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Infrastrutture, Pizzetti (PD): “Se non ora, quando?”

Si riapre la questione dell’autostrada Cremona-Mantova, il capitolo più dibattuto di una storia infinita che sembrava giunta al capolinea. E invece no. L’incontro tra la Giunta regionale e i vertici di Cremona e Mantova è riuscito a strappare un impegno politico che questa volta dovrà essere onorato. Il deputato cremonese del Partito Democratico Luciano Pizzetti ha così commentato la vicenda: 
“Infrastrutturazione della Lombardia sud, che sia la volta buona? L’incontro svoltosi a Milano tra la Giunta regionale e gli Amministratori di Cremona e Mantova ha riaperto il capitolo dell’autostrada Cremona-Mantova che languiva. Ormai quasi esanime. Come in un film poliziesco, dove chi indaga trova nuove prove per far luce su delitti irrisolti. Lasciare il sud Lombardia privo di adeguate vie di collegamento sarebbe infatti un autentico misfatto. Sociale ed economico. La Regione ha finalmente assunto un impegno politico verso questo territorio. Non potrà più portarci a spasso. Lo dovrà onorare. Noi dobbiamo aiutarla. In modo spontaneo, come a volte si dice. Unendo le forze e gli intendimenti. Perché l’occasione non si può perdere”.

Su questo territorio si stanno concentrando potenziali investimenti/interventi che, se ben coordinati nei soggetti responsabili, possono determinare la svolta che sin qui è mancata. La riqualificazione e il raddoppio selettivo della tratta ferroviaria Mantova-Piadena. Già finanziati. Il passaggio ad ANAS della ex SS 10 nel tratto Cremona-Mantova. In corso. Le risorse aggiuntive che la Regione si è impegnata a rendere disponibili per la realizzazione dell’autostrada Cremona-Mantova. In istruttoria. “Tre interventi strategici – prosegue il parlamentare PD – che insistono sul medesimo territorio. Debbono assolutamente interagire. Per abbattere costi economici. Per garantire una migliore sostenibilità ambientale. Nel raddoppio ferroviario può essere ricompresa una parte dei costi per l’abbattimento dei passaggi a livello, alleggerendo così quelli di costruzione dell’autostrada. Il tratto autostradale già in capo a TIBRE può essere a passaggio libero riqualificando selettivamente la ex SS 10 con risorse ANAS. La società Stradivaria realizzerebbe i tratti autostradali di testa e di coda. Esiste già un’ipotesi progettuale elaborata da Centropadane sull’esempio della Tirrenica. Con le moderne tecnologie di rilevazione si potrà percorrere l’intero tratto in continuità. Senza barriere. Dunque, sfruttando le opportunità che si sono aperte e mettendole in rete, potremmo finalmente e in un tempo ragionevole migliorare di molto i collegamenti stradali e ferroviari da e verso Mantova. Realizzando quella parte di dorsale padana che da Milano porta verso il Brennero e l’Adriatico”.

“Servono volontà e determinazione politica. – conclude Pizzetti – Locale, regionale, nazionale. La Regione e il Ministero per le Infrastrutture dovranno fare da player principali. Mettendo attorno allo stesso tavolo i soggetti coinvolti. ANAS, RFI, Stradivaria, Province. Ad ANAS va chiesto ovviamente di farsi carico anche del nuovo ponte Casalmaggiore-Colorno. A RFI di completare l’elettrificazione della tratta ferroviaria Brescia-Parma, considerata tra le peggiori d’Italia. I costi sono importanti ma non impossibili. Soprattutto se spalmati su più soggetti, in un’integrazione progettuale che li abbatte. Un vero cantiere performante. Sarebbe un’utile ricomposizione tra esigenze differenti. Una mediazione tra diversi approcci e visioni. Proficua per il nostro territorio e le nostre comunità. Sarebbe ragionevole approfondirla. Riqualificazione della SS 10 e nuovo modello di autostrada non sono alternativi ma integrativi. La teoria dell’una o l’altra rischia concretamente di portarci verso il nulla. Il presidente Fontana e il ministro Toninelli possono davvero concorrere a rendere praticabile questa opportunità. Se non ora, quando? Poi verrà il tempo del completamento della dorsale padana nel tratto di Paullese tra Cremona e Crema”.

Decreto sicurezza: lettera del segretario provinciale Vittore Soldo

In risposta ad un editoriale del direttore del quotidiano “La Provincia” che lo chiamava in causa per non aver risposto alla lettera del Ministro Salvini rispetto al decreto sicurezza, il segretario provinciale del Partito Democratico Vittore Soldo ha inviato una lettera aperta al giornale locale. Nei giorni precedenti una risposta a quanto scritto da Salvini era già arrivata dal deputato PD Luciano Pizzetti e dal sindaco di Crema Stefania Bonaldi.

Vittore Soldo, in una comunicazione a tutti gli iscritti della Provincia di Cremona, ha inoltre precisato la posizione del Partito: “Il Decreto sicurezza, al contrario di quanto proclamato dallo stesso Ministro, innescherà seri problemi di ordine pubblico e aumenterà la percezione ed il reale stato di insicurezza. Questo decreto mina alla base i principi di fiducia e solidarietà reciproca che sono sempre state una delle caratteristiche belle e importanti delle nostre comunità: dobbiamo fare il possibile per non permetterglielo. Il 15 dicembre, in piazza Stradivari a Cremona, la Tavola della Pace, ha organizzato un presidio (il volantino del presidio è allegato alla presente email) che ribadisce l’importanza dei valori di altruismo e solidarietà nei confronti dei più fragili ed in particolare di chi ha subito il dramma delle migrazioni da paesi dove la mancanza di diritti e delle minime condizioni per una vita dignitosa, li ha obbligati ad affrontare un viaggio pericoloso e che li terrà lontani dalle loro famiglie: vi chiedo di partecipare a questo presidio rispettandone lo spirito degli organizzatori e quindi non portando bandiere e simboli di partito. E’ importante e vi chiedo questo sforzo in un momento delicato per la nostra democrazia”.

Ecco la lettera completa di Vittore Soldo indirizzata al direttore del quotidiano “La Provincia”: Lettera Soldo – La Provincia

Al via il Congresso del Partito Democratico: domenica 3 marzo le primarie per il segretario nazionale

La Direzione nazionale del Partito Democratico ha approvato all’unanimità (con sole 4 astensioni) il regolamento congressuale: le primarie per eleggere il nuovo segretario nazionale si terranno domenica 3 marzo. Queste le tappe fondamentali del percorso di avvicinamento alle primarie: entro il 4 dicembre si dovranno insediare le commissioni provinciali e regionali. Il termine ultimo per le presentazioni delle candidature a segretario nazionale è fissato per il 12 dicembre. Per quanto riguarda il tesseramento, c’è da registrare l’importante apertura all’iscrizione online. L’adesione al Pd con formula classica, infatti, è stata chiusa nella giornata di oggi 28 novembre. Dal 3 al 21 dicembre sarà possibile, invece iscriversi online, come richiesto da molte personalità del partito. Con un’unica riferimento di pagamento, si potranno iscrivere al massimo due persone e prima di dare il via libera all’adesione vi sarà un doppio livello di verifica, nazionale e territoriale.

Dal 7 al 23 gennaio si svolgeranno le convenzioni nei circoli, il 29 e 30 gennaio quelle provinciali e, infine, il 2 febbraio, la convenzione nazionale. Dopo questo appuntamento fondamentale, i tre candidati che avranno ottenuto più voti nella convenzione nazionale (a patto che superino il 15% dei voti) avranno tempo fino all’11 febbraio per la presentazione delle liste e poi convincere gli elettori a sceglierli nella consultazione aperta nei gazebo, che si terrà il 3 marzo. Il 5 marzo avverrà, dopo le dovute verifiche, la certificazione del risultato e il 10 marzo si svolgerà l’Assemblea nazionale che eleggerà formalmente il nuovo segretario.

Tutte le informazioni sulla pagina dedicata al Congresso PD

Trenord, la Lega si assuma le sue responsabilità: governa la Regione da 18 anni

Il deputato del Partito Democratico Luciano Pizzetti (capogruppo in commissione trasporti della Camera) e il consigliere regionale Matteo Piloni hanno scritto una lettera congiunta sulla questione Trenord, pubblicata sul quotidiano La Provincia del 13 novembre 2018. Ecco il testo integrale del loro intervento:

Dott. Vittoriano Zanolli – Direttore La Provincia di Cremona,
avendo letto con un certo stupore la lettera dell’assessore Terzi, ci verrebbe da dire che a tutto c’è un limite. Soprattutto nei confronti dei pendolari verso cui non vi è neppure il più semplice cenno di scuse. La Lega governa Regione Lombardia ininterrottamente da 18 anni ed è stata al governo nazionale assai più del PD. Eppure Claudia Maria Terzi, nel suo spudorato candore, è come se fosse apparsa ieri anziché essere assessore da 6 anni. I treni non funzionano, di chi è la responsabilità? Ma è ovvio, del PD! A suo dire “il PD è responsabile dei mancati investimenti in Lombardia negli ultimi 5 anni”. Il governo Renzi, sì il tanto vituperato Renzi ormai demodé, nel 2016 ha sottoscritto con la Giunta regionale il Patto per la Lombardia del valore di 11 miliardi. L’allora presidente Maroni cosi scrisse “Il Patto che sottoscriviamo oggi è assolutamente soddisfacente. Abbiamo ottenuto quello che avevamo chiesto. Un lungo elenco di opere, che porta come cifra totale 10 miliardi e 750 milioni. Avevamo chiesto 10 miliardi, è arrivato qualcosa in più, ben venga. Queste non sono ipotesi di investimento, ma risorse che ci sono”.

L’assessore Terzi era già in Giunta regionale, dunque a conoscenza del Patto. Allora perché mentire in modo così pacchiano?
Per quanto grande, una menzogna su altri non riuscirà mai ad occultare l’enorme inefficienza propria. La stessa attacca l’ex amministratore delegato FS, ma è proprio col Contratto di servizio da egli proposto e sottoscritto dal governo Gentiloni che si postano, tra le altre, risorse per il raddoppio della Mantova-Codogno. L’ex Ad lavorò intensamente con la precedente Giunta regionale per un intervento assai più consistente di FS in Trenord, così da garantire ben maggiori investimenti nazionali sulla rete lombarda. L’attuale Giunta regionale ha rimesso tutto in discussione in nome di un’inefficiente federalismo ferroviario. Claudia Maria Terzi era assessore allora ed è assessore oggi, qual è quella vera? Il ministro Toninelli, suo alleato politico che ufficialmente incontrerà nelle prossime ore, ha in proposito dichiarato “Ribadirò che è nostra volontà dare una svolta alla governance di Trenord, sottraendola al controllo della politica che in questi anni l’ha trascinata nel baratro. Ferrovie Nord Milano, che detiene il 50% di Trenord, negli anni ha rappresentato il tipico esempio di società gestita dalla politica nel peggiore dei modi. In termini di investimenti ricorderò poi al Presidente Fontana che Trenord nel 2016 ha chiuso il bilancio con più di 16 milioni di utile netto, ed è inammissibile che una società che eroga un servizio pubblico così indecente si preoccupi di staccare dividendi ai suoi soci, tra cui la Regione Lombardia, anziché investire sull’acquisto di nuovi treni e sul personale”.

Basterebbe tutto ciò per rispondere all’assessore, ma data la grave situazione è necessario entrare ancor più nel merito.
L’incontro con l’ad Piuri ha confermato due cose.
La prima è che i continui disservizi sono imputabili per circa il 60% dei casi a responsabilità di Trenord. La seconda è che questi disservizi sono causati da un piano manutenzioni che non funziona, a causa della carenza di personale e di mezzi troppo vecchi e spesso guasti. Questi due elementi sono inseriti nei contratti di servizio tra Trenord e Regione Lombardia. Punto. Infatti, a causa del mancato rispetto dei contratti da parte di Trenord, questa versa a Regione penali annue per 26 milioni di euro. Nel 2017 l’ex Ad di Trenord Farisè avvisò la Giunta Maroni, di cui la Terzi era assessore, di queste difficoltà, chiedendo risorse immediate per evitare di trovarsi in un’emergenza. Maroni a luglio 2017 destinò 1,6 miliardi di euro per innovare la flotta di Trenord (delibera n° 6932 del 27/07/2017) salvo poi posticipare la maggior parte di queste risorse al 2032 (1.3 miliardi), con un’altra delibera approvata tra Natale e Capodanno(delibera n° 7643 del 28/12/2017). Significa che i primi treni, pochi, arriveranno nel 2020 e non saranno sufficienti.

Purtroppo per i prossimi due anni non migliorerà nulla. Questo è inaccettabile. Di fronte a tale scenario, sono ben poca cosa i treni usati promessi da Toninelli, dei quali, ad oggi, ne è arrivato solo uno. E’ necessario smetterla con il gioco dello scaricabarile, ognuno deve fare la propria parte. La situazione del sistema ferroviario lombardo è grave, servono risposte vere e immediate. A partire dalla messa in discussione del contratto di servizio con Trenord e andare a gara. E’ l’unica prospettiva seria da perseguire. Per i pendolari, per i territori e il loro sviluppo.

Luciano Pizzetti e Matteo Piloni

Bando periferie, fondi per San Felice sbloccati ma è polemica. Pizzetti (PD): “Gli interessi di Cremona barattati per l’alleanza con il Carroccio”

I sette milioni di euro che serviranno per la riqualificazione di San Felice sono nuovamente a disposizione e l’amministrazione comunale di Cremona è già pronta a partire con le gare di appalto. Fondi prima “congelati” e poi sbloccati, che è quel che conta. Ma sulla vicenda continuano le polemiche e lo scontro politico è inevitabile.

“Il tentativo di azzeramento dei fondi era motivato unicamente dal furore ideologico di rivalsa verso ciò che aveva fatto il governo precedente, senza considerare il danno che ne sarebbe derivato alle comunità locali”. Così parla Luciano Pizzetti, deputato Pd, che dopo la dura battaglia condotta trasversalmente da sindaci, assessori e sostenuta con vigore in Parlamento, riconosce la positività dell’esito. Senza dimenticare però i comportamenti marcatamente dannosi per le comunità locali di alcune forze politiche in nome dell’alleanza con il Carroccio.

Ecco la dichiarazione integrale di Luciano Pizzetti, pubblicata sul quotidiano La Provincia il 21 ottobre 2018: