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Unioni Civili. C’è la Legge. E l’Italia recupera terreno sui Diritti.

A distanza di 27 anni dalla Danimarca, il primo Paese al mondo ad approvare una legge per le coppie omosessuali, anche l’Italia oggi ha una sua legge. L’ultimo Paese a farlo tra quelli che hanno fondato l’Europa.

Le Unioni Civili sono quindi legge, e nel giro di poco tempo il Governo ha avuto la forza, non solo di mantenere un impegno, ma di chiudere anni di discussioni e di proposte che non sono mai andate in porto, facendo recuperare terreno ad un Paese, il nostro, che sui Diritti era rimasto al palo per troppo tempo.

In questi mesi si è sentito di tutto: si è tirata in ballo una fantomatica teoria gender, si è parlato di atti contro natura, che ci sono altre priorità (come se i diritti non lo fossero!), e tante altre sciocchezze.

Qualcuno dirà che si poteva fare di più, ed avrebbe anche ragione. Ma oggi l’Italia ha una legge sulle Unioni Civili che mette sullo stesso piano le persone e che dà piena attuazione anche all’articolo 3 della nostra Costituzione, in cui è scritto che: ”E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

Ecco: con le Unioni Civili l’Italia ha dato forza alla nostra Costituzione, ed ha adempiuto al suo compito costituzionale.

 

Matteo Piloni – Segretario provinciale PD

Fontana, PD:”LEGGE ANTISPRECHI: PER UN CONSUMO PIU’ SOLIDALE E PIU’ CONSAPEVOLE.”

Grande soddisfazione per l’importante traguardo raggiunto ieri alla Camera, con l’approvazione in prima lettura della proposta di legge del PD sulla donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici ai fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi.
Anche questa è una delle eredità positive di Expo 2015, considerato che era il tema cardine della Carta di Milano.
Lo sperpero di alimenti e farmaci rappresenta per la collettività un costo sempre più insostenibile sotto tutti i punti di vista: economico, etico, di sostenibilità ambientale.
La Fao ha quantificato in 1,6 miliardi di tonnellate lo spreco di cibo destinato al consumo umano: una quantità che, se riutilizzata, potrebbe idealmente sfamare per un anno intero metà dell’attuale popolazione. L’Organizzazione mondiale della sanità stima che nell’intera Europa lo spreco di farmaci equivalga alla cifra impressionante di circa 125 miliardi di euro annui.
In Italia produciamo 5,6 milioni di tonnellate di eccedenze alimentari all’anno; di queste, 500 mila vengono recuperate grazie alle azioni positive di volontari e associazioni già diffuse sul territorio. Ma ancora molta strada c’è da fare.
Per questo il provvedimento si pone l’obiettivo di incentivare e semplificare il loro lavoro, di agevolare la donazione, di ampliare la platea dei soggetti autorizzati a effettuare le distribuzioni gratuite e delle categorie di prodotti che possono essere cedute agli indigenti, di favorire un uso più consapevole delle risorse e di ridurre gli sprechi per le fasi di produzione, distribuzione e somministrazione dei prodotti alimentari e farmaceutici.
Abbiamo scelto, quindi, un’impostazione che promuove, tutela, riconosce e incentiva il già tanto che avviene in questo settore. La chiave è la sinergia tra istituzioni, terzo settore, mondo della distribuzione e cittadini che si organizzano.

LE “FERIE” DEL PARLAMENTO E I TEMPI DELLA LEGGE DI STABILITÀ – di Cinzia Fontana, deputata PD

Puntualmente, come ogni anno in questo periodo, i giornali gridano allo scandalo del “lungo ponte” di ferie del Parlamento. Ed ogni anno le banalità e la demagogia la fanno da padrone, dando in pasto ai cittadini una rappresentazione della vita delle istituzioni del tutto fuorviante.
Voglio cercare, allora, di mettere in fila alcune questioni, per come le conosco e le vivo quotidianamente:

– “Parlamento chiuso”. Falso!
Da domenica 6 dicembre è in corso la commissione Bilancio sulla legge di stabilità, che continuerà per tutta la settimana sino al termine dei voti sugli emendamenti. Nel frattempo, gran parte delle altre commissioni è convocata. L’attività del Parlamento, quindi, è a pieno ritmo.
La sospensione dei lavori d’Aula per permettere il vaglio della legge di stabilità è stata, oltretutto, decisa all’unanimità (M5S e SEL compresi) con la predisposizione del calendario di dicembre. Conseguenza logica del fatto che durante i lavori d’Aula non è possibile convocare le commissioni. Se l’Aula fosse convocata, la Bilancio non disporrebbe dei tempi adeguati per affrontare il provvedimento.
L’unica alternativa sarebbe la non emendabilita’ alla legge di stabilità, come avviene in alcuni Paesi. Personalmente, non credo possa essere questa la soluzione da adottare in una democrazia parlamentare come la nostra. Ma chi grida allo scandalo, ha il dovere di proporre un’alternativa credibile e praticabile.

– “Presenti solo i 48 componenti della commissione Bilancio” . Falso!
I lavori sulla legge di stabilità vengono seguiti anche dai deputati che non fanno parte della commissione Bilancio. E sono molti quelli coinvolti, per competenza di materia, per capacità di approfondimento sui singoli diversi punti, per ruolo, per autorevolezza.
Basterebbe, del resto, che i giornalisti seguissero con costanza il ritmo dei lavori di ogni singolo parlamentare (sia a Roma che sul territorio) e l’intensità delle presenze in commissione, per non cadere nella facile demagogia. Ma forse è proprio questo che si vuole, pur di indebolire il ruolo del Parlamento.

– “Il Senato, al contrario, è stato convocato durante le votazioni sulla legge di stabilità in commissione” . Falso!
Triste questo tentativo di contrapporre Camera e Senato, quando invece i lavori sulla legge di stabilità hanno le medesime modalità di svolgimento. Ci sono stata per cinque anni al Senato e quindi posso parlarne a ragion veduta. Anche stavolta, mentre la commissione bilancio era al lavoro, il Senato ha sospeso i lavori d’Aula dal 6 al 16 novembre: esattamente 10 giorni. Qualche senatrice probabilmente se ne è già dimenticata.

– “Votazione giudici Corte costituzionale”. Vero!
Non entro nel merito della questione relativa all’elezione dei giudici della Corte. È vero però che M5S e Sel hanno proposto di inserire la convocazione per un’ulteriore votazione nella settimana di sospensione dei lavori d’Aula.
Su questo tema, tuttavia, continuo a credere che a nulla serva l’oltranza delle votazioni seriali. Ciò che serve, per il tipo di elezione cui siamo chiamati, è l’intesa politica tra le diverse forze che siedono in Parlamento. Questo obiettivo deve essere comune. Nessuno se ne può chiamare fuori. E non può essere banalizzato come una semplice questione di calendario.

Con queste mie considerazioni ho inteso riportare un briciolo di verità sui nostri lavori.
Lo devo ai miei familiari e ai miei affetti. Lo devo al mio territorio, alle cui iniziative ed appuntamenti sono continuamente costretta a rinunciare per dover giustamente partecipare ai lavori parlamentari. E lo devo alle colleghe e ai colleghi di tutti i gruppi politici che affrontano il loro ruolo con dedizione, competenza, impegno, assiduità e generosità. E vi assicuro che sono tanti!
Ecco perché il falso messaggio delle ferie e del “ponte lungo” è veramente una vigliaccata.

Cinzia Fontana, deputata PD

Dibattito sulla fiducia al governo Renzi. L’intervento del Sen. Pizzetti

Ecco il testo integrale dell’intervento del Senatore Luciano Pizzetti in occasione dell’approvazione della mozione di fiducia al governo Renzi. Il Presidente del Consiglio ha poi risposto nelle sue conclusioni alle considerazioni del Senatore del PD cremonese, con il proposito di approfondire i suggerimenti in tema di riforme istituzionali.

LUCIANO PIZZETTI (PD).
Signor Presidente, onorevole Presidente del Consiglio, buon lavoro. Lei ci ha chiesto fiducia e noi le daremo fiducia, con la franchezza e la lealtà da lei sollecitate.
Abbiamo sentito le sue dichiarazioni: sono impegnative, direi molto impegnative. Delineano uno sforzo riformatore straordinariamente consistente in un tempo straordinariamente breve. Il buon esito di tale sforzo poco ha a che fare con il coraggio; molto ha a che fare con la responsabile consapevolezza. Perciò avrà bisogno del sostegno convinto di tutta la sua maggioranza, i cui confini parlamentari sono ben delineati e non suscettibili di movimenti carsici.
Una maggioranza ancora anomala, perché non figlia di un esito elettorale bipolare, ma una maggioranza ben più politica di quella che ha dato vita al Governo Letta e di quella che lo ha sostenuto dal momento in cui Berlusconi ha lasciato quest’Aula a seguito del voto sulla decadenza. Più politica e meno emergenziale. Sono le dichiarazioni che lei ha delineato ad imprimerle questo carattere: riforme economiche, istituzionali, civili ed organizzative. E’ la presenza nel Governo dei segretari delle principali forze politiche che la sostengono a caratterizzarla così. E` il confine temporale di legislatura da lei indicato a darle questo segno.
Lei si e`assunto – dunque – un compito serio, e non è interesse dell’Italia che lei fallisca. Perciò, noi la sosterremo con responsabilità e con lealtà: con responsabilità, perché abbiamo a cuore l’Italia; con lealtà, che non e` quella data dalla disciplina di partito, tanto meno dal timore del voto anticipato (una sorta di propensione «scaldaseggiola»). Quella lealtà che viene dal senso di comunità del Partito Democratico, «ditta» o meno che sia, e dalla volontà di sospingere riforme. Una lealtà – le assicuro – ben maggiore di quella a volte riservata al suo predecessore. Non ci saranno quotidiani comunicati di distinguo dalle scelte del Governo. Lei rappresenta in persona il nostro Governo, non un Governo amico.

Le chiediamo di mettere un’attenzione straordinaria alle questioni dell’impresa e del lavoro e di avere come stella polare la giustizia e l’equità. Per dare vigore al sistema democratico un ruolo primario spetta alle riforme costituzionali e ordinamentali (senza di esse il Paese non decollerà, anche se il PIL tornerà a crescere): un sistema istituzionale e produttivo di buone norme, capace di accompagnare l’evoluzione sociale e civile del Paese, capace di riconnettere i cittadini allo Stato.
La riduzione dei costi della politica è un tassello: il pilastro è l’efficientamento del sistema. Lei ha insistito sul tassello e ha delineato il pilastro. Un pilastro che, affinché sia portante, ha bisogno di un’ulteriore immissione di idee.
Signor Presidente, sulla legge elettorale, ad esempio, il testo in discussione alla Camera della deputati va rafforzato e migliorato nel suo spirito maggioritario, selettivo della rappresentanza politica e degli eletti, garante della parità di genere. Forze politiche estranee alla maggioranza sono preziose nel definire una buona legge, ma non possono imporre alla maggioranza la propria visione. Le maggioranze politiche non possono essere variabili; se così fosse verrebbe meno la maggioranza stessa.
Sulle riforme costituzionali vogliamo discutere a partire dalla fine del bicameralismo italico, affidando alla sola Camera il compito di dare fiducia al Governo e la preminente funzione legislativa.
Ciò detto, in modo convinto e non da ora, il tema è: il Senato è costo superfluo e residuale? O deve essere un cardine di garanzia democratica della nuova Repubblica? Noi pensiamo che debba essere così: non un’istituzione ad elezione diretta, bensì di rappresentanza in una moderna Repubblica federale. Rivisti e riadattati, possono davvero essere punti di riferimento i modelli senatoriali tedesco o francese (forse più il secondo del primo), con funzioni co-legislative su norme costituzionali, diritti civili e rapporti con Regioni ed enti locali; con funzione di controllo e verifica sulle nomine di alti dirigenti dell’amministrazione statale, anche come supporto alla giusta iniziativa contro il moloch della burocrazia; con funzioni di inchiesta parlamentare; con ruoli sulle nomine delle Authority.
Noi ci siamo; noi vogliamo essere protagonisti di questo processo di riforma; vogliamo essere protagonisti di un passo avanti, non di uno indietro. Noi siamo pronti – lo dico a lei e alla neo Ministra per le riforme costituzionali – ad agire affinché la prima lettura del disegno di legge di riforma costituzionale possa concludersi entro l’avvio della Presidenza italiana del semestre europeo, per darle ulteriore forza in quell’appuntamento. In questo contesto il Titolo V va certamente rivisitato, non con la categoria del pentimento bensì con quella del miglioramento. La Repubblica funziona se tutti i livelli sono responsabilizzati, ovviamente con il principio di salvaguardia degli interessi nazionali in capo allo Stato. La soluzione sta in ciò, non nel riaccentramento statalista. La stagione federalista non va azzerata ma completata, e la funzione del nuovo Senato va pensata in questa chiave. Per questo sarebbe un grave errore – glielo dico franca-mente, presidente Renzi – separare la riforma del Senato dalla riforma del Titolo V. Ci ripensi nella sua idea di far partire in rami diversi del Parlamento queste riforme, perché tutto si tiene, soprattutto dentro un’idea di Repubblica federale.
Insomma, per concludere, noi non ci sentiamo tacchini né sul tetto né sul piatto. Siamo consapevoli delle emergenze e dei bisogni di cambiamento: e` in gioco l’Italia. Perciò, nel rispetto dei ruoli di Governo e Parlamento, lei troverà in noi non dei resistenti, ma dei sollecitatori. Con questo spirito, voteremo la fiducia a lei e al suo Governo.

In Parlamento. Senato, Luciano Pizzetti: Riforma Enti locali, Finanziamento ai partiti, Processo De Gregorio

L’attività di Luciano Pizzetti  in Parlamento durante queste ultime settimane si è principalmente concentrata su tre grandi questioni all’esame dell’Aula e della Commissione Affari Costituzionali del Senato: la presentazione di emendamenti chiave, poi approvati, al disegno di legge per l’abolizione del finanziamento pubblico diretto ai partiti, le disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e la disciplina della contribuzione volontaria della contribuzione indiretta in loro favore; la presentazione delle motivazioni del voto favorevole alla Costituzione del Senato come parte civile nel cosiddetto processo De Gregorio, che vede imputato Silvio Berlusconi; la gestione, in qualità di relatore, del passaggio al Senato del ddl Delrio “Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni”.

In allegato il documento di dettaglio sulle attività dell’On. Pizzetti.