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Referendum, vittoria del Sì: in Provincia di Cremona la riforma costituzionale è stata approvata con il 70% dei consensi

La riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari è stata approvata da oltre il 69% degli elettori in tutta Italia. L’affluenza alle urne ha superato il 53% a livello nazionale, un dato importante di partecipazione considerata la situazione di emergenza sanitaria in corso. In Provincia di Cremona, a fronte di un’affluenza del 52,88% degli elettori, il referendum confermativo ha visto la netta affermazione del Sì con oltre il 70% dei consensi. Vittoria del Sì anche in tutti i principali Comuni del territorio: Cremona 65,04%, Crema 65,67%, Casalmaggiore 69,39%, Soresina 71,44% e Castelleone 71,37%.

Vittore Soldo, segretario provinciale del Partito Democratico di Cremona, ha commentato con una nota stampa il risultato della consultazione referendaria:

L’analisi dell’esito del voto al referendum costituzionale credo debba partire dall’affluenza. La maggioranza degli italiani si è regolarmente recata alle urne, anche nella nostra Provincia, e questo è un buon dato. Tuttavia credo che un’ulteriore, più forte, partecipazione sia stata un po’ limitata da due questioni concomitanti: il Covid e l’insufficiente dibattito pubblico sul quesito referendario, dipeso (per buona parte) anche dal posizionamento piuttosto “timido” dei partiti politici nazionali.

Il Partito Democratico, a livello nazionale, ha sostenuto le ragioni del Sì a questo referendum, non senza distinguo importanti (di cui si deve comunque tenere conto). Io stesso, come dichiarato tempo fa all’Assemblea provinciale PD di Cremona, ho sostenuto il Sì: una scelta consapevole che arriva dalla mia profonda convinzione della necessità di avviare da qui un completo percorso di riforme, partendo dal superamento del bicameralismo paritario (non contemplato in questa proposta). Non mi sfugge però che una percentuale significativa di elettori ha mostrato molte perplessità verso questa riforma, a conferma di quando sottolineavo in precedenza. Partendo dal rispetto per le posizioni di tutti, mi aspetto che si tenga comunque conto, in sede parlamentare e politica, anche delle ragioni del fronte di chi si è opposto a questa riforma. Se una lettura complessiva si deve fare, questa deve partire da una domanda che accomuna i due schieramenti che si sono contrapposti in questa campagna referendaria: la richiesta di rigore e serietà verso le riforme istituzionali è assolutamente diffusa e deve essere seguita nel rispetto della volontà popolare. Ora occorre pertanto proseguire con una riforma meno parziale e più complessiva delle istituzioni, cercando di allargare il più possibile la discussione a tutte le forze politiche e sociali. Fermarsi al solo taglio dei parlamentari ha un valore puramente velleitario e simbolico, serve ben altro per riformare profondamente il nostro Paese e le proposte presentate dal Partito Democratico in parlamento vanno nella direzione giusta.

Credo che con il risultato di oggi si confermi la richiesta di un vero cambiamento, che però debba partire dalla giusta interpretazione del messaggio che ha accompagnato la preannunciata vittoria del Sì. Credo sia sbagliato affermare che la maggior parte dell’elettorato italiano sia mosso solo da un sentimento di antipolitica. Con questo risultato referendario gli elettori hanno mandato innanzitutto un messaggio alla politica tutta per un cambio di passo generale, non solo dal punto di vista delle riforme elettorali. La crisi economica del 2008 e poi il Covid, con le sue conseguenze sociali, hanno esasperato le grandi fragilità a cui siamo esposti. Ora più di prima si chiede alle istituzioni di poter essere capaci di rispondere ai rapidi mutamenti a cui abbiamo assistito: la politica tutta si deve quindi far carico di questa domanda anche perché le prossime sfide a cui siamo chiamati a rispondere sono tutt’altro che semplici. I cambiamenti climatici, la crisi demografica ed i repentini mutamenti nel mondo del lavoro tra automazione e nuove tecnologie richiedono istituzioni all’altezza del compito.

Vittore Soldo – Segretario Provinciale PD Cremona

Ecco i risultati definitivi in tutti i Comuni della Provincia di Cremona: Referendum 2020 – Risultati Prov. Cremona

Assemblea provinciale PD, Soldo: “Sì al referendum. Il confronto interno è una ricchezza”

Il segretario provinciale PD Vittore Soldo è intervenuto all’Assemblea provinciale di Cremona in merito al referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari. Rispetto alla consultazione referendaria del 20-21 settembre 2020 Soldo si è espresso per il Sì, linea approvata anche dalla direzione nazionale del Partito Democratico, ribadendo al contempo il profondo rispetto per il confronto sulle varie posizioni emerse nel dibattito interno. Ecco il testo della relazione introduttiva del segretario all’assemblea cremonese:

Inizierei l’assemblea di questa sera partendo dai fatti drammatici successi a Colleferro: i temi sottesi a questa vicenda sono tanti e diversi ma chiamano tutti in causa una condizione ed un contesto che si ritrova ed è simile in molte altre parti d’Italia. Credo che il tema vero sul quale ci si dovrebbe interrogare non sia la vicinanza di questi ragazzi ad un’area politica o addirittura ad uno specifico partito. La povertà del corredo valoriale e gli ideali a cui si ispiravano penso siano una delle cause profonde che portano a questi epiloghi oltre al substrato, all’ecosistema, in cui si coltivano fatti così drammatici. I contesti in cui crescono le condizioni perché si manifesti una rabbia così folle e disumana sono sempre caratterizzati da un disagio profondo e da condizioni non sufficientemente presidiati. Vuoti e zone scoperte vengono riempiti e occupati da quegli ideali definiti “forti” ma banalmente primari e poveri di un’elaborazione che sono più facilmente digeribili da cittadini che si sentono e che vengono fatti sentire, sbagliando, abitanti dei nuovi ghetti o comunque figli di un Dio minore. Nati sul lato “sbagliato” della strada, in un quartiere e in una famiglia che non riesce a trasmettere quegli strumenti necessari per trasformare un ragazzo ed i suoi fisiologici travagli, in persone adulte compiute. E’ più facile per le persone che arrivano da questi contesti, giustificare la rabbia che manifestano con i simboli e la divisa di una formazione politica, non a caso sempre estremista: gli estremismi hanno buon gioco ad intercettare la rabbia di alcuni contesti.

Credo quindi che noi che abbiamo o dovremmo avere l’ambizione di ritornare in questi contesti, o iniziamo a farlo oppure dovremmo, di conseguenza, smettere di lamentarci dei rappresentanti politici che invece strizzano l’occhio e assecondano quel disagio, lo amplificano, lo alimentano nonostante si sappia bene che questo approccio è sempre autodistruttivo: creare aspettative difficilmente implementabili, non solo spinge questi politici in un angolo di irrilevanza, questione secondaria, ma la cosa più preoccupante è che aumenta frustrazioni e rabbia nei cittadini e soprattutto negli ultimi e penultimi e li allontana dalle istituzioni. Chi sfrutta le fragilità della popolazione non penso sia degno di chiamarsi Politico ma se siamo diversi, di conseguenza, dovremmo mettere in atto azioni che riducano al minimo le zone d’ombra e i vuoti non presidiati: stiamo lasciando campo libero a soggetti irresponsabili. Bisogna smettere di lamentarsi e iniziare ad agire. Perché partire da questi argomenti per affrontare gli argomenti di questa sera? Perché queste assemblee devono essere momenti in cui smettiamo di guardarci la punta dei piedi e si cominci a pensare a come riempire i vuoti di cui sopra. Non siamo qui solo per un opportuno e legittimo esercizio di autocritica ma soprattutto per dar luogo ad un confronto strutturato che sappia creare le condizioni per un mondo che riduca al minimo quei vuoti. Per riuscire in questo obbiettivo serve organizzazione e impegno: riorganizzare il PD, anche il PD cremonese, la sua organizzazione centrale e sul territorio, serve per provare a rilanciare l’iniziativa politica. Serve per preparare il nostro ritorno nei paesi, nei quartieri, per la strada.

La discussione sul referendum non si può incagliare su recriminazioni, anche interne alla nostra area politica, su chi, in passato, ha sostenuto una riforma piuttosto che un’altra: è un referendum e dobbiamo prendere una libera posizione cercando di arricchire più possibile il confronto e non sminuendo la controparte, sia essa di un altro partito o tanto più se parte del nostro. Nonostante abbia letto e visto le prese di posizione anche all’interno del nostro partito, prima di manifestare la mia posizione, ho atteso la direzione nazionale e l’assemblea provinciale di questa sera, perché penso che prima dell’espressione del mio pensiero in merito, credo si debbano valorizzare quei luoghi e quei momenti che la nostra comunità politica si è data. Questa non è una critica a chi ha preso posizione: le contingenze dei mezzi di informazione poco si conciliano con i tempi fisiologici di una discussione allargata, solo che io sono il segretario e mi comporto di conseguenza. Detto ciò, a valle di quelli che saranno gli interventi di questa sera, è giusto e opportuno che esprima quella che sarà la mia scelta in merito, vorrei però che prevalesse l’istinto di difesa e salvaguardia di quello che siamo e rappresentiamo: l’unica vera alternativa ad una deriva che se non osteggiata, rischia di travolgere tutto e tutti. Oltre che dover rispondere a responsabilità personali, soprattutto in periodi difficili come questi, siamo chiamati a compartecipare ad una responsabilità collettiva.     

Vittore Soldo – Segretario provinciale PD Cremona

Referendum su legge elettorale, Piloni (PD): “Le istituzioni non possono essere usate per questioni di parte”

Le opposizioni in Consiglio regionale della Lombardia hanno abbandonato l’aula per protesta contro lo svilimento dell’istituzione regionale, costretta ad approvare in fretta e furia la richiesta di referendum sulla legge elettorale nazionale, dopo il diktat lanciato da Matteo Salvini dal palco di Pontida il 15 settembre. Dopo la bocciatura da parte della maggioranza di centrodestra di due questioni pregiudiziali, basate sull’incostituzionalità del quesito, e di una questione sospensiva, Pd, M5S, Lombardi Civici Europeisti e +Europa hanno lasciato l’aula in polemica con la maggioranza, dopo aver mostrato cartelli con la scritta “Il Consiglio regionale non è via Bellerio”, la via di Milano dove la Lega ha la propria sede nazionale.

“Lega e alleati, che hanno sempre negato il carattere di urgenza alle questioni da noi poste più volte negli ultimi mesi in merito a sanità, morti sul lavoro, occupazione e clima, – commenta il consigliere regionale del Partito Democratico Matteo Piloni – oggi hanno convocato un consiglio regionale straordinario perché hanno ritenuto invece molto urgente votare la proposta di un referendum per abrogare l’attuale legge elettorale. Avrebbero potuto raccogliere le firme dei cittadini, nelle piazze che conoscono tanto bene, invece di usare le istituzioni a proprio uso e consumo. Hanno voluto trasformare il Consiglio regionale in una succursale della sede della Lega, negando ogni dibattito e approfondimento su un tema che riguarda la democrazia, agendo sotto il diktat di Salvini e questo è francamente intollerabile se vogliono svilire l’istituzione lo faranno da soli, senza di noi. È una questione di rispetto della Regione e di chi essa rappresenta, non di maggioritario sì o maggioritario no, su cui il Parlamento avrà modo di discutere in modo serio e approfondito nei prossimi mesi”.

Referendum autonomia: affluenza sotto il 40%. Piloni (PD): “Ora si affronti il tema del regionalismo differenziato in maniera seria”

Il referendum sull’autonomia lombarda ha avuto un’affluenza totale che si è assestata sotto il 40% degli aventi diritto. Dopo lunghe ore di attesa per conoscere i risultati definitivi (una vicenda al limite del paradosso), i dati ufficiali hanno confermato una partecipazione di circa tre milioni di persone al voto su tutto il territorio regionale. In Provincia di Cremona hanno votato 113.749 elettori, pari al 39,90% degli aventi diritto. In città di Cremona l’affluenza è stata del 33,07%, a Crema del 38,74% e a Casalmaggiore del 36,97%.

Matteo Piloni, segretario provinciale del Partito Democratico di Cremona ha così commentato i dati referendari: “La possibilità di una maggiore Autonomia per le Regioni è una questione seria, e come tale va affrontata. Maroni, con il suo inutile referendum, ha svilito questo tema solo per avviare la propria campagna elettorale, nel tentativo di nascondere quanto nulla fatto in questi anni sull’argomento. Il tutto a spese dei Lombardi: 55 milioni di euro.
Recenti sondaggi ci dicono che il 70% dei Lombardi è a favore di una maggiore autonomia. I risultati del Referendum ci dicono che la maggior parte dei Lombardi non ha voluto partecipare a questo consultazione inutile. Mi auguro che su questo referendum cali il sipario quanto prima e si affronti davvero il tema del regionalismo differenziato. Perchè il tema c’è ed è serio”.

“Il referendum inutile”. Presentazione del libro di Enrico Brambilla (Capogruppo PD in Consiglio regionale)

Con l’avvicinarsi dell’appuntamento con il referendum regionale sull’autonomia lombarda, il Partito Democratico organizza un incontro con il capogruppo PD in consiglio regionale Enrico Brambilla, che presenterà il suo libro “Il referendum inutile”.

L’appuntamento è per MERCOLEDI’ 11 OTTOBRE alle ore 18.00 presso la Sala Eventi di Spazio Comune in piazza Stradivari a CREMONA.