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Commissariamento dell’Associazione Provinciale Allevatori, Alloni (PD): “La Regione renda pubbliche le motivazioni”

Come aveva annunciato, Agostino Alloni, consigliere regionale del PD, ha inviato, questa mattina, una lettera  all’assessore regionale all’Agricoltura Fava sulla questione del commissariamento dell’Apa, l’Associazione provinciale allevatori, di Cremona per un periodo di tre mesi. Alloni vuole coinvolgere Regione Lombardia nella vicenda, dopo che, con una comunicazione ufficiale dell’Aia, l’Associazione italiana allevatori, ha annunciato di aver deliberato il commissariamento lo scorso 13 aprile.

La missiva è indirizzata al presidente Roberto Maroni, all’assessore Gianni Fava e al presidente della Commissione Agricoltura del Consiglio regionale, di cui Alloni fa parte, Alberto Cavalli.
“Venuto a conoscenza che il Comitato direttivo dell’Aia ha deliberato il commissariamento dell’Apa di Cremona e che questo è avvenuto senza che venissero rese note le motivazioni di natura tecnica che hanno portato a tale decisione, sono a richiedere di intervenire affinché si possano conoscere e rendere pubbliche queste motivazioni, in forza dell’importanza e delle peculiarità dell’Apa di Cremona che risulta essere una delle più rilevanti Associazioni provinciali allevatori d’Italia”, scrive il consigliere Pd nella lettera.

“Di fronte a questi avvenimenti, che possono creare tensione all’interno del mondo allevatoriale e agricolo cremonese, si deve lavorare affinché le scelte siano improntate a sostenere queste attività, evitando, quando possibile, conflitti. Per questo chiedo un vostro interessamento perentorio sulla vicenda”, conclude Alloni.

Dunas, bocciato il ricorso al Tar. Il commento di Agostino Alloni (PD)

Il Tar della Lombardia ha respinto il ricorso di alcuni Comuni contro il contributo di bonifica introdotto dal Consorzio Dunas, costituito a seguito della legge regionale n. 7/2003. Nell’ordinanza si motiva l’inammissibilità del ricorso “in quanto proposto in forma collettiva nonché per carenza di interesse, non avendo dato i singoli ricorrenti dimostrazione di come la deliberazione incida in senso negativo sulla posizione di ciascuno di essi, in quanto contribuenti del Consorzio”.

Su questo tema avevano tentato di speculare, dal punto di vista elettorale, i candidati sindaco di Crema di centrodestra e Movimento 5 Stelle, criticando la decisione dell’amministrazione Bonaldi di non aver partecipato al ricorso al Tar come altri Comuni del territorio. In modo particolare appaiono paradossali le critiche provenienti da Enrico Zucchi, candidato sindaco di Lega Nord e Forza italia, le due forze politiche che governano in Regione Lombardia e che hanno prima approvato la nascita del nuovo consorzio di bonifica e poi opposto resistenza in giudizio a difesa del contributo Dunas.

Agostino Alloni, consigliere regionale PD che da tempo ha seguito questa vicenda, ha così commentato: “Il Tar ha respinto la richiesta di sospensiva del provvedimento assunto dal consorzio di bonifica. Si andrà adesso a valutare il merito della vicenda. Intanto si è scoperto che la Regione si è costituita nel giudizio. Per difendere la propria delibera del 29 Dicembre che ha prodotto l’emissione delle cartelle esattoriali per i cremaschi. Avevo detto a Zucchi, candidato sindaco di destra e Lega, di chiedere alla giunta Maroni di ritirare il provvedimento, invece di chiedere al sindaco di Crema di fare ricorso al Tar. Eccoci serviti. Spendiamo soldi pubblici ( dei comuni) per fare ricorsi e altri soldi pubblici ( Regione e Consorzio) per difenderci. Un bel sistema di governo della cosa pubblica”.

Piano di sviluppo rurale, PD: Regione Lombardia in grave ritardo nella distribuzione delle risorse europee

Dall’Europa i soldi arrivano. E anche molti. Un bel fiume di denaro che potrebbe inondare la Lombardia un po’ in tutti i settori produttivi. E invece rimane fermo alla fonte, perché chi amministra oggi questa regione non fa i bandi e di conseguenza non elargisce i denari. A pagarne le spese è prima di tutto l’agricoltura, che vede la Lombardia ai primi posti in Italia in quanto a produzione. Ma questo pare non interessare molto l’attuale Giunta lombarda. Ne ha parlato stamattina il Gruppo regionale del PD, durante una conferenza stampa.

Nel contempo, proprio stamattina, in I Commissione Bilancio, veniva approvato, all’interno della risoluzione per la sessione europea di martedì prossimo, in modo bipartisan (la Lega non ha partecipato al voto), un emendamento che richiama la Giunta regionale a spendere le risorse del Piano di sviluppo rurale per evitare che l’Europa attivi la ‘clausola del disimpegno’, ovvero che ritiri la disponibilità delle risorse che non vengono spese in tempo. “La presunta eccellenza di Regione Lombardia, rispetto alla gestione dei fondi europei, è smentita da fatti in parte oggi oggetto di attenzione anche della Magistratura, come nel caso dei fondi Bei, in parte di livello politico, come nel caso dell’agricoltura”, ha esordito il capogruppo Enrico Brambilla.

A Marco Carra, consigliere regionale del PD e capogruppo in Commissione Agricoltura, il compito di spiegare cosa accade: “Il Programma di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020, che permette a ogni Stato membro dell’Unione europea di utilizzare tutte le risorse economiche a disposizione del sistema agroalimentare, in Lombardia può contare su 1.157 milioni di euro di cui 499 milioni provenienti dall’Ue, 461 milioni dallo Stato e 197 milioni dal bilancio regionale. Ebbene, di quei soldi, al 31 dicembre 2016, la Regione ha speso solo 89 milioni di euro, ovvero il 7,69%. L’eccellente Lombardia si ritrova non ai primi posti, come accadeva in passato, ma dietro a Bolzano (19,78%), al Veneto (15,54%), a Trento (10,97%), alla Sardegna (10,28%), all’Umbria (9,92%) e all’Emilia Romagna (8,43%). E a pari merito con regione italiane che vengono definite arretrate o poco virtuose dalla stessa Lega”.

Un caso emblematico è quello della Misura 19 del Piano di sviluppo rurale 2014-2020 ‘Sostegno allo sviluppo locale Leader – Gal’, di cui ha parlato il consigliere Agostino Alloni: “Dopo che molti dei territori definiti svantaggiati hanno unito sinergie pubbliche e private per presentare i progetti, a differenza che in passato, questa volta l’assessorato all’Agricoltura ha lasciato fuori qualcuno dal bando, che in questo caso era stato pure fatto. Ma questa scelta insensata e non giustificata ha scatenato una serie di ricorsi che, di fatto, hanno bloccato la Misura e oggi la Lombardia è praticamente l’unica regione a non aver potuto distribuire nemmeno un euro degli oltre 60 milioni a disposizione”. Ma nel contempo, ha sottolineato Alloni assieme ai colleghi, “l’assessorato spende 610mila euro, anziché i già molti 280mila, per 5-6 numeri l’anno della rivista che invia agli agricoltori. Questo incredibile aumento, fatto con i soldi del Psr destinati alla comunicazione e in parte con risorse regionali, guarda caso avviene l’anno prima delle elezioni. A cosa serve la rivista? A pubblicizzare i bandi che poi non vengono indetti”, hanno concluso i consiglieri PD.

Regione Lombardia, ticket sanitari: altro che dimezzamento, la maggior parte delle prestazioni costerà come prima

Dopo l’annuncio di ieri della Regione di voler dimezzare i superticket sanitari interviene il consigliere regionale del PD Agostino Alloni che, tabelle alla mano, contesta la comunicazione fatta da Palazzo Lombardia. “Premetto che una riduzione del ticket nella regione dove la sanità è la più costosa d’Italia è sempre una buona notizia – dichiara Alloni – ma la ricetta di Maroni è sbagliata e oltretutto non è quella che ha più volte promesso ai lombardi, cioè l’azzeramento dei ticket. Con la nuova delibera per la maggior parte dei casi i cittadini non vedranno differenze, perché l’abbattimento di 15 euro vale solo per le prestazioni più care, e chi pagava fino a 51 euro di ticket continuerà a pagare come prima. La strada giusta, lo diciamo da tempo, è l’esenzione totale per i redditi fino a 30mila euro e la rimodulazione per reddito di quelli superiori”.

L’effetto reale della delibera di giunta è l’introduzione del limite a 51 euro, anziché 66, del costo massimo per i cittadini di visite ed esami. La novità è che la giunta ha rivisto il superticket di competenza regionale che la Lombardia applica in relazione al valore economico della prestazione (quanto viene rimborsato agli ospedali per ogni prestazione effettuata): se prima il superticket variava da 0 a 30 euro ora varierà da 0 a 15 euro (in aggiunta al ticket nazionale). Ci sarà quindi un beneficio solo per le prestazioni più costose. In pratica, dall’entrata in vigore della delibera, le cose funzioneranno così:

Valore della prestazione* Ticket nazionale** Superticket Tot. pagato dal cittadino Tot. pagato dal cittadino
Oggi Dal 1 febbraio
ESAME DEL COLESTEROLO 1,70 1,70 0,00 1,70 1,70
RADIOGRAFIA POLSO 15,65 15,65 4,50 20,15 20,15
VISITA CARDIOLOGICA 22,50 22,50 6,00 28,50 28,50
ECOGRAFIA GINECOLOGICA 31,65 31,65 9,00 40,65 40,65
MAMMOGRAFIA BILATERALE 44,87 36,00 12,30 48,30 48,30
BIOPSIA TIROIDE 63,86 36,00 16,80 52,80 51,00
COLONSCOPIA 77,31 36,00 22,80 58,80 51,00
RISONANZA MAGNETICA COLONNA 147,56 36,00 30,00 66,00 51,00
* il valore della prestazione è quanto la regione rimborsa all’azienda sanitaria
** il ticket nazionale massimo è di 36 euro. Fino a quella cifra equivale al valore della prestazione.

Maroni vuole il “cantone” della Val Padana. La Regione definisce un unico ufficio territoriale per Cremona e Mantova

Maroni ha deciso: gli Ster, le sedi territoriali della Regione, verranno chiusi e al loro posto si istituiranno otto Uffici territoriali regionali sostanzialmente coincidenti con le nuove ATS (fa eccezione il territorio montano), le agenzie di tutela della salute che hanno sostituito, aggregandole, le vecchie Asl. Si tratta di una decisione assunta in via sperimentale contenuta nel Primo provvedimento organizzativo del 2016, approvato ieri dalla Giunta regionale. La riorganizzazione è fatta in vista del completo superamento delle Province che avverrà con l’approvazione della Riforma della Costituzione. L’assetto prefigurato nella delibera ricalca la proposta avanzata la scorsa settimana da Maroni di istituire in Lombardia otto cantoni.

Saranno quindi cancellati gli Ster di Cremona e Mantova anche se non è chiaro in quale delle due città avrà sede il nuovo UTR della Val Padana. Se fosse seguito lo stesso criterio delle ATS sarà a Mantova.

Molto critico il consigliere regionale del Pd Agostino Alloni: “A Maroni il parere del territorio non potrebbe interessare di meno. Pochi giorni fa, lanciando l’idea degli otto cantoni, aveva assicurato che avrebbe sentito anche le autonomie locali e i vari portatori di interesse, come noi gli abbiamo chiesto con forza, perché nella costruzione delle nuove aree vaste è necessario ragionare con criteri di omogeneità e funzionalità. Peraltro oggi c’è una grande confusione, con territori diversi per settori diversi: ci sono ancora le vecchie province, ci sono le ATS con altri confini, le agenzie della mobilità con altri confini ancora, poi ci sono le Aler e infine i collegi elettorali della Camera. Era davvero necessaria questa fuga in avanti? Secondo noi no e credo che bisognerà chiedere a Maroni e alla sua giunta di fermarsi. Anzi, di fare un passo indietro.”