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Referendum autonomia lombarda, PD Cremona: “SI’ al regionalismo differenziato. NO alla secessione”

SI’ al REGIONALISMO DIFFERENZIATO
NO alla SECESSIONE

La Regione Lombardia, per volontà del suo governatore Roberto Maroni, ha promosso per il prossimo 22 ottobre un referendum per chiedere al Governo l’autonomia della Lombardia. Una possibilità, questa, prevista dalla Costituzione, nel Titolo V all’articolo 116.

Infatti il quesito referendario recita: “Volete voi che la Regione Lombardia, in considerazione della sua specialità, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui tale procedimento sia ammesso in base all’articolo richiamato?”

Con questa consultazione la Regione avvierà l’iter per chiedere al Governo alcune competenze. Quali? Ad oggi non lo sappiamo ancora. Infatti Maroni non ha ancora precisato quali competenze vuole ottenere, ma si è limitato a parlare di sicurezza e di soldi.
Due questioni che hanno il sapore della propaganda. La prima perché ha una valenza esclusivamente nazionale, e la seconda perché i 54 miliardi di cui Maroni parla e che vorrebbe trattenere in Lombardia sono il doppio del bilancio dell’intera Regione ed il doppio della legge di stabilità del 2016.

Se la richiesta di Maroni è impostata su questi 54 miliardi, il referendum sull’autonomia si traduce con una sola parola: secessione. Al contrario, come PD insieme ai nostri rappresentanti nelle Istituzioni, siamo per affrontare sul serio il tema del regionalismo differenziato (le competenze concorrenti), norma tra l’altro voluta e ottenuta proprio dal PD, mentre la Lega, quando era al Governo, nulla ha fatto su questo tema. Chi ha deciso di sostenere il SI al referendum è bene che chieda e ottenga chiarezza su questi punti. In caso contrario il referendum, oltre ad un’inutile spesa di 50 milioni di euro, sarà solo il tentativo di Maroni di avviare la propria personale campagna elettorale per le regionali. A spese dei cittadini lombardi.

Se il referendum sarà un’inutile farsa ideologica il PD non parteciperà.

Scarica il documento della segreteria provinciale PD di Cremona: documento PD referendum Lombardia

scarica il documento dell’assemblea regionale del PD Lombardo: doc ass.regionale

Termovalorizzatore di Cremona, PD: “Malvezzi dica se vuole mantenere l’impianto. Noi lavoriamo per un’alternativa credibile e innovativa.”

La chiusura dell’inceneritore di Cremona sarà stabilita dal gestore dell’impianto in base alle previsioni e alle valutazioni del futuro piano industriale. Il rinnovo dell’Aia al 2029 è un fatto tecnico tra l’altro previsto per legge dallo Sblocca Italia e già conosciuto.

È proprio per questo che la disponibilità  del gestore sull’avvio di un percorso sostenibile al 2024  è particolarmente importante  e da considerare con grande  serietà dentro ad un serio lavoro di sinergia tra Lgh e il Comune. Sicuramente più importante di un rinnovo tecnico previsto per legge che non preclude scelte che riguardano il futuro dell’impianto e la prospettiva della costruzione di alternative nell’ottica dell’economia circolare con una diversa alimentazione degli impianti di teleriscaldamento.

Invece di strumentalizzare ciò che era noto solo per finalità elettorali, Malvezzi dica alla città quale è il suo pensiero sull’impianto. Dalle sue dichiarazioni si evince che la sua volontà sia quella di mantenere in vita l’impianto fino al 2029 e oltre, il PD la pensa diversamente e continua per una alternativa credibile e innovativa.

Matteo Piloni (Segretario Provinciale PD)

Andrea Virgilio (Vicesegretario Provinciale PD)