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Referendum: i risultati definitivi in Provincia di Cremona

Il referendum sulla durata delle concessioni delle trivellazioni in mare non ha raggiunto il quorum di partecipazione richiesto per legge ed è quindi da considerarsi nullo. A livello nazionale infatti l’affluenza si è fermata al 31,18% degli aventi diritto. Il SI ha vinto largamente con il 85,84% dei voti contro il 14,16% del NO.

Ecco i risultati definitivi in provincia di Cremona:

Affluenza in provincia di Cremona: 29,68% (80.993 elettori su 272.814 aventi diritto)
Affluenza a Cremona città: 30,41% (16.305 elettori su 53.605 aventi diritto)
Affluenza a Crema città: 28,90% (7.635 elettori su 26.408 aventi diritto)

Dati in provincia di Cremona:
SI 77,55% (61.709 votanti)
NO 22,45% (17.863 votanti)
BIANCHE/NULLE 1.421 votanti
Dati a Cremona città:
SI 80,22% (12.897 votanti)
NO 19,78% (3.181 votanti)
BIANCHE/NULLE 227 votanti
Dati a Crema città:
SI 77,76% (5.836 votanti)
NO 22,24% (1.669 votanti)
BIANCHE/NULLE 130 votanti

Sul sito del Ministero dell’Interno i risultati suddivisi anche per i singoli paesi:  http://elezioni.interno.it/referendum/scrutini/20160417/FX01000.htm

Acqua. Piloni e Soldo (PD):”Dal PD nessun tradimento al referendum”

Quante bugie si rincorrono in queste ore sulla presunta privatizzazione dell’acqua da parte del Governo. Niente di più falso.
Il Referendum del 2011, per il quale anche il PD di Cremona si pronunciò a favore attraverso un’assemblea, cancellava l’obbligo della privatizzazione, lasciando piena titolarità ai Comuni della scelta del modello di gestione (pubblico, misto pubblico-privato, privato). Non prevedeva in alcun modo la ripubblicizzazione del servizio. Attraverso questa possibilità in provincia di Cremona, come PD, abbiamo contribuito alla nascita di un’unica società interamente pubblica del servizio idrico.
In queste ore il PD sta invece lavorando per garantire il diritto dell’acqua, inserire elementi di tutela per le fasce più deboli, fissando in 50 litri giornalieri il minimo vitale garantito anche in casi di morosità. Si è affidato all’Autorità la definizione di criteri e modalità di individuazione dei soggetti a cui i gestori non possono sospendere l’erogazione dell’acqua per morosità, sulla base dell’ISEE.
Sono state introdotte misure per garantire la trasparenza della bolletta del servizio idrico integrato.
E’ stata rafforzata l’attività di verifica da parte dell’ente di governo dell’ambito circa l’attuazione del piano d’ambito e una verifica complessiva dell’attività svolta dal gestore del servizio, almeno 24 mesi prima della scadenza della concessione.
Nessun tradimento, quindi, del referendum del 2011. Al contrario, il PD ha e sta continuando a lavorare per dare stabilità al settore idrico, garantire davvero il diritto dei cittadini all’accesso all’acqua e ad un servizio idrico efficiente in tutto il Paese. Peccato per queste inutili e vuote polemiche che hanno solo il sapore della più sterile propaganda.

Matteo Piloni
Segretario provinciale PD

Vittore Soldo
Resp. Beni comuni segreteria regionale PD Lombardia

Referendum: Alfieri (PD), la Lega ha scelto di rinviare di due anni la richiesta di maggiore autonomia

“Noi una firma su un provvedimento che costa trenta milioni di euro e rinvia di due anni la richiesta di maggiore autonomia non ce la mettiamo. Abbiamo tentato in tutti i modi di convincere Maroni ad aprire subito l’interlocuzione con il Governo e di evitare il ricorso a un referendum costoso e inutile. Ora la Lega può sventolare la sua bandierina ideologica a spese dei contribuenti lombardi e il Consiglio regionale della Lombardia è condannato all’irrilevanza in nome della propaganda ”
Così il segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri spiega il voto contrario del Pd all’indizione del Referendum consultivo con il quale, entro diciotto mesi, i cittadini lombardi saranno chiamati a dire se sono d’accordo con il trasferimento di maggiori competenze dallo Stato alla Regione. Il Referendum è stato approvato in serata dal Consiglio regionale con 58 voti a favore e 20 contrari.

PD: 30 MILIONI PER UN REFERENDUM INUTILE. LA LEGA VUOLE FARE PROPAGANDA CON I SOLDI DEI LOMBARDI

30 MILIONI PER UN REFERENDUM INUTILE: LA LEGA VUOLE FARE PROPAGANDA CON I SOLDI DEI LOMBARDI

Lo stanziamento è contenuto nell’assestamento al bilancio regionale, approvato ieri con i voti della sola maggioranza

Il Consiglio Regionale ha approvato ieri l’assestamento al bilancio preventivo 2014, con 43 voti favorevoli e 25 contrari. Un bilancio che per il Pd “è ben al di sotto delle necessità della nostra regione, che si attende interventi forti per il rilancio dell’economia e dello sviluppo, prima di tutto per dare quel lavoro che troppo spesso manca”, come spiega il consigliere regionale democratico Agostino Alloni.

Il punto “qualificante”, imposto dalla Lega, è rappresentato dallo stanziamento di 30 milioni per lo svolgimento del referendum consultivo sull’autonomia della Lombardia, un referendum che nel 2015 dovrebbe vedere i lombardi sfilare ai seggi per dire la propria sulla idea di trasformare la nostra Regione in ente a statuto speciale, come la Valle d’Aosta, il Friuli Venezia Giulia, le province di Trento e Bolzano, la Sardegna e la Sicilia. In realtà la consultazione non avrebbe un risultato giuridico, perché la materia è di rango costituzionale, e dunque può essere definita solo con un voto a maggioranza qualificata del Parlamento, in doppia lettura a distanza di sei mesi.

“Un referendum inutile e costoso – attacca Alloni – in quanto non ha alcuna possibilità di ottenere l’obiettivo che si propone. Emerge così chiaramente che la Lega vuole fare propaganda con i soldi dei lombardi, soprattutto di quelli più deboli. È la mossa della disperazione, perché dopo anni di promesse non mantenute finalmente le riforme si stanno facendo davvero, in Senato, con il governo Renzi e con il Pd. E anche quelle che riguardano le funzioni delle Regioni: è lì che occorre lavorare per garantire alla Lombardia quel grado di autonomia che merita. Senza sprechi di soldi e senza nuove regioni a statuto speciale, che non servono a nessuno. Non è un caso se le uniche due regioni guidate da uomini del Carroccio, il Veneto e la Lombardia, dopo il fallimento della macroregione ricorrano al referendum sull’autonomia, ma così facendo piegano l’istituzione alle ragioni della propaganda politica, usando risorse che potrebbero essere spese molto meglio”, conclude il consigliere regionale del Pd.