti agricoltori in merito agli allarmanti segnali atmosferici che stiamo vivendo dallo scorso novembre, sarebbe opportuno mettere in campo azioni mirate per disincentivare l’utilizzo delle fonti fossili inquinanti in agricoltura, avviando anche delle fasi sperimentali in territori specifici. “Obiettivo carbon zero. Un progetto per le Terre di Mezzo”: così si chiama lo studio realizzato nella precedente legislatura e ripreso dal consigliere regionale PD Matteo Piloni che lo ha sottoposto per la seconda volta, a un anno dal suo insediamento, all’attenzione dell’assessore all’Ambiente di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo. Questo studio approfondisce, in particolare, lo sviluppo del territorio soresinese in Provincia di Cremona, con progetti particolari per ciascuno dei 22 comuni di quella zona.

“Lo studio, realizzato da professionisti esperti in materia di efficientamento energetico e di sviluppo territoriale sostenibile – spiega il consigliere Piloni – vuole dimostrare che, partendo dal nostro territorio, si può arrivare in futuro a non utilizzare le fonti fossili inquinanti e ottenere l’autosufficienza energetica, riducendo drasticamente l’inquinamento atmosferico. Mi auguro che questa volta l’assessore prenda in maggiore considerazione il mio invito e organizzi una presentazione dello studio, coinvolgendo i sindaci dei comuni interessati insieme ai portatori d’interesse – conclude il consigliere dem – con l’obiettivo di mettere in campo azioni concrete, partendo da un piccolo territorio e avviando così una fase sperimentale che potrebbe essere poi replicata in altri territori”.

Ecco il link al progetto studiato dal Partito Democratico per le “Terre di Mezzo”: Obiettivo carbon zero

Crisi idrica, Alloni e Barzaghi (PD): “Invasi nelle cave, soluzione sbagliata”

Voto contrario del gruppo regionale del Partito Democratico, in Commissione Ambiente di Regione Lombardia, al progetto di legge sulle Nuove norme per la mitigazione degli effetti delle crisi idriche sul settore agricolo, la proposta che intende utilizzare le cave dismesse come invasi per l’acqua. A spiegare nel dettaglio perché l’idea non convince, Laura Barzaghi e Agostino Alloni, consiglieri regionali del Pd: “Intanto, il provvedimento dovrebbe essere anticipato da un documento che riporti il reale fabbisogno idrico generale, non solo riferito all’agricoltura – ha esordito Barzaghi –. Poi, il Governo si sta muovendo con le Regioni per studiare una soluzione proprio relativa ai bacini idrici di raccolta acque. La misura che vogliamo approvare in Lombardia rischia di scontrarsi con quella nazionale che sta venendo avanti”.

Dopo ci sono gli aspetti più tecnici: “Il progetto di legge parla di utilizzo di cave dismesse che non si concilia con gli accordi di riambientalizzazione cui deve sottostare il cavatore e di fatto solleva da questa incombenza l’operatore privato. Un provvedimento del genere, dunque, aprirebbe un mercato diverso a un bene tutto sommato di proprietà pubblica”. La Barzaghi ha anche sottolineato la necessità di distinguere tra “invasi con acqua piovana e opera di laminazione per le esondazioni, due situazioni che richiedono un trattamento diverso”.

Ma è stato Alloni ad affondare il colpo: “Tutto nasce da una richiesta di un preciso territorio, quello del Consorzio di bonifica del Chiese. Bene: attraverso il loro Piano comprensoriale di bonifica, il Consorzio, le istituzioni locali, insieme ai cittadini, possono benissimo prevedere di utilizzare le proprie cave dismesse come invasi. Ma non serve di certo una legge regionale che, per altro, così come impostata, può andare bene solo in determinate zone pedemontane, non certo in montagna e tanto meno in pianura, ricca di risorgive e con cave interconnesse direttamente con la falda. In pianura il rischio è quello di ottenere il risultato opposto e penalizzare gli stessi agricoltori”.  E soprattutto, ha sottolineato il consigliere Pd: “Qui saremo costretti ad andare a modificare il Piano cave e fare una variante è complicatissimo, soprattutto nella province dove i piani non sono mai stati applicati perché bloccati da ricorsi e contro ricorsi. Senza contare che per poter applicare l’impermeabilizzazione si dovrà nuovamente scavare un po’ e questo vuol dire rimettere in funzione la cava e dare al privato la possibilità di modificare lo stato dell’ambiente a impianto chiuso”.

Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova unite contro lo smog. Al via la campagna “L’aria pulita si sceglie”

L’aria pulita si sceglie è il titolo della campagna di comunicazione che i Comuni di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova hanno lanciato questa mattina, nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Loggia a Brescia, per sensibilizzare i cittadini sull’importanza della qualità dell’aria per la nostra salute e l’ambiente. Per il Comune di Cremona è intervenuta l’Assessore all’Ambiente e alla Mobilità Alessia Manfredini, che, insieme a Gianluigi Fondra, assessore all’Ambiente del Comune di Brescia, Leyla Ciagà, assessore all’Ambiente del Comune di Bergamo, e Adriana Nepote, assessore all’Università e ricerca con delega al Coordinamento dell’Ufficio di progettazione europea del Comune di Mantova, ha sottolineato l’importanza della collaborazione, anche sul fronte ambientale, di questi quattro territori. Sinergia che ha un’importante valenza politica di stimolo per un’azione coordinata in tutta la Lombardia ed un impegno forte su questo tema.

La campagna di sensibilizzazione sarà veicolata attraverso i siti dei quattro Comuni delle città capoluogo, i social media, cartelli pubblicitari e altro materiale informativo che verrà messo in distribuzione. Un roll up, ad esempio, è già stato posizionato nella sede di SpazioComune in piazza Stradivari.

Dal canto suo l’Assessore Alessia Manfredini, sottolineando la rilevanza che ha una campagna di informazione capillare come quella che si andrà ad attuare, ha dichiarato che, per contrastare l’inquinamento atmosferico, sono in ogni caso necessari interventi di carattere strutturale. A tale proposito l’Assessore ha citato il sostegno al trasporto pubblico e lo sviluppo della mobilità sostenibile, la produzione di calore per gli edifici attraverso tecnologie ad impatto ambientale decisamente più basso di quello attuale, nell’ottica dell’economica circolare, la diffusione degli interventi di efficientamento energetico, come si sta facendo ad esempio a Cremona negli edifici scolastici e in alcuni immobili di edilizia residenziale pubblica, tali da assicurare una riduzione sensibile dei consumi e, di conseguenza, anche la produzione di agenti inquinanti.

Da oggi intanto non sono più attive le limitazioni temporanee di 1° e 2° livello, scattate nei giorni scorsi a causa del superamento per 10 giorni consecutivi dei valori del PM10. Rimangono naturalmente in vigore, come da disposizioni regionali, le azioni strutturali per la tutela della qualità dell’aria e il contrasto dell’inquinamento atmosferico: divieto di circolazione, dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 19.30, di autoveicoli Euro 0 benzina, autoveicoli Euro 0, Euro 1, Euro 2 diesel, motocicli e ciclomotori a due tempi di classe Euro 1 (è compreso il fermo permanente della circolazione per motoveicoli e ciclomotori a due tempi di classe Euro 0). Si ricorda inoltre il divieto (nel caso siano presenti altri impianti per il riscaldamento alimentati con combustibili ammessi) di utilizzo di apparecchi per il riscaldamento domestico alimentati a biomassa legnosa quali camini aperti, camini chiusi e stufe, nonché la la combustione di residui vegetali agricoli e forestali. Le disposizioni regionali prevedono inoltre lo spegnimento dei motori degli autobus nella fase di stazionamento ai capolinea e dei motori dei veicoli merci durante le fasi di carico/scarico.

Nel frattempo i valori del PM10, dopo il calo dei giorni scorsi, stanno risalendo. In base al rilevamento fatto sui dati di ieri la media, a livello provinciale, è di 75.25 microgrammi/m3. Per quanto riguarda la città i valori rilevati sono i seguenti: Fatebenefratelli 74, Cadorna 73, Spinadesco 72 per una media di 73 microgrammi/m3.

Le misure temporanee di primo livello, che si aggiungono a quelle strutturali, vanno comunque attuate dopo che vi è stato il superamento, per quattro giorni consecutivi, del limite giornaliero del PM10 (50 microgrammi/m3). In base alle nuove disposizioni regionali, recepite nell’apposita ordinanza sindacale, la verifica per stabilire l’attivazione o meno delle misure temporanee viene effettuata il lunedì e il giovedì (giornate di controllo) sui quattro giorni antecedenti. Le misure temporanee vanno attivate entro il giorno successivo a quello di controllo.

Dunas, Alloni (PD): “La giunta regionale dice che la tassa va pagata”

“L’assessore regionale al Territorio Beccalossi, a nome della Giunta di centrodestra, ha detto a chiare lettere che bisogna pagare la tassa al Dunas”, è tranciante Agostino Alloni, consigliere regionale del Partito Democratico, dopo che questo pomeriggio ha ascoltato l’assessore di Maroni rispondere alla sua interpellanza a proposito del Consorzio di bonifica.

“Alla mia richiesta specifica se la Regione non ritenga necessario sospendere con urgenza gli effetti della sua delibera del 29 dicembre 2016, in attesa dell’approvazione del Piano comprensoriale di bonifica del Consorzio Dunas, la Beccalossi è stata chiara – continua Alloni –: ha confermato che in punta di diritto è tutto a posto e le scelte fatte dalla Giunta regionale sono corrette. Quindi, gli stessi amministratori della loro parte politica se ne dovranno fare una ragione. Per la verità, adesso che le elezioni di Crema hanno avuto l’esito che tutti sanno, le evidenti strumentalizzazioni sono cessate. E oggi, in Commissione, sia Lena che Malvezzi, consiglieri di maggioranza, sono rimasti in silenzio”.

Eppure, ad Alloni non va giù il fatto che “bastava aspettare due giorni e nessuno avrebbe pagato nulla per il 2017. Invece, quella delibera, contenente un emendamento dell’assessore alle Finanze Garavaglia all’assestamento di bilancio approvato dal Consiglio e fatto appositamente, è stata approvata proprio il 29 dicembre, dando modo così al Dunas di chiedere la riscossione della tassa”. Ma il consigliere PD resta dell’opinione che “è sbagliato approvare un Piano di classificazione senza un Piano di bonifica. Che premura aveva il centrodestra regionale di prendere una decisione del genere? A meno che, appunto, non fosse una mossa elettorale per screditare il Comune di Crema. Ma a Maroni e ai suoi è riuscito solo far arrabbiare i propri amministratori sul territorio”.