Non ha avuto un buon esito l’incontro tra l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera e la delegazione dei sindaci del Casalasco e del Viadanese. “Gallera solleva una questione di ‘non discrezionalità’ scaricando le responsabilità sul Ministero” – spiega il consigliere PD Matteo Piloni che ha partecipato all’incontro. Il punto infatti é che dal 2015 ad oggi non è stato messo in campo nulla per risolvere la questione e potenziare il punto nascite. Eppure la Regione ne ha avuto di tempo! Non va dimenticato che questo ‘piano dei 500 parti’ nasce nel 2000, trovando poi attuazione nel 2010 durante il governo Berlusconi.
“A ottobre, quando è arrivata un’ulteriore lettera del Ministero – sottolinea Piloni – la Regione, ormai in campagna elettorale, è rimasta ulteriormente immobile. Va anche ricordato che, nella richiesta di deroga inviata al Ministero, si fa riferimento a distanze tra punti nascita alternativi che non corrispondono al vero e la risposta del Ministero si attacca proprio a questo fattore, ritenendo quindi la richiesta non accoglibile. Se la richiesta di deroga fosse stata impostata diversamente, forse oggi non avremmo questo problema” fa notare il consigliere. La decisione è comunque della Regione che, per non incorrere in eventuali tagli dal fondo sanitario, sceglie la via più facile chiudendo il punto nascite invece di mettere in campo azioni concrete per potenziare l’Oglio Po. Cosa che avrebbe potuto e dovuto fare da tempo! E ora il Casalasco rischia di diventare ancora più povero a causa di una Regione che, in questi anni e su altre questioni, si é dimostrata immobile e sorda” conclude il consigliere dem.