In seguito al dibattito nato nei giorni scorsi riguardo alla candidatura di Cremona a Capitale della Cultura e alle ripercussioni sul turismo, riportiamo di seguito la lettera inviata al quotidiano La Provincia dal responsabile cultura della segreteria provinciale del Partito Democratico, Rodolfo Bona:
Egr. Sig. Direttore,
nei giorni scorsi si è accesa una discussione su Cremona capitale della cultura e sulla primogenitura di quest’idea. Non intendo entrare nella polemica, anche perché sono convinto che l’eventuale candidatura dovrebbe essere, più che argomento di conflitto, il punto di arrivo di un serio confronto ideale e l’approdo di un processo di crescita e di consapevolezza della nostra identità culturale.
La questione ha fatto seguito a quella sulla vocazione turistica della città, scatenatasi dopo la pubblicazione dei dati, senza dubbio lusinghieri, che attestano i progressi in questo settore.
Non è il caso di inopportuni trionfalismi ma va salutato con favore l’aumento dei flussi turistici, che non è certo frutto del caso ma di un’azione politica in campo culturale volta a creare le condizioni della crescita. Un’azione che si è basata su idee, progetti e su un paziente lavoro di relazione fra soggetti diversi, pubblici e privati, sia dentro la città, sia con le città vicine: Piacenza, Brescia, Bergamo, Milano, il lago di Garda.
A tal proposito è arrivata, dal candidato della destra cremonese, la proposta di confronto fra Cremona e Mantova, al fine di sostenere l’inadeguatezza della nostra città e dell’azione dell’attuale sindaco. A Malvezzi ha risposto oggi, sempre da destra, l’ex assessore regionale Cristina Cappellini, che ha difeso il lavoro da lei fatto, anche di concerto con l’amministrazione Galimberti, per promuovere Cremona e il territorio provinciale, riconoscendo i successi della città in questo campo.
Concordo con lei su tutta la linea, anche nel suo appello a quel realismo del quale molti dei competitori in questa campagna elettorale dovrebbero far tesoro, così da evitare sterili polemiche.
In campo culturale e turistico molto è stato fatto in questi cinque anni, con positivi risultati, ma molto resta ancora da fare. Proprio Mantova e altre importanti realtà, ci insegnano che i risultati si ottengono quando una città riesce a fare sistema all’interno del proprio territorio (fra istituzioni e fra istituzioni pubbliche e tessuto privato) così da acquisire forza nell’interlocuzione con le realtà esterne, dentro un modello turistico che è fortemente competitivo e che richiede coesione e consistenti investimenti.
Senza queste condizioni – e in un clima di permanente e spesso pretestuosa polemica – anche la pretesa di candidare Cremona a capitale della cultura rischia di divenire velleitaria, nonostante le grandi potenzialità in campo artistico e musicale della nostra città.
Mi permetto di aggiungere che, in tutto questo dibattito, finora ci si è accapigliati, con talvolta eccessiva puntigliosità, sui numeri e sulle ricadute in termini di flussi turistici delle politiche culturali attuate. Si tratta di un tema importante, che dovrebbe essere affrontato senza pregiudizio e con intento costruttivo, poiché concerne l’economia e il benessere della città.
Ciò nonostante la cultura resta, prima e oltre ogni considerazione di tipo economico, una dimensione fondamentale del nostro essere: creatività, studio, rispetto dell’ambiente, cura della persona, costruzione dell’identità individuale e dell’integrazione delle diversità, tensione verso una società coesa e ricca di idee, specchio di una città che sa riflettere su sé stessa e sulla propria storia, orgogliosa di essere ciò che è ma cosciente della propria dimensione e dei propri limiti.
Molte delle iniziative culturali proposte in questi cinque anni sono andate in questa direzione. Il loro valore, oltre che nei numeri, risiede proprio nello sforzo di portare la città a conoscersi e a riconoscersi, nella consapevolezza che ciò è ineludibile premessa, insieme a un adeguato sistema di collegamenti e infrastrutture, di ogni legittima aspirazione a proporsi come capitale culturale.
Rodolfo Bona – Responsabile cultura Segreteria provinciale Partito Democratico