Approvato ieri alla Camera il “Collegato agricolo”, un intervento organico per il settore primario con l’obiettivo di offrire risposte concrete ad alcune importanti filiere in difficoltà e di accompagnare il processo di innovazione e di semplificazione del comparto agricolo.
Tra le altre misure, particolarmente significativa è l’introduzione della norma di contrasto al bracconaggio ittico nelle acqua interne, grazie ad un nostro emendamento: per la prima volta vengono infatti estese a fiumi, laghi, canali, acque dolci, le sanzioni previste per la pesca illegale nelle acque marittime, elevando da illecito amministrativo a reato penale la pratica della pesca abusiva.
Un intervento molto importante, quindi, per contrastare la pesca di frodo che sta devastando i nostri fiumi e canali. Un risultato di grande rilevanza rispetto ad un fenomeno, quello del bracconaggio ittico, che si è sviluppato soprattutto in molte regioni del Nord, in particolare sul Po, e che causa danni irreversibili in campo ambientale, sanitario, economico, oltre che alla stessa pesca sportiva.
Da recenti studi è emerso infatti un quadro drammatico: i “predoni” hanno impoverito del 30% la fauna ittica. Il rischio è che nel giro di due anni la pesca ricreativa – un mercato da 1,5 milioni di appassionati e 2 milioni di euro di indotto – non esisterà più.
Dopo il passaggio al Senato per la sua approvazione definitiva, il “Collegato agricolo” sarà legge e le Regioni dovranno adeguare i propri ordinamenti in materia di contrasto al bracconaggio ittico nelle acque interne.